I soldi, le nomine, le pressioni| Crocetta e gli altri: tutte le accuse - Live Sicilia

I soldi, le nomine, le pressioni| Crocetta e gli altri: tutte le accuse

I contributi per l’elezione dell'ex governatore, la scelta degli assessori, la guerra in Confindustria, l’ombra di Montante sul governo

L’INCHIESTA
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PALERMO – “Mi disse che pagavano tutti”, racconta Marco Venturi, mentre le cimici captano le sue frasi. I dirigenti di Confindustria Sicilia avrebbero messo mano al portafogli per sostenere la campagna elettorale di Rosario Crocetta, che pochi giorni dopo sarebbe diventato il nuovo presidente della Regione.

La vicenda in realtà torna spesso, nelle oltre 2.500 pagine dell’ordinanza che ha portato all’indagine nei confronti di Antonello Montante e altre 21 persone. Ed è da lì, quindi, che muove il filone che ha portato all’elenco dei nuovi indagati: Rosario Crocetta, appunto, ma non solo. Anche gli ex assessori regionali Linda Vancheri e Mariella Lo Bello, il commissario dell’Irsap Maria Grazia Brandara e l’ex dirigente generale delle Attività produttive Alessandro Ferrara. Attorno a quell’assessorato ruota tutto, e su quelle stanze si allunga l’ombra dell’imprenditore di Serradifalco che, stando alla tesi dell’accusa, muove fili e decide nomine, condizionando pesantemente l’operato del governo regionale.

“Pagavano tutti”

Pagavano tutti, dirà Venturi. Ma lui si opporrà a quella richiesta che giungerà attraverso la mediazione del senatore Giuseppe Lumia che, dopo un incontro al bar con l’imprenditore anticipa l’arrivo nella sede della sua azienda di una collaboratrice di Crocetta. “Gli ho detto io non te li do… me li veniva a chiedere Lumia i soldi” racconta Venturi nel corso di una conversazione con Cicero. Pochi giorni dopo, aggiunge, “io incontro Montante a Serradifalco… poi invece mi dice… mi dice due cose… uno che avrei dovuto prendere i soldi e portarli a casa di Crocetta a Tusa… poi mi disse che pagavano tutti”.

Tutti chi? I nomi, finiti nell’elenco dei “nuovi indagati”, sono tutti in un’altra conversazione tra Cicero e Venturi. Il primo legge ad alta voce affidandolo a un memoriale predisposto a quattro mani, il pensiero di Venturi, nei confronti del quale Montante in passato avrebbe reagito “…per non avere dato la somma di ventimila euro alla segretaria di Crocetta, rinfacciandomi che altri esponenti…che invece…altri esponenti di Confindustria a lui vicino gli avevano dato il contributo economico per la campagna elettorale del Presidente della Regione…Montante – prosegue Cicero nella stesura del memoriale – mi aveva detto che Rosario Amarù, Carmelo Turco, Salvatore…Salvatore Navarra e Giuseppe Catanzaro avevano dato dei soldi in nero a Crocetta per la campagna elettorale… Navarra e Catanzaro mi disse Montante gli avevano dato a Crocetta ognuno circa duecentomila euro…”.

Una cifra enorme, ma che verrebbe comunque giustificata: “…e drà c’era l’appalto alla sanità – dice Cicero – l’antru c’era a mnnnirza…chissi eranu i programmi quindi le taglie erano queste…”. Associazione a delinquere, corruzione, finanziamento illecito ai partiti Il cuore dell’accusa, tutta ovviamente da dimostrare, nei confronti chi ha ricoperto il ruolo di vertice alla Regione e ai dirigenti di Confindustria è tutto lì.

