Omicidi ordinati da Cosa nostra |Ergastolo per killer dei Santapaola - Live Sicilia

Omicidi ordinati da Cosa nostra |Ergastolo per killer dei Santapaola

Lorenzo Saitta e Carmelo Puglisi sono stati condannati all'ergastolo. Condanna anche per il collaboratore di giustizia Santo La Causa, ex reggente dei Santapaola.

CATANIA – Due ergastoli per gli omicidi di Pietro Giuffrida e Franco Palermo, assassinati negli anni caldi della mafia catanese. Dopo la maxi operazione coordinata dal procuratore Giovanni Salvi, che ha portato all’arresto, nel marzo del 2013, di 7 elementi di spessore della mafia catanese accusati di essere mandanti e killer di quattro delitti consumati tra gli anni ’90 e 2000, il troncone con il rito abbreviato è arrivato a sentenza.

L’accusa, sostenuta dai magistrati Carmelo Zuccaro e Antonino Fanara, ha inchiodato tre uomini chiave della mafia militare etnea: Santo La Causa, ex capo dei Santapaola e collaboratore di giustizia, Carmelo Puglisi, affiliato di Cosa Nostra e Lorenzo Saitta detto “Scheletro”, elemento di spicco nel traffico di droga catanese.

Carmelo Puglisi è stato accusato dal pm Antonino Fanara di essere il mandante dell’omicidio di Franco Palermo avvenuto il 27 settembre 2009. Una vendetta dietro l’agguato a Palermo, esponente di spicco dei “Cursoti” che fu ucciso davanti alla sala “Bingo” di Via Caronda. I Santapaoliani – secondo le ricostruzioni della Procura – erano convinti che fosse lui il killer di Giuseppe Vinciguerra, cugino di Orazio Magrì, e crivellato di colpi pochi mesi prima e precisamente il 7 aprile dello stesso anno.

Lorenzo Saitta, chiamato “Scheletro”, è stato condannato dal Gup per essere uno dei killer che ha freddato Pietro Giuffrida davanti una sala giochi di Via Santissima Trinità il 22 agosto del 1999. A far parte del gruppo di fuoco ci sarebbe stato anche Fabrizio Nizza, uomo d’onore da poco entrato nel programma di protezione riservato ai collaboratori di giustizia. Il neo pentito è processato con il rito ordinario. Dietro il delitto di Pietro Giuffrida ci sarebbe stata una lotta intestina alla cosca Santapaola: una battaglia per il controllo dei prestiti di usura e per la gestione del traffico di droga nella piazza San Cosimo. Pietro Giuffrida sarebbe stato uno dei componenti del gruppo di sicari di Maurizio Zuccaro che il 10 maggio del 1996 avrebbero freddato in via Quintino Sella l’infiltrato Gino Ilardo.

Una cruenta e maledetta pagina della storia della mafia è stata chiusa oggi con questo verdetto di primo grado. L’omicidio di Pietro Giuffrida e l’uccisione di Franco Palermo sono due esempi di come i Santapaola agivano per vendicarsi e per punire chi operava senza il consenso della capimafia. A dare input investigativi utili a chiudere il cerchio su questi due fatti di sangue sono state anche le rivelazioni di Santo La Causa, che ha indicato i moventi e i nomi dei killer e dei mandanti.

LE CONDANNE. Ergastolo per Carmelo Puglisi e Lorenzo Saitta, mentre per il collaboratore di giustizia Santo La Causa il Gup Giovanni Cariolo, ha concesso le attenuanti e riconoscendo la continuazione della condanna per altri reati, ha comminato la pena di 27 anni e sei mesi di reclusione. Per tutti e tre gli imputati il giudice ha stabilito l’interdizione perpetua dei pubblici uffici.


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