Città metropolitana, clima surreale: | candidature ed esclusioni - Live Sicilia

Città metropolitana, clima surreale: | candidature ed esclusioni

Nonostante l’impugnativa del Governo la legge regionale non ha perso la sua efficacia. Così, tra oggi e domani dovranno essere depositate le candidature. Il voto del 29 novembre potrebbe saltare e si ipotizza una nuova stagione di commissariamento per le ex province. Caputo: "La mia è una candidatura libera"

CATANIA – È tutto vero. La legge elettorale è una macchina inesorabile, le cui scadenze vanno rispettare a ogni costo. Anche quando – ed è il caso del voto di secondo grado per il Sindaco della Città Metropolitana di Catania – la data del 29 novembre, con molta probabilità, è destinata a saltare. Al momento si tratta di una corsa contro il tempo, ma con cronometri differiti. Questo perché, nonostante l’impugnativa del Governo contro la legge che istituisce in Sicilia le Città Metropolitane e i Liberi consorzi; la legge esitata in estate all’Ars non ha perso la sua efficacia. Così, non solo si è già insediato l’ufficio elettorale presso il Centro direzionale dell’ex Provincia a Canalicchio-Tremestieri; ma tra oggi e domani dovranno essere depositate le candidature. In un clima – è il caso di dirlo – surreale e d’incertezza generale, dove tra i rilievi di legittimità ci sarebbero anche quelli sulla candidabilità dei singoli sindaci.

Intanto, nella Commissione affari istituzionali del parlamento regionale stanno già lavorando a un nuovo testo che nei prossimi giorni dovrebbe arrivare in aula. Ma anche in questo caso l’esito è imprevedibile. Perché, se da un lato può arrivare una soluzione che salverà capra, cavoli e la data del 29 novembre; dall’altra c’è chi suggerisce l’ipotesi che Crocetta possa approfittarne, prendendo tempo e inviando nuovi commissari in attesa di trovare un’intesa con quegli stessi palazzi che vorrebbero la sostanziale applicazione della Delrio nell’Isola; ma anche con l’Anci Sicilia, sempre più sul piede di guerra, sindaco di Palermo in testa. Venisse recepita, Enzo Bianco sarebbe ipso facto primo cittadino metropolitano e dispensato dall’imbarazzo di presentare i documenti per la candidatura.

Ma veniamo ai numeri dell’area catanese. L’ufficio elettorale presieduto dal segretario generale del comune di Catania, Antonella Liotta, e costituito dall’analogo Giovanni Spinella di Acireale, Umberto Calabrese di Motta Sant’ Anastasia, e dal dirigente di Palazzo degli Elefanti Corrado Persico, che avrà funzione di segretario, è pronto al via. Sono tutti a titolo gratuito e in alcuni casi costretti a mettere una pezza alle lacune regionali, partendo dalla modulistica. L’adunanza tocca le 1066 unità tra sindaci, consiglieri comunali e presidenti delle sei Municipalità. Si tratta di 812 uomini e 254 donne chiamati a rappresentare i soli comuni dell’ex perimetro della provincia etnea. E già. Nonostante l’ingresso di Niscemi, Piazza Armerina e Gela, la legge non consentirà loro di entrare, per il momento, in gioco.

E non solo, anche l’area calatina subisce una doppia beffa. Essendo Caltagirone commissariata, la città di don Sturzo non esprimerà alcuna preferenza. Situazione assai simile anche a Mineo, San Cono e Mirabella in Baccari, dove saranno soltanto i sindaci a intervenire. Che dire, di positivo per loro c’è che – qualora si andasse al voto a fine novembre – eviterebbero la trasferta in via Nuovaluce. Sarà allestito lì, infatti, il seggio elettorale, l’unico in tutta la provincia. L’eventuale scheda sarà semplicissima: bianca e nera, con i nomi dei soli candidati, senza simboli o motti di partito.


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