Inaugurato a Cinisi il casolare dove fu ucciso Impastato

Cinisi, restaurato il casolare dove venne assassinato Impastato

I lavori, costati 125 mila euro, sono stati finanziati dalla Sovrintendenza alle Belle Arti
NEL PALERMITANO
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CINISI (PALERMO) – È stato inaugurato a Cinisi, in provincia di Palermo, alla presenza del presidente della Regione Renato Schifani il casolare in cui il 9 maggio 1978 venne assassinato Peppino Impastato, il militante di democrazia proletaria ucciso dalla mafia per le sue battaglie contro Cosa nostra.

Il casolare, a lungo in stato di abbandono, è stato restaurato dalla Sovrintendenza alle Belle Arti per un importo complessivo di circa 126 mila euro.

Impastato venne tramortito all’interno dell’immobile poi portato lungo i binari della ferrovia e fatto esplodere. Un tentativo di depistaggio per dimostrare che la vittima era morta durante la preparazione di un attentato.

Alla cerimonia hanno preso parte la sovrintendete Selima Giuliano, il fratello di Impastato, Giovanni, il commissario straordinario del Comune di Cinisi Angelo Sajeva, il questore di Palermo Vito Calvino, il prefetto di Palermo Massimo Mariani e il presidente della commissione regionale antimafia Antonello Cracolici.

L’associazione Casa Memoria Peppino e Felicia impastato, capofila di una serie di realtà legate alla memoria della vittima, ha presentato alla Sovrintendenza istanza per l’assegnazione della struttura in comodato d’uso.

Schifani: “Siamo contro la mafia”

“Il restauro del casolare in cui è stato ucciso Peppino Impastato, che ha coinvolto la Regione, attraverso la Sovrintendenza ai beni culturali, è linea con il nostro impegno contro la mafia. Siamo contro la criminalità organizzata senza se e senza ma”. Ha detto il presidente della Regione Renato Schifani partecipando all’inaugurazione del casolare.

“Dopo le stragi del ’92 – ha aggiunto il governatore – la popolazione ha reagito e da Palermo è partito un movimento civile di riscatto contro la mafia. La Sicilia ha pagato un prezzo altissimo ma dal sangue delle vittime è nata una rivoluzione culturale che ha coinvolto tutta la società”.

Sovrintendente: “Tutto è rimasto intatto”

“Tutto è rimasto com’era allora, è stato fatto un restauro filologico”. Così la sovrintendente ai beni culturali Selima Giuliano definisce l’operazione di ristrutturazione del casolare di Cinisi.

“L’unica licenza che ci siamo concessi – ha spiegato Giuliano – è stata ricostruire con materiale trasparente, lasciandovi sopra una chiazza rossa, una panca nel luogo in cui venne trovata una pietra sporca di sangue utilizzata dai killer mafiosi per tramortire Impastato”.

Giovanni Impastato: “Qui una mostra fotografica”

“Lo utilizzeremo come luogo di mostre fotografiche, ci organizzeremo dibattiti e concerti. Faremo rivivere qui la memoria di Peppino”. Lo ha detto Giovanni Impastato che, con la sua associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato.

“Qui i compagni di Peppino trovarono le tracce del suo brutale assassinio – ha spiegato -. Allora eravamo completamente soli. E fummo noi a recuperare i resti di mio fratello sparsi nella zona dopo che il suo corpo fu fatto esplodere”.

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