Raciti: "No a patti col centrodestra | Primarie coi nostri alleati centristi" - Live Sicilia

Raciti: “No a patti col centrodestra | Primarie coi nostri alleati centristi”

Il segretario del Pd contro l'idea di grandi intese. Partito nascosto a Palermo? "La lista c'è".

PALERMO – Nessuna grande o santa alleanza elettorale in chiave antigrillina. Pd e Forza Italia non possono mischiarsi. Un’operazione di quel tipo spianerebbe la strada ai populisti. L’altolà arriva da Fausto Raciti, segretario regionale del Partito democratico, oggi nominato coordinatore della Renzi nell’Isola, in vista del congresso del 30 aprile.

Segretario, partiamo proprio dal congresso. Andrea Orlando a proposito del simbolo scomparso a Palermo ha parlato di partito “prostrato”. Cosa risponde?

“Non credo che la discussione politica delle amministrative sia piegabile a scopi congressuali. Intanto perché le decisioni sono state prese all’unanimità a Palermo e poi perché in discussione c’era addirittura la soggettività politica del Pd. Oggi c’è una lista in cui il Pd si riconosce, che è la lista dei Democratici e Popolari. Spero che possa rafforzare l’azione di Orando e dare il segno di un’unità in una coalizione in cui tutti i partiti hanno rinunciato ai simboli”.

L’altro sfidante di Renzi, Emiliano, invece ha criticato la classe dirigente riformista in Sicilia.

“Emiliano dovrebbe sapere che in Sicilia classe dirigente è tutto il Pd, anche una parte dei suoi sostenitori. Io credo invece che stiamo provando a fare, tra tanti problemi, del nostro meglio”.

Ieri un gruppo di amministratori ed iscritti del Pd che sostengono Ferrandelli hanno protestato contro la loro espulsione dal partito. Che ne pensa?

“Il Pd ha fatto due scelte. Ha scelto un candidato sindaco e ha scelto una lista. Non si può stare nel Pd e votargli contro alle elezioni”.

Ma il Pd si è diviso tante volte alle elezioni. Nelle scorse amministrative in più di un comune c’erano due candidati sostenuti da pezzi diversi del partito…

“Ma in quesi casi non c’è una nostra lista. Dove c’è una lista del Pd o approvata dai suoi organismi si vota quella. E punto”.

Ma neanche in questo caso. La lista del Pd non c’è, avete rinunciato al nome e al simbolo del partito.

“C’è eccome. Si chiama Democratici e Popolari, approvata in direzione all’unanimità”.

Quindi la lista del Pd c’è?

“C’è. C’è la lista nella quale il Pd si riconosce”.

E come la mettiamo col movimento di Crocetta? Perché già col Megafono ci furono problemi di coesistenza.

“Si consumò una crisi che si chiuse quando Crocetta aderì al gruppo del partito. Oggi Crocetta è un dirigente del Pd a tutti gli effetti. Ripartesicilia per ora è un movimento. Se ci sarà sulle schede elettorali sarà per comune accordo. Abbiamo davanti una discussione sul futuro di questa regione. Io ho già esplicitato una proposta, quella delle primarie di coalizione”.

A proposito di regionali, che ne pensa dell’idea di una grande coalizione destra-sinistra contro i grillini? Sa che se ne parla nel Palazzo.

“No, non mi convince. Mi sembra uno schema di autotutela del ceto politico di questa regione. Noi siamo un progetto politico, non il ceto politico. Insisto che lo strumento migliore sia definire la nostra coalizione. Quella dei democratici e dei moderati, che si fonda sull’esperienza nata in questi 5 anni al governo nazionale e regionale, senza mischiare l’acqua e l’olio, Pd e Forza Italia. In questo contesto sottolineo come Ncd abbia cambiato nome in Alternativa popolare, mi sembra un dato importante”.

Quindi un patto neocentrista magari con un candidato come Roberto Lagalla non la convince?

“La teoria dell’antipolitica è che la politica è tutta uguale. Io non intendo dimostrare questa teoria. Il nostro spazio politico è quello del governo nazionale e regionale. Viceversa spianeremmo la strada a chi dice che siamo tutti uguali: e così non è”.

Dentro il Pd qualcuno ci pensa a una soluzione di quel tipo?

“Onestamente non mi risulta”.

Intanto l’Ars è bloccata, da tre mesi va avanti prorogando l’esercizio provvisorio. Non è un buon biglietto da visita per le elezioni, non trova?

“Avvicinandosi le elezioni aumentano le tensioni, io penso che si possa ovviare e avviare una finanziaria sobria e non elettorale. Non sia la somma delle richieste dei singoli deputati”.

Nell’area Renzi ormai è entrato quasi tutto il gruppo dirigente del partito. Questo avrà effetti sulle primarie?

”Credo che le questioni regionali siano sganciate da quelle nazionali e congressuali. Sono per tenere rigorosamente separate le cose”.


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