L'omicidio, le intercettazioni| "Devo andare all'inferno" - Live Sicilia

L’omicidio, le intercettazioni| “Devo andare all’inferno”

Il luogo dove è stato trovato il cadavere di Maria Angela Corona

Così Maria Castronovo racconta al fidanzato come ha ucciso la zia

PALERMO – Ha già confessato le sue colpe agli investigatori. Ha assoldato due killer per uccidere la zia, Maria Angela Corona, strangolata, chiusa dentro un sacco e abbandonata nelle campagne fra Bagheria e Casteldaccia. Il 16 aprile Maria Castronovo ne parla con il fidanzato, che l’ha salvata quando ha tentato di farsi esplodere dentro la sua Citroen C3 parcheggiata vicino al cimitero.

Le microspie piazzate dai carabinieri della compagnia di Bagheria e del Comando provinciale, su delega della Procura di Termini Imerese, registrano frasi che lasciano sgomenti. “Fatti la tua strada, hai sbagliato a tirarmi fuori alla macchina hai sbagliato perché io ora vivrò con il tormento, lo meritavo, è finita hai capito solo che adesso sarà una sofferenza continua”, dice Maria Castonovo. Che aggiunge: “L’avrò sempre davanti agli occhi, devo pagare, devo pagare… la prigione non è un modo giusto, io ho levato la vita di una persona hai capito non si fa”.

Non potrà dimenticare ciò che lei ha voluto che accadesse dentro la sua abitazione di via San Fratello, a Bagheria, dove la zia è stata assassinata. Racconta dei soprusi che subiva da anni, costretta a mangiare scarafaggi e a lavarsi i denti con l’acqua del water: “Io dovevo trovare il coraggio di denunciare, non dovevo lasciare la paura… del fatto che avrebbe buttato l’acido addosso, me ne dovevo fregare… andare alla polizia… volevo morire… volevo morire… perché mi hai tirato fuori falla macchina”.

Lui cerca di consolarla, le dice che tutti possono sbagliare, che c’è un Dio misericordioso che perdona. No, dice lei, “merito di soffrire capito, soffrire tanto, gli ho tolto la vita a una persona, merito di soffrire di più una prigione… mangerei e berrei, prenderei l’ora d’aria… io ho tolto a quella persona di poter vedere la luce, il sole. Io posso solo guardarmi allo specchio e farmi schifo… questi sono errori che non si devono fare… devo vivere con questo tormento che mi ucciderà lentamente se non muoio subito e mi levo il pensiero sarà una morte lenta distruttiva per la mia mente distruttiva per il mio corpo vorrei tornare indietro e non commettere quella cosa”.

“Quella cosa” è l’omicidio della zia: “… l’hanno messa nella posizione, la spalla verso la gamba… legata… il corpo raffreddandosi… poi avremmo potuto metterla dritta per metterla nella bara e dargli una sepoltura sistemata… non dovevo farlo non dovevo farlo, come fai a dire che la colpa è loro se li ho chiamati io… quindi la colpa è tutta mia perché io li ho chiamati, li ho pagati, l’artefice sono stata io la vedevo come una soluzione, non sono stata forte a dire no… non è il tempo… scontare a 20, 30 anni non è la punizione giusta capito. Io devo pagare con la vita… io a lei l’ho levato la vita ma io non merito questo… io non voglio essere recuperata un’azione del genere non ci possono essere le seconde possibilità… un’azione del genere deve andare dritto all’inferno”.

Ricorda il momento dell’omicidio, con la zia colta di sorpresa alle spalle e strangolata. Quando è caduta per terra, in soggiorno, le hanno sferrato un calcio alla testa. I carabinieri hanno trovato tracce di sangue sul pavimento, sul divano e in bagno. Parla degli assassini (leggi chi sono): “… uno era più scuro e uno più chiaro. Uno non lo conoscevo… l’ha portato quel giorno… per un attimo ho avuto paura paura per me capito, perché magari si prendono i soldi e poi dopo che hanno fatto quello che dovevano fare per non lasciare una persona che magari poteva parlare… si prendevano i soldi però mi lasciavano in casa morta. Io ho pensato pure questo avuto paura poi perché parlavano anche parole in francese io non capivo quello che si diceva non è stato facile… io però me ne sono pentita”. I due nordafricani, assoldati a Palermo, al mercato Ballarò, sono arrivati in bicicletta, poco prima delle sei del mattino. Sono stati filmati lungo la strada da alcune telecamere. Sarebbero stati pagati con cento mila euro (leggi l’articolo) che Maria Castronovo ha prelevato dai libretti a risparmio dei zii di cui era tutrice legale. 

Il corpo di Maria Angela Corona è stato caricato dentro la macchina e gettato fra le sterpaglie. Aveva 47 anni. I carabinieri hanno recuperato soltanto la parte inferiore. Di quella superiore non c’è più traccia, dilaniata dagli animali selvatici.

 

 


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