PALERMO – Un nuovo caso-migranti che accende lo scontro politico nella rovente estate siciliana, divisa tra la paura di una ripresa del Covid-19 e la pressione degli sbarchi. Dopo la fuga dei migranti ieri dal centro di Pian del Lago, oggi da Caltanissetta arrivano buone notizie: il numero dei rintracciati dalle forze dell’ordine è salito da 125 a 139, sul totale di 184 fuggiti ieri. La questura ha annunciato che saranno messi tutti in quarantena. Il sindaco Roberto Gambino, intanto, avverte: “Ho già chiesto al governo nazionale di non inviare più migranti al Cara di Caltanissetta. Non ci sono le protezioni adeguate. Se i centri di accoglienza non sono abbastanza sicuri, come mi era stato garantito, prima vanno rafforzate le misure di protezione e poi si passa al resto. In caso contrario non possiamo vivere, nessuno può, in una situazione di preoccupazione continua”.
MUSUMECI: “LA SICILIA NON SIA TRATTATA COME UNA COLONIA”
I fatti di Caltanissetta, però, rianimano il focolaio delle polemiche politiche mai spento in questi giorni di emergenza sbarchi. L’epicentro, finora, è stata Lampedusa con il duello a distanza tra il leader della Lega Matteo Salvini e il sindaco Totò Martello. Oggi il primo colpo lo batte il governatore Nello Musumeci con un post su Facebook: i fuggitivi di Caltanissetta “si aggiungono ai tunisini scappati a Pantelleria e a quelli evasi dall’hotspot di Pozzallo, i quali, a loro volta, si sommano a tutti gli altri – scrive il governatore -. Nessuno dica che è responsabilità delle forze dell’ordine, fanno tutto quello che possono e siamo loro grati. È semplicemente sbagliato che si faccia finta di nulla da parte del governo di Roma e che si dica che ‘tutto va bene’. Pretendo rispetto per la Sicilia, non può essere trattata come una colonia. Abbiamo dato disponibilità e chiediamo reciprocità, ma vediamo che nella gestione del fenomeno migratorio c’è troppa improvvisazione e superficialità”. Sulla vicenda interviene anche il deputato regionale di Forza Italia Michele Mancuso, che attacca il sindaco di Caltanissetta: “Non può liquidare la questione chiedendo al governo, anch’esso pentastellato, di non inviare più migranti nella struttura nissena. Qualcuno lo svegli dal letargo amministrativo in cui è caduto. Dovrebbe chiedere al ministro Lamorgese la chiusura totale dell’hotspot. Il nostro territorio non merita lo stato d’abbandono in cui versa a causa anche di amministratori colti dal soporifero torpore. Gambino dovrebbe fare ‘mea culpa’ e alzare la voce con Roma, sbattendo i pugni sul tavolo”.
PROTESTA A LAMPEDUSA
Cresce la tensione anche a Lampedusa, dove alcuni lampedusani stanotte hanno bloccato con una corda l’unica strada d’accesso al molo commerciale. Fra i manifestanti anche l’ex senatrice della Lega Nord, Angela Maraventano. Al molo sono andati la Digos, i poliziotti dell’Immigrazione e i carabinieri. “Abbiamo bloccato tutto, non entra nessuno e non esce nessuno – è stato detto durante la protesta – . Siamo stanchi, adesso basta”. Un blitz avvenuto mentre era in corso lo sbarco dei 44 migranti, originari del Marocco e del Bangladesh, che erano stati soccorsi in mare aperto dalla guardia costiera. “Chiediamo due aerei per trasferire, immediatamente, questi migranti che sono sull’isola perché siamo in pericolo – ha detto Maraventano -. Stiamo manifestando pacificamente, non stiamo ostacolando nessuna situazione di emergenza”. La polizia sta valutando denunce per interruzione di pubblico servizio e resistenza passiva a pubblico ufficiale.
HOTSPOT ANCORA IN AFFANNO
Gli ultimi arrivi tornano a far risalire anche le presenze all’hotspot di contrada Imbriacola. Al momento all’interno della struttura si trovano 650 persone. Ieri 520 migranti avevano lasciato l’isola verso altre strutture secondo un piano predisposto dalla prefettura di Agrigento di concerto con il ministero dell’Interno.