Guardie mediche, Anpi in campo contro il "presìdio" di CasaPound - Live Sicilia

Guardie mediche, Anpi in campo contro il “presìdio” di CasaPound

I vertici dell'associazione scrivono alla Ministra Grillo.

CATANIA – “L’ ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia –  Sicilia stigmatizza in maniera totale l’iniziativa assunta dall’organizzazione di estrema destra Casa Pound rivolta a stazionare nelle ore notturne, in forma di “presidio”, a fianco di  alcune pubbliche strutture sanitarie del catanese, sostengono “ a tutela dei medici”: le guardi mediche di Trecastagni e Gravina di Catania. Nei prossimi giorni vorrebbero estendere la loro presenza nei pronto soccorso di due importanti ospedali di Catania”. Inizia così una dura nota stampa redatta dai vertici siciliani dell’associazione.

“E’ questo un atto di irrisione degli organismi preposti al mantenimento della sicurezza,  si violano tutte le regole di discrezione e di tutela della vita personale e privata dei cittadini, si infrangono altresì le leggi fondamentali di legalità in vigore nel nostro Paese che, tra l’altro, prevedono in maniera vincolante specifiche normative sulle modalità di attuazione della vigilanza nei luoghi pubblici e privati, con l’uso di personale specializzato e la preventiva concessione di apposite licenze da parte delle prefetture”, si legge.

“Pertanto, poiché suddetti “presidi” – continua la nota – sono totalmente illegali, richiediamo l’intervento immediato degli organismi giudiziari e di mantenimento dell’ordine pubblico al fine di rimuovere con immediatezza i bivacchi che nelle ore notturne sono praticati a ridosso di tutti i luoghi sanitari della provincia di Catania. “Invitiamo il Ministro della Salute Giulia Grillo –residente a Catania – ad avviare con grande urgenza le iniziative necessarie per ripristinate la legalità d’uso nelle strutture sanitarie del catanese”.

“Esprimiamo infine vivo sostegno al giornalista Riccardo Orioles – direttore de “ I Siciliani giovani”- che nei giorni scorsi ha presentato un esposto alla Procura di Catania”.


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