Skip to content
Sezioni
LiveSicilia
Cerca
Palermo
Catania
Trapani
Agrigento
Messina
Caltanissetta
Enna
Ragusa
Siracusa
Cerca
  • Home
  • Cronaca
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Cultura e Società
LiveSicilia.it / Archivio / Gli ebrei e quel razzismo che non tramonta mai

Gli ebrei e quel razzismo
che non tramonta mai

L'antisemitismo, Dio e la storia. E un nuovo "capro espiatorio" per gli Occidentali.

UOMINI E DEI
di Augusto Cavadi
4 Commenti Condividi

Cosa hanno mai fatto gli ebrei? Dialogo tra nonno e nipote sull’antisemitismo: con questo titolo, a firma di Roberto Finzi, si apre una recentissima collana di saggistica dell’Einaudi-Ragazzi. Il libro è scritto da uno studioso (di padre ebreo) molto competente e può essere letto con profitto non solo dai giovanissimi cui è rivolto, ma anche dai meno giovani di ogni età. Vi si elencano infatti i pregiudizi che, negli ultimi venti secoli, si sono sommati riguardo agli ebrei con conseguenze anche molto concrete di cui siamo per lo più al corrente. E se oggi gli episodi di antisemitismo, pur persistendo, sono diminuiti è perché – triste ammetterlo ! – il razzismo degli Occidentali ha trovato un nuovo “capro espiatorio” nei musulmani (le cui frange estremiste, fondamentaliste e terroristiche, costituiscono una percentuale statisticamente minima).

Dispiace un po’ che questo volumetto, non privo di tanti pregi, scivoli su alcuni passaggi e non sia abbastanza chiaro su altri (prescindo dalla bizzarria delle scelte tipografiche di cui, almeno a me, sfugge totalmente la logica: le frasi si aprono ora senza virgolette, ora con virgolette basse doppie che non vengono mai chiuse).

Lo scivolone più grosso riguarda l’origine della separazione dei cristiani dal ceppo ebraico. Che i primi abbiano addossato al secondo la responsabilità della morte di Gesù (ridimensionando la responsabilità dei romani ed estendendo a tutto il popolo ebraico la responsabilità di un ristretto gruppo dirigente del I secolo) è vero e l’autore lo ricorda con chiarezza (secondo il vangelo di Marco i sacerdoti del Tempio “vedono in Gesù un pericolo per il loro potere” e “danno subito vita a una congiura”). Qualche riga dopo, però, lo stesso Finzi aggiunge: “Il contrasto tra cristiani ed ebrei ha un carattere religioso. Secondo i cristiani, Dio si fa uomo per rendere possibile, attraverso il suo sacrificio, la salvezza dell’umanità. […] Per questo motivo , nel pensiero religioso cristiano, gli ebrei hanno una posizione molto particolare. […] Il loro comportamento, che, ripeto, realizza la volontà divina, determina d’altra parte la morte del figlio di Dio incarnatosi in Gesù. Da qui l’accusa di <<deicidio>>, per cui sono puniti da Dio e devono essere tenuti il più possibile isolati dai veri credenti”. Da brani come questi il lettore, poco aggiornato in teologia, evince che l’accusa radicale e decisiva di “deicidio” sia comune al “pensiero religioso cristiano” dalle origini sino ai nostri giorni. Ma, storicamente, non è così.

Leggi notizie correlate

• Insegnò al cane - il saluto nazista

• Frasi antisemite contro Fiano - Bufera su consigliere acese

Non è così per almeno i primi tre secoli di cristianesimo perché, in quel lungo periodo di tempo, i cristiani – né nel Nuovo Testamento né nella letteratura teologica coeva e successiva – parlano di Gesù come Dio, bensì come “figlio di Dio” (che, nel linguaggio dell’epoca, designa senza ombra di dubbio una condizione umana di messia, inviato, unto del Signore). Il plesso micidiale di tre tesi (Gesù non è un uomo ricolmo di Spirito, ma la seconda Persona della Trinità; “Gesù <<deve>> morire per consentire all’umanità di redimersi”; dunque gli ebrei sono colpevoli di “deicidio” e così facendo rendono “possibile la realizzazione della volontà di Dio”) si è andato configurando nell’Alto e soprattutto nel Basso Medioevo (ad opera in particolare di sant’Anselmo d’Aosta e della sua teoria della morte “riparatrice” del Figlio per volontà insindacabile del Padre). Finzi non avverte il lettore che, dunque, non sta parlando del “pensiero religioso cristiano” tout court, ma di un segmento – per la verità lungo, troppo lungo ! – della sua storia.

