Mafia, incastrato il "camaleonte"|Ecco chi è il boss catanese - Live Sicilia

Mafia, incastrato il “camaleonte”|Ecco chi è il boss catanese

I particolari della retata eseguita dalla polizia.

CATANIA – “Con quella vita ho chiuso”. Mario Strano, in questi ultimi anni, lo ripeteva come un mantra nei corridoi del Palazzo di Giustizia di Catania quando partecipava alle udienze dei processi che lo riguardavano. Ma a quanto pare, il boss catanese – diventato famoso nel palermitano per un arresto mentre era in vacanza in un albergo di Altavilla Milicia nel ferragosto del 2017 – invece avrebbe continuato la sua attività mafiosa creando un “gruppo criminale” quasi autonomo ma organico al clan Cappello-Bonaccorsi. La roccaforte è il quartiere Monte Po, una zona di cerniera tra Catania e Misterbianco.

Mario Strano è solo uno dei nomi degli oltre 50 indagati coinvolti nel blitz antimafia Camaleonte, coordinato da Dda e Sco, scattato nella notte a Catania. Un’indagine che ha permesso di decapitare le varie “correnti del clan mafioso” catanese. E quindi il gruppo storico che fa riferimento al capomafia Turi Cappello, al 41bis da decenni, e a Massimiliano Salvo, conosciuto nella malavita catanese ‘u carruzzeri. Il vertice della frangia storica – secondo l’organigramma ricostruito dagli investigatori – sarebbe composta da Sebastiano Balbo, Giovanni Pantellaro e Salvatore Arcidiacono. La leadership invece del gruppo Bonaccorsi, conosciuto negli ambienti mafiosi catanese come ‘Carateddi’, è ricondotta dagli investigatori a Concetto Bonaccorsi (classe ’86), Cristian Lorenzo Monaco e Giuseppe La Placa. Il terzo è quello – appunto – di Mario Strano, ex esponente del clan Santapaola-Ercolano e transitato nella cosca Cappello alla fine dello scorso decennio. “Mario Strano si sentiva ancora dentro Cosa nostra – spiega il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro – e per questo ha creato una sorta di gruppo autonomo ma sempre organico al clan Cappello-Bonaccorsi”.
Sono finiti in manette anche i familiari di Mario Strano, come la moglie. “È emerso un ruolo di primo piano delle consorti dei boss – annota la pm Tiziana Laudani – abbiamo moltissime intercettazioni dove si evince che le donne avevano il compito di gestire ad esempio la riscossione dei crediti”. Tra i referenti del boss il genero Luigi Scuderi e gli indagati Salvatore Culletta, Salvatore Castorina, Goffredo Fransesco Treccarichi Scauzzo. Coinvolto nel blitz anche Alfio Strano che sarebbe stato una sorta di collettore per il traffico di marijuana e hashish con l’Isola di Malta. Tra le accuse agli indagati, infatti, anche reati di droga.
È stata sequestrata anche la società Sc Logistica srl, riferibile sempre al boss Strano.


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