"Coronavirus, siamo in guerra ma la Sicilia è pronta" - Live Sicilia

“Coronavirus, siamo in guerra|Ma la Sicilia è pronta”

Le parole del presidente della Regione alla radio. Ecco gli scenari possibili.
IL PRESIDENTE MUSUMECI
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PALERMO- Con il Coronavirus siamo in guerra, ma la Sicilia è pronta e guarda al futuro con un po’ ottimismo. Il presidente Nello Musumeci stamattina ha parlato alla radio, ai microfoni di ’24 Mattino’ di Radio 24. “Si lavora nelle strutture ospedaliere per rendere sicuri gli accessi al pronto soccorso e qualche struttura del territorio sarà dedicata al Covid perché siamo in tempo di guerra, nessuno lo dimentichi”. Questo il passaggio forte del suo messaggio.

Il governatore della Sicilia ha fatto il punto sulla sua recente ordinanza, spiegando che “la mascherina è obbligatoria nei luoghi pubblici, nei luoghi aperti al pubblico, ognuno che abbia più sei anni deve portarla con sé. Ovviamente, se uno è da solo o se si trova con i suoi conviventi, l’obbligo non c’è. Gli ultimi contagi sono nella media – ricorda il presidente – abbiamo diciassette ricoverati in terapia intensiva. I posti disponibili cresceranno se si manifesterà la necessità. Guardiamo avanti con un pizzico di ottimismo, perché sono convinto che il senso di responsabilità prevarrà”.

“Che ci sia stato un calo di tensione è fuori di dubbio – dice ancora Musumeci – i numeri parlano chiaro. Ma, nei mesi scorsi, la Sicilia ha evitato il peggio, grazie al rispetto delle norme. Oggi ci sono persone, magari, convinte che la battaglia sia stata vinta, ma non è così, purtroppo. Bisogna convincerle che il Covid c’è, perché questo maledetto virus non guarda in faccia nessuno. Faccio appello alla mia gente e a chi viene da fuori. Abbiamo comprato due milioni di tamponi rapidi, per renderci autonomi. Abbiamo una sufficiente dote di vaccini anti-influenzali. Siamo pronti, eventualmente, a una condizione di maggiore emergenza. Anche nella struttura ospedaliera stiamo lavorando per rendere sicuri gli accessi nei pronto soccorso, per dividere l’area Covid dal resto. Qualche struttura secondaria del territorio deve essere dedicata interamente a questo (al coronavirus, ndr) come si fa in tempo di guerra. Siamo in guerra. Un po’ di sacrifici per evitare grandi problemi”.
 


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