Quanto all’ultimo mezzo secolo egli segnala che il Concilio Vaticano II ha delegittimato l’anti-ebraismo cattolico, ma non accenna minimamente alle motivazioni teologiche (pressoché unanimi) di questa svolta epocale: l’acquisizione che non si possa più sostenere l’idea di un Dio che “sacrifica” come un Moloch gigantesco una seconda Persona divina. E’ questa la ragione radicale per cui solo i cristiani più ignoranti in campo teologico (ahimé, statisticamente la maggioranza!) possono ancora sostenere l’accusa di “deicidio” rivolta agli ebrei. Gesù è stato condannato a morte non perché si autodefinisse Dio (autodefinizione che egli non ha mai espresso), ma perché – in perfetta continuità con il profetismo ebraico – intendeva instaurare un “regno” di libertà, giustizia, solidarietà inaccettabile per i poteri religiosi ebraici e per i poteri politici romani.

Un passaggio in cui Finzi sarebbe potuto essere, a mio modesto avviso, più chiaro riguarda la confutazione delle teorie razziste. Egli si limita a citare l’affermazione di Luigi Luca Cavalli Sforza secondo cui “le razze non esistono come entità chiaramente e facilmente distinguibili”. Ma allora esistono come entità “confusamente e difficilmente distinguibili”? Non si può – e dunque non si deve – affermare con chiarezza che le razze non esistono (se consideriamo l’umanità nel suo complesso) o che, se consideriamo l’umanità nel contesto delle altre specie viventi, esistono (sia pure distinte da labili confini), in quanto razza umana, razza equina, razza felina e così via ?

Chiudo con una notazione delicata. L’autore mette, giustamente, in guardia dall’errore di identificare l’ anti-israelismo (l’opposizione alla politica dell’attuale Stato d’Israele) con l’anti-semitismo (l’odiosa opposizione a una presunta “razza” ebraica”). Ma sui motivi di questa erronea identificazione sorvola, a mio avviso, troppo rapidamente. Infatti, sulla questione “israelo-palestinese” egli si limita ad osservare che, in “questa lunga, ingarbugliata e non ancora conclusa storia”, “anche Israele ha le sue colpe non lievi”: “certo dovrà trovare una soluzione che riconosca pure i diritti dei palestinesi”. Non è troppo poco? Che la maggioranza dei governi israeliani stia trattando generazioni di palestinesi con una crudeltà non molto minore di quanto generazioni di ebrei siano state trattate dai nazisti tedeschi e dai fascisti italiani, non è riconosciuto anche da ebrei di tutto il mondo e persino da minoranze democratiche che vivono all’interno dello Stato d’Israele? Se ognuno di noi continua ad attenuare le responsabilità antiche e presenti delle proprie patrie e delle proprie chiese, sottraendosi al dovere intellettuale e morale dell’autocritica collettiva, non si avrà mai giustizia. Né, di conseguenza, pace.

Tags: antisemitismo · augusto cavadi · cosa-hanno-fatto-gli-ebrei · cosa-hanno-mai-fatto-gli-ebrei-dialogo-tra-nonno-e-nipote-sullantisemitismo · ebrei · razzismo · razzismo-contro-gli-ebrei · roberto-finzi

Pubblicato il 24 Agosto 2019, 19:07
4 Commenti Condividi
Commenti
  1. Alfaalfa 2 anni fa

    Beh, è vero, purtroppo l’anti-semitismo non è tramontato, prova ne è il fatto che molti ebrei sono dovuti andar via dalla Francia perchè ogni giorno oggetto di razzismo da parte di altre confessioni religiose.

    Per quanto riguarda la crudeltà di cui parla lei, paragonabile a quella nazista, per caso le risulta che Israele stia attuando una politica di sterminio nei confronti dei palestinesi?

    Infine, visto che l’articolo parla di razzismo, il mio pensiero è rivolto alle famiglie dei quasi 300 fedeli cristiani massacrati in Sri Lanka, colpevoli solamente di appartenere ad un credo religioso che oggi va di moda attaccare e le cui minoranze in altri paesi, come in Burkina Faso, in Nigeria devono ogni giorno sperare di sopravvivere.

    Rispondi
  2. fiat 1300 2 anni fa

    Purtroppo è doloroso constatare come il declino della chiesa moderna nasca proprio dal concilio ecumenico vaticano II, evocato nell’articolo.
    A decorrere dall’evento, infatti, la “Sancta Romana Ecclesia”si è via via involuta sempre più, arrivando a trascurare l’aspetto spirituale dell’uomo per focalizzarne e sostenerne, invece, gli umani bisogni.
    Per quel che riguarda gli ebrei, preferisco stendere un pietoso velo.

