Effetto bilancio, tutti in piazza | Prime contestazioni al governo - Live Sicilia

Effetto bilancio, tutti in piazza | Prime contestazioni al governo

Forestali e lavoratori di Esa e dei Consorzi di bonifica protestano contro i tagli della Finanziaria

PALERMO – A pochi metri da un Palazzo dei Normanni deserto e in vacanza per la festa di Sant’Agata e altri “impedimenti”, forestali e lavoratori di Esa e Consorzi di bonifica protestano contro i tagli della Finanziaria regionale. Arrivano anche in pullman, al sit in di stamani davanti a Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione. La protesta è l’esito di alcune ‘prove tecniche’ di dialogo con governo e parlamento, non andate a buon fine.

Alla fine di gennaio, infatti, le segreterie regionali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil avevano chiesto all’Ars di stanziare integralmente nel bilancio della Regione le somme necessarie a coprire il fabbisogno dei tre comparti per tutto il 2019; poi, però, su tutta la Sicilia si è abbattuta la scure della gestione provvisoria. Per pagare un disavanzo di oltre due miliardi la Regione prevede di operare tagli per 250 milioni di euro, così ai Consorzi di bonifica verranno meno 19 milioni, e all’Ente sviluppo agricolo 8,7.

I manifestanti, al termine dell’incontro alla presidenza della Regione, hanno deciso di occupare la sala blu di Palazzo d’Orleans. Le delegazioni dei sindacati regionali Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil sono state ricevute da Carmen Madonia, capo di gabinetto della presidenza, Pietro Sciortino, capo di gabinetto dell’assessorato all’Agricoltura, e Mario Candore, dirigente generale del Dipartimento sviluppo rurale e territoriale. “Sulla forestale ci viene garantito che i 53 milioni extraregionali sono già stati assegnati al Dipartimento dello sviluppo rurale – scrivono le sigle in un comunicato – quindi ad oggi vi è intera copertura, cosa su cui abbiamo molta perplessità”. Ancora buio pesto per l’Esa e i Consorzi di bonifica: “Ad oggi non ci sono soluzioni definite”, comunicano i sindacati, che parlano di alternative “allo studio, ma senza nulla di concreto. Per questa ragione – continuano – abbiamo preteso che prima che inizi l’attività d’aula lunedì ci sia un incontro con il presidente della Regione, e siamo in attesa di una risposta. La valutazione – concludono – è che il governo naviga a vista senza idea di come affrontare le problematiche poste”.

Il sit in di questa mattina

“Siamo qui, come Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, con i lavoratori Esa e i lavoratori stagionali, i cosiddetti trattoristi – dice Tonino Russo, segretario regionale Flai-Cgil – impegnati dal governo per il dissesto idrogeologico del territorio regionale. Hanno fatto un lavoro eccezionale, ma forse il governo l’ha dimenticato e per l’Esa ha previsto in Finanziaria 0 euro contro gli 8,7 milioni previsti; dei 19 totali tagliati ai Consorzi, invece, 11 milioni erano per i lavoratori a tempo indeterminato e ora sono stati ridotti a 1. Non si tratta solo di servizi tolti all’agricoltura e quindi alla Regione – continua Russo -, ma parliamo di 400 lavoratori Esa e 800 dei Consorzi di bonifica, che così a oggi non hanno un reddito. Noi chiediamo al governo di intervenire immediatamente, prima che si consumi questa tragedia per i lavoratori e per il territorio siciliano, in modo tale che i capitoli di questi comparti siano rimpinguati”.

“Senza quei fondi non partiranno proprio i servizi – dice Pierluigi Manca, segretario regionale Fai-Cisl – perché si tratta di lavoratori che operano concretamente sul campo durante la stagione irrigua. E ci è parso anche strano – osserva – perché per riparare i danni del dissesto idrogeologico erano stati chiamati anche per giornate lavorative straordinarie. Siamo venuti a parlare con il presidente Nello Musumeci e con l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera, per dirgli che non si tratta solo di stipendi ma di far lavorare persone fondamentali per il territorio siciliano. In base alle risposte che riceveremo, valuteremo le forme di mobilitazione opportune”.

Diversa invece la questione del settore forestale, il cui onere ammonta a 53 milioni e per il quale si pensa non ai tagli, ma di cambiare la copertura, non più utilizzando le risorse regionali ma quelle del Fondo per lo sviluppo e la coesione. “Siamo preoccupati – dice Russo -. Sono state spostate ingenti risorse sulle quali però non c’è certezza di utilizzo. Per questo chiediamo al governo o il ripristino delle somme, o delle certezze: intanto che i fondi ci siano veramente, e poi che la progettazione venga fatta in tempi utili. Quest’anno per esempio coi fondi Fsc si è rischiato di non lavorare, tanto che le paghe di novembre stanno arrivando ora”.

Le reazioni

“Se davanti al ‘Parlamento più antico del mondo’ non si raccolgono comitive di turisti ma centinaia di lavoratori precari e arrabbiati una ragione c’è; e di ciò il governo Musumeci dovrebbe assumersi la responsabilità”. A dirlo è Claudio Fava, deputato regionale del Movimento “Centopassi”. “Sono i primi effetti del bilancio da lacrime e sangue approvato dall’Ars: oggi sono scesi in piazza i lavoratori dell’Esa, del comparto forestale e dei consorzi di bonifica, domani probabilmente toccherà ai dipendenti delle aziende di trasporto pubbliche colpite da un taglio del 30%, dalle associazioni delle famiglie dei disabili, dalle comunità alloggio e così via. Dopo quindici mesi di governo – conclude – scaricare tutto sulle spalle delle vecchie amministrazioni e dei debiti pregressi è un alibi a cui non credono più nemmeno i bambini”.


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