"Io imprenditore prigioniero |dei rifiuti pericolosi" - Live Sicilia

“Io imprenditore prigioniero |dei rifiuti pericolosi”

Amianto, rifiuti speciali, monnezza. Come si può fare impresa con questo biglietto da visita?

la vergogna dell'Oasi del Simeto
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4 min di lettura

Discarica di manufatti contenenti cemento amianto

CATANIA – Oasi del Simeto si fa per dire. All’orizzonte solo discariche e abbandono selvaggio di rifiuti di ogni genere. Per gli abitanti delle contrade Vaccarizzo e Codavolpe si è oramai arrivati ben al di là della soglia di sopportazione. Recentemente, sono state numerose le mobilitazioni di protesta promosse dai comitati e dai cittadini contro le emissioni prodotte dalla discarica Sicula Trasporti (già dichiarata satura) e dal secondo impianto biostabilizzatore attivo a Codavolpe. Grosse anche le difficoltà nei conferimenti con lunghe code degli automezzi all’ingresso degli impianti e rischi igienico sanitari in agguato. A tutto questo si somma la proliferazione incontrollata di discariche a cielo aperto lungo le strade che costeggiano l’area (potenzialmente) turistica della città.

Altra discarica nella zona che lambisce il Simeto

Perché a quanto sembra, ai turisti verrebbe voglia di scappare a gambe levate alla vista inquietante dei cumuli di rifiuti, anche pericolosi, che giacciono in alcune aree della città. L’ultima discarica a cielo aperto che abbiamo scovato si trova in zona Vaccarizzo; per la precisione in via Pesce Pettine, all’ingresso del villaggio Giove. “Quando arrivano i turisti – confida un imprenditore proprietario di un agriturismo a LiveSiciliaCt – e trovano all’ingresso del villaggio i cumuli di spazzatura rimangono quasi sconvolti”.

discarica di rifiuti in parte bruciati

Un’area meravigliosa che si completa con i villaggi Nettuno e San Giorgio e dove sorgono diversi stabilimenti balneari e strutture alberghiere. Peccato il via vai anche qui di cittadini allergici alle regole, che si rendono responsabili di veri e propri atti di inciviltà. L’area in questione è ancora una volta di proprietà di un privato, ma dove – occorre precisare – sono tuttavia presenti anche dei grossi cassonetti di proprietà del comune di Catania. L’area è completamente invasa da rifiuti di ogni genere, copertoni, montagne di plastiche, inerti edili e chissà cosa altro ancora. Non mancano poi i rifiuti pericolosi: di fronte lo stesso terreno, fra gli alberi giacciono enormi vasche in amianto e altro materiale eternit. Uno scenario in cui nulla appare naturale.

Poco più avanti in via Gattopardo ha sede l’agriturismo che si affaccia sulla spiaggia di proprietà di Giandomenico Marino. L’imprenditore ha preso in gestione da un paio di mesi la struttura vacanziera. La sua testimonianza appare incredibile, ma non inverosimile. “Spesso i nostri ospiti, quasi sempre stranieri – prosegue – Con aria sorpresa ci chiedono Why?, perchè, ci sono tutti questi rifiuti per strada? Non so cosa rispondere. Io e mia moglie proviamo quasi un pizzico di vergogna. Quando abbiamo preso in gestione questa struttura sin da subito abbiamo puntato ad attirare turisti provenienti dall’estero: vanno pazzi per la Sicilia. Nei loro paesi – aggiunge – i livelli di raccolta differenziata sono ormai talmente alti che vedere ancora dei rifiuti abbandonati nelle strade è per loro qualcosa di totalmente inconcepibile”. Per l’imprenditore catanese, come racconta, risultano enormi i danni derivanti dal fenomeno dell’emergenza rifiuti: “Un turista tedesco – spiega – di recente ci ha lasciato una recensione in uno dei portali web utilizzati per prenotare gli hotel che ci ha fatto raggelare. Ha letteralmente scritto: “La notte i residenti della zona incendiano i rifiuti”, probabilmente dalla puzza nauseabonda avranno capito che si trattava proprio di spazzatura”. Non di rado i rifiuti verrebbero infatti dati alle fiamme. Tutti questi problemi sarebbero già stati segnalati dai residenti alla sesta municipalità.

E aggiunge: “Questa situazione purtroppo ci penalizza tanto. Accade spesso che i nostri ospiti si lamentino di questi rifiuti che stanziano nella zona e dei conseguenti fetori, e non di rado lasciano delle pessime recensioni. Quando li accogliamo all’interno della nostra struttura si accorgono che la situazione è diversa rispetto all’esterno, ma ci raccontano che al loro arrivo non appena trovatisi di fronte quello scenario inquietante, erano stati tentati dal fare marcia indietro. Credo comunque – evidenzia l’imprenditore – che al di là della singola impresa, questa situazione così grave penalizzi l’intera città. E’ un bruttissimo biglietto da visita. Da imprenditore che lavora in questo campo da vent’anni e da catanese che ama profondamente questi luoghi, tutto ciò mette una rabbia infinita”. “Questo posto è bellissimo ma lo hanno rovinato – ci racconta invece una signora di passaggio per le vie della zona – Abito in questo villaggio da sempre, ma vederlo così maltrattato è una pena”. E come dare loro torto.

 

 


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