    Rispondi
  3. Aldebaran 2 anni fa

    La cosa che mi colpisce di questo articolo a parte le dissertazioni teologiche che lasciano il tempo che trovano è la frase che accomuna la politica dello stato di Israele a quella dei governi nazista e fascista. Mi sembra un po’ troppo! Basti ricordare che al momento della fondazione dello stato di Israele tutti gli arabi lo attaccarono per distruggerlo e che nello statuto della olp era sancita la distruzione dello stato di Israele. E gli abitanti? Israele si è solo difesa ed ha fatto nel deserto una agricoltura fiorente che i palestinesi con tutti o miliardi di petrodollari non si sognano. Non cresce una arancia ma solo alberi di odio. Ritorno alla infelice frase sogli israeliani paragonati ai nazisti. Ricordo quello che diceva un esponente della comunità ebraica polacca _ 4 milioni di assassinati nei capi di sterminio _ gli ebrei buoni sono quelli morti! Ci rifletta dott. Cavadi prima di scrivere frasi che puzzano di antisemitismo lontano un miglio e ricordi magari di quanti ebrei furono convertiti a forza dalla umana chiesa cattolica. Qua non si tratta di capire se Gesù fosse dio o figlio di Dio e quant’altro ma s tratta del destino di un popolo che ha diritto alla sua esistenza ed io sto dalla sua parte, senza se e senza ma, infischiandosene della teologia. Mi risponda se vuole ed apriamo un dibattito magari ricordando che re Hussein cacciò i palestinesi dalla sua nazione per il loro comportamento,: settembre nero e che in quella circostanza i palestinesi preferivano consegnarsi agli israeliani anziché ai “fratelli” arabi chissà perché.?

    Rispondi
  4. Tiziana Menna 1 anno fa

    Nonostante la dichiarazione Nostra aetate ,uno dei documenti del Concilio Vaticano II
    pubblicato il 28 ottobre 1965, l’accusa cristiana di deicidio è sempre un argomento di attualità come dimostra
    la pubblicazione del libro “ Dialogo tra nonno e nipote sull’antisemitismo” di Roberto Finzi
    Questo succede perché Nostra aetate non cancella l’accusa di deicidio ,come comunemente si crede, ma la limita a quegli Ebrei che parteciparono materialmente al martirio di Gesù
    Ma se noi leggessimo i quattro Vangeli senza pregiudizi ci accorgeremmo che in realtà è stato Gesù a farsi uccidere dagli Ebrei e non il contrario!
    Questo perché la morte di Gesù era una morte pianificata, programmata al fine di sconfiggere il Diavolo e liberare l’Umanità dalla condanna all’autodistruzione [lettera agli Ebrei, capitolo 2,vv 14 – 16]
    « …Da quell’ ora Gesù cominciò a dichiarare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose dagli anziani, dai capi sacerdoti e dagli scribi, ed essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno … » (Matteo 16:21)
    Perciò, essendo la morte di Gesù una morte voluta, cercata (Matteo 16:21 – 26:51), gli Ebrei che parteciparono materialmente al martirio di Gesù, Sinedrio e abitanti di Gerusalemme, devono essere considerati i Suoi collaboratori perchè uccidendolo hanno involontariamente aiutato Gesù a sconfiggere il Diavolo e a liberare l’Umanità dalla condanna all’autodistruzione [lettera agli Ebrei, capitolo 2,vv 14 – 16] .
    Cordiali saluti
    Tiziana Menna

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Live Sicilia

Foto e Video

Rifiuti per centinaia di metri: il video choc da Brancaccio

Partono le vaccinazioni all'hub della Fiera VIDEO

Palermo, il nuovo hub vaccinale della Fiera FOTO

Il dirigente della Mobile: "Ad Adrano le istituzioni ci sono"

Apple Premium Reseller
0 Commenti Condividi

R-STORE. Stessa mela ma su un grande albero

di Sponsorizzato
Palermo
Catania
Trapani
Agrigento
Messina
Caltanissetta
Enna
Ragusa
Siracusa

Direttore Resp. Salvo Toscano - Aut. del tribunale di Palermo n.39 del 17/10/2008
Sede legale: Via Giuseppe La Farina nr. 3 - 90141 Palermo - Ufficio Registro delle imprese di Palermo nr. REA 277361 - P.I. 05808650823 - Capitale Sociale: 50.000 euro interamente versati
Tel. 0916119635 - Email: redazione@livesicilia.it - amministrazione@livesicilia.it - commerciale@livesicilia.it
Livesicilia.it Srl è iscritta nel Registro degli operatori di comunicazione al numero 19965.

Privacy Policy
Contatti
Pubblicità
RSS LiveSicilia