Vizzini, la terra di Verga |La comunità tocca il cuore - Live Sicilia

Vizzini, la terra di Verga |La comunità tocca il cuore

Duranta la pandemia, i concittadini dello scrittore verista hanno custodito la parte più fragile della comunità: i disabili psichici. Con zero contagi.

VIZZINI (CT) – Durante i tre mesi di lockdown per il coronavirus, la città di Giovanni Verga ha custodito la sua parte più fragile, i disabili psichici, nel convento dei Cappuccini del ‘500. Custoditi e protetti, come fa la corazza di spine con la polpa del ficodindia, la pianta simbolo di queste contrade, che cresce sui tetti delle case, come quella dello scrittore verista, nella piazza centrale.

Quaranta dipendenti tra assistenti sociali, psicologi, infermieri e operai per tre mesi hanno cambiato vita, per evitare che il coronavirus potesse oltrepassare quella porta che gronda di storia, intarsiata da una cornice di pietra bianca. Controlli rigidissimi sin da fine febbraio, guanti e mascherine, controllo della temperatura e schedatura di tutte le persone in entrata e in uscita. Il risultato, grazie anche a un pizzico di fortuna, che non guasta, è una struttura “covid free” dove non è avvenuto alcun contagio tra gli ospiti, né tra i dipendenti, come ama ripetere il neurologo Nino Pavone.

Autogestione

Quando il direttore sanitario Antonio Gullotta passeggia tra i disabili psichici della struttura, tutti lo abbracciano. Lo considerano un amico, qualcuno un fratello maggiore, lui sa ogni cosa di ciascuno di loro, coordina il personale, gli infermieri insieme ai vertici amministrativi, guidati da Federico Galasso. Come è stato possibile azzerare i contagi? “Ogni servizio della struttura – spiega Galasso – non è stato esternalizzato, dalla lavanderia alla cucina. Tutti applicano rigidissimi protocolli e sono stati azzerati i contatti con l’esterno”.

Le restrizioni

Quei ragazzoni di 50 anni e passa, a Vizzini, li conoscono tutti, durante il giorno abitualmente passeggiano per le vie della città, da sempre. Ma con il covid, è stato necessario bloccare le uscite. Un passo non facile per i disabili psichici, per gli psicologi e tutto il personale, ma grazie alla collaborazione delle famiglie e dei dipendenti nessuno degli ospiti si è sentito in prigione. Anche perché il convento può contare su diversi piani, in alcuni dei quali ci sono i laboratori.

I Laboratori

Attraverso un cunicolo scolpito nella pietra, si arriva all’antico forno per la ceramica. Ai lati ci sono gli stampi in gesso per preparare gli addobbi di Natale, centinaia di tartarughine e coccinelle in ceramica e poi, in fondo, si arriva nella stanza delle meraviglie. Gli ospiti della struttura stanno realizzando grandi murales in ceramica dedicati a Verga. Lavorano a mano, sotto le direttive del maestro ceramista Totò Scollo, l’argilla raffinata, che viene infornata due volte. Durante il lockdown hanno realizzato una splendida opera, che deve ancora essere colorata, e presto sarà regalata alla città. “Gli ospiti della struttura – raccontano i ceramisti – entrando in questo laboratorio si rilassano, si applicano con passione e plasmano la terracotta in modo unico”.

Il sindaco

Vito Saverio Cortese è al terzo mandato da primo cittadino. È una sorta di Leoluca Orlando, o Enzo Bianco di Vizzini. I cittadini gli hanno rinnovato più volte la fiducia e, proprio in questi giorni, ha incassato l’ammissione della sua città nel circuito della Val di Noto. “Ci siamo stretti, durante il coroavirus – racconta a LiveSicilia – alla comunità del convento dei Cappuccini, donando disinfettanti e presidi di sicurezza. È un tratto distintivo dei vizzinesi quello della solidarietà e dell’accoglienza, sia nei confronti dei disabili psichici, che dei migranti dello Sprar. La giunta guidata da Cortese ha donato il 100% della propria indennità alle famiglie più deboli e il servizio sociale viene utilizzato per portare avanti le guide del museo dell’immaginario verghiano e per assistere i bambini, durante l’estate.

La rete

Il convento dei Cappuccini e lo Sprar sono diventati, durante la pandemia, epicentro della comunità. I dipendenti sono quasi tutti del posto e dei comuni limitrofi. Hanno cambiato stile di vita, col sostegno delle proprie famiglie. Tra i disabili psichici ci sono anche ragazzi cinesi e migranti, anche loro sono parte integrante di questo piccolo mondo, che tutti hanno nel cuore.

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