L’ombra di Montante sul governo

E così, per l’accusa, c’è un filo a collegare quei contributi elettorali e i mesi che verranno, quando Rosario Crocetta rivestirà il ruolo di presidente della Regione. Secondo l’accusa, infatti, anche in seguito a quel sostegno, Crocetta nominò Linda Vancheri e successivamente Mariella Lo Bello alla guida dell’assessorato alle Attività produttive, e Mariagrazia Brandara commissario dell’Irsap. Per questo motivo tutti sono accusati di avere fatto parte di un’associazione a delinquere. A loro volta, la Lo Bello e la Brandara avrebbero “costretto” il dirigente Alessandro Ferrara a redigere atti contro Alfonso Cicero e Marco Venturi e a presentare denunce contro entrambi.

E questo “capitolo” trova un riscontro in un “pezzo” della mega-ordinanza che ha portato all’arresto di Montante. Pagine nelle quali l’influenza dell’imprenditore di Serradifalco nei confronti del governo di Crocetta appare evidentissima, a tratti imbarazzante. Anzi, il Gip parla più esplicitamente di “pesante ingerenza del Montante sul governo Regionale presieduto da Rosario Crocetta”. Convinzioni che si basano su diverse conversazioni intercettate.

Una in particolare, che avviene all’interno di un’auto tra Montante, Lo Bello e BrandaraDa lì, annota il giudice, “si poteva, infatti, chiaramente percepire come il Montante avesse fatto richiesta al Presidente della Regione (venendo, poi, accontentato) di nominare la Lo Bello all”Assessorato per le Attività produttive (in luogo della Vancheri, le cui dimissioni erano state decise proprio dal Montante) e la Brandara quale Commissario Straordinario dell”Irsap. Era, peraltro, sempre il Montante – annota il Gip – a vantarsi esplicitamente, nel corso dei dialoghi registrati, di non aver “mai fatto sbagliare una mossa’ al Crocetta, intendendo riferirsi alle nomine politiche da questi effettuate durante la sua azione di governo”.

Le pressioni al dirigente

Ma l’ingerenza sarebbe andata persino oltre la semplice indicazione degli assessori. Come emerge dal racconto delle pressioni subite dal dirigente Alessandro Ferrara – indagato anche lui – affinché “prendesse una posizione nettamente contraria al Cicero ed al Venturi e si determinasse ad esporre fatti e circostanze che avessero, come ultima finalità, quella di minare la credibilità di costoro”.

Tra i fatti raccolto nell’ordinanza, ecco persino la decisione di Mariella Lo Bello, assessore in pectore alle attività produttive, di far visionare a Montante alcuni documenti trovato nella sede dell’Irsap, dopo l’addio di Cicero. Ma non solo. Come detto, ecco le pressioni a Ferrara: “..tu cià diri – il consiglio di Montante a Mariella Lo Bello – perchè non stai aiutando la legalità…tu devi essere sempre… certo… con le parole …non stai aiutando assolutamente la legalità, tu hai fatto …hai detto a un sacco di persone questo,questo e questo e ti chiedeva cose personali e.. e.. e per gli amici. due hai detto che ti voleva…non doveva sme…voleva che tu non lo smentissi assolutamente e poi aspetta, eehh… e poi per le carte, devi dire che le carte sono state manomesse…”. Avrebbe dovuto raccontare, insomma, che Cicero e Venturi avevano chiesto al dirigente dei favori personali, cosa negata da Ferrara alla Lo Bello. Se non lo avesse fatto, le conseguenze sarebbero state ovvie: “se…se tu non…se tu non collabori con le istituzioni, – prosegue Montante dettando alla Lo Bello la linea da seguire – io mi dispiace, io appena arrivo tu tinna gghiri a’i ccà, e rischi ca si tinni va di cca` Crocetta ti ietta fora, non ti conferma più…”. In un altro momento, Montante sarà ancora più chiaro, chiedendo alla Lo Bello di avvisare Ferrara: “Ci dici: ‘Ti metti nei guai! Ti metti nei guai!”. La Lo Bello, che poco dopo grazie a Montante – precisa il Gip – diventerà il nuovo assessore alle Attività produttive al posto di Linda Vancheri, metterà in pratica il consiglio. Al punto da accompagnare Ferrara in Procura dove avrebbe reso dichiarazioni considerate poco attendibili dai magistrati. E così, anche il dirigente è finito nell’elenco degli indagati.


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