Di Matteo rifiuta il trasferimento| "Sarebbe un segnale di resa" - Live Sicilia

Di Matteo rifiuta il trasferimento| “Sarebbe un segnale di resa”

Il pm Antonino Di Matteo

Il pm di Palermo dice no al Csm che lo voleva trasferire a Roma per ragioni di sicurezza.

PALERMO – Il pubblico ministero Antonino Di Matteo ha rifiutato la proposta del Csm di lasciare Palermo per motivi di sicurezza. “Non sono disponibile al trasferimento d’ufficio – ha detto il magistrato – Accettare un trasferimento con una procedura straordinaria connessa solo a ragioni di sicurezza costituirebbe a mio avviso un segnale di resa personale ed istituzionale che non intendo dare”.

L’ultimo allarme era scattato per un’intercettazione. Un uomo di Cosa nostra, non un capo dell’organizzazione ma vicino ai vertici di un importante clan palermitano, rimproverava la moglie in macchina. Non voleva che la figlia andasse al Tc2, il circolo del Tennis di Palermo, perché è uno dei luoghi frequentati dal pubblico ministero Antonino Di Matteo. Aveva paura perché, aggiungeva incollerito, “lo devono ammazzare”.

L’intercettazione è di qualche settimana fa ed era finita dal tavolo del procuratore di Palermo Francesco Lo Voi a quello dei pm di Caltanissetta e infine al Consiglio superiore della magistratura. Il Csm, infatti, se ci sono rischi per l’incolumità di un magistrato può decidere di trasferirlo in altro ufficio di pari livello. Una proposta in tal senso era stata avanzata nei mesi scorsi, ma Di Matteo aveva preferito restare a Palermo. O meglio, non voleva che fosse lo stato d’emergenza a dettare il suo trasferimento. E infatti aveva poi fatto domanda alla Procura nazionale antimafia. Solo che il Csm gli aveva preferito altri tre colleghi.

È ipotizzabile che Di Matteo alla Procura nazionale ci finirà lo stesso, ma non sulla spinta dell’emergenza. Il pm del processo sulla Trattativa ha ottime probabilità di vincere, per meriti e titoli, il concorso per uno dei cinque posti che saranno ricoperti nei prossimi mesi. Lui stesso dichiara: “La mia aspirazione professionale di continuare a lavorare sulla criminalità organizzata trasferendomi alla Dna si realizzerà eventualmente solo se e quando sarò nominato in esito a una ordinaria procedura concorsuale”.


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