Il tesoro dei borghi siciliani |e le occasioni sprecate - Live Sicilia

Il tesoro dei borghi siciliani |e le occasioni sprecate

Il premio a Sambuca è solo l'ultimo riconoscimento per il grande patrimonio artistico dell'Isola. Gravato però da troppe emergenze.

Beni culturali
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PALERMO- E per il terzo anno consecutivo è stato un paesino siciliano a vincere il concorso del Borgo dei borghi del programma di Rai tre Alle falde del Kilimangiaro. Dopo i successi di Gangi (Palermo) e Montalbano Elicona (Messina), è stata la volta di Sambuca di Sicilia (Agrigento, qui l’articolo), che con la sua cattedrale, il suo quartiere saraceno e i suoi deliziosi cortili ha sbaragliato la concorrenza. Un successo che è anche l’occasione per riportare l’attenzione sul tema dell’immenso patrimonio di bellezza dell’Isola, fatto di grandi città e piccoli borghi, e del suo stato di salute generale. Che è poi il tema della lettera aperta firmata da Andrea Camilleri, Pietrangelo Buttafuoco e altri, indirizzata al ministro Dario Franceschini, per invitarlo ad attivarsi per quel “tesoro moribondo” che è il patrimonio culturale siciliano. Un’iniziativa che arrivò dopo il paventato e poi sventato rischio della chiusura pasquale per siti archeologici, musei e parchi.

Le potenzialità del tesoro siciliano emergono a ogni buona occasione, come nel caso del Borgo dei borghi. E con esse le riflessioni sull’effettivo utilizzo di queste potenzialità. “Il prestigioso premio nazionale, che per tre anni consecutivi è stato riconosciuto alla Sicilia – commentano oggi il presidente e il segretario generale dell’Anci Leoluca Orlando e Mario Alvano – testimonia come, nonostante le tante difficoltà finanziarie ed organizzative, i comuni di minore dimensione demografica riescano ad esprimere dinamismo ed una offerta culturale ricchissima e variegata”.

Sì, perché i dati sul turismo siciliano negli ultimi tempi hanno fornito anche qualche spunto di ottimismo. Per questa Pasqua sono aumentati i passeggeri in arrivo a Punta Raisi, nel 2015 c’è stato un aumento dei croceristi a Palermo, e un boom generale di presenze straniere nell’Isola (+16 per cento nel primo semestre dell’anno scorso), certo aiutate anche dall’exploit del Ragusano che si deve pure al combinato disposto tra l’aeroporto di Comiso e la pubblicità garantita dalla serie tv del Commissario Montalbano. Insomma, non mancano le buono notizie per il turismo in Sicilia anche se i dati restano in chiaroscuro. E sono legati ad esempio ai tanti gioielli che versano in stato d’abbandono o di difficoltà. Emblematico il caso della Cattedrale di Agrigento, chiusa da anni in attesa di lavori. All’inizio di quest’anno all’Ars è stata presentata un’interrogazione da Nello Musumeci sullo stato d’abbandono dei siti culturali siciliani per chiedere “quali iniziative intendono adottare per consentirne la fruizione e la tutela”. L’elenco è lungo, Musumeci citava tra gli “esempi di questa triste realtà”, “la Villa Romana di Patti Marina che, nonostante i fondi accantonati ed i progetti aggiudicati, continua a marcire per l’assoluta mancanza di manutenzione” o il il Parco archeologico Neapolis di Siracusa. Gioielli in stato di sofferenza. Come la Villa romana del Tellaro, a Noto, o il suggestivo castello di Sperlinga, attrazione di straordinario fascino, che è chiuso ai visitatori da più di un anno per problemi di sicurezza, con grave danno per l’economia del piccolo borgo dell’Ennese.

Per noi – commentava ieri a proposito del successo di Sambuca l’assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo – è un ulteriore sprone a proseguire con la programmazione di una offerta turistica sempre più destagionalizzata, basata sul patrimonio storico, artistico, architettonico e monumentale che caratterizza praticamente ogni angolo della nostra regione. Il sentiero dei borghi più belli d’Italia, che attraversa i diciotto comuni siciliani che fanno parte del club, è solo l’inizio”. C’è da sperarlo, visto che l’evocazione del “sentiero” fa pensare, tanto per dirne una, allo stato di salute delle strade che collegano molti degli straordinari borghi siciliani, altro capitolo dolente.

Nell’appello pubblicato sul Fatto quotidiano, Camilleri e gli altri firmatari parlavano di “situazione attualmente disastrosa e – con un degrado che non è solo imputabile alla scarsità dei bilanci – rischia di peggiorare di giorno in giorno”. Intanto, però, i riconoscimenti per il patrimonio artistico-culturale della Sicilia continuano. E vanno ben al di là di un pur popolarissimo premio come quello assegnato a Sambuca. Basti pensare al recente inserimento nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco del percorso arabo-normanno di Palermo e Cefalù. O alla grande mostra monotematica dedicata proprio alla Sicilia che aprirà i battenti ad aprile al British Museum. C’è un grande tesoro, insomma, da amministrare al meglio per rilanciare una Regione dagli indicatori economici asfittici. Sarebbe quanto mai opportuno che la chance offerta dalla nuova programmazione dei fondi comunitari ne tenesse conto facendo tesoro degli errori del passato.


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