Violenze e insulti sugli immigrati|Fermato il 'branco' di Marsala

Violenze e insulti sugli immigrati|Fermato il ‘branco’ di Marsala

Raid razzisti da parte di tre giovani che sono stati arrestati: erano diventati il terrore degli extracomunitari VIDEO
BLITZ DELLA POLIZIA
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3 min di lettura

PALERMO – Persone extracomunitarie massacrate con violenza soltanto per odio razziale. Ad organizzare i raid sarebbe stato un “branco” che per gli inquirenti agiva, nel centro storico di Marsala durante i weekend, come un vero e proprio ‘commando’ a caccia di povere vittime di colore da aggredire. Tre le persone arrestate dagli agenti del commissariato, coadiuvati dai colleghi della Digos della Questura di Trapani e del reparto prevenzione crimine di Palermo, in esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta della Procura. Diffuso un video con 40 secondi terribili di violenta aggressione a un ragazzo extracomunitario.

Gli arrestati

Le persone arrestate sono Salvatore Crimi, 18 anni, Antony Licari di 24 e Natale Salvatore Licari, 34 anni. Sono accusati, a vario titolo, di violenza privata, minaccia, lesioni personali. Reati aggravati, secondo gli investigatori, dall’uso di corpi contundenti, agendo con “efferatezza e spietatezza e per finalità di discriminazione o di odio etnico razziale”. Il provvedimento cautelare è giunto al culmine di una complessa attività di indagine su alcune aggressioni avvenute nel centro di Marsala durante l’estate. Per gli inquirenti sarebbero stati “veri e propri raid punitivi nei confronti di inermi cittadini extracomunitari che subivano senza alcuna apparente ragione le violenze fisiche e verbali del gruppo criminale”.

“Siete africani di merda…”

Il “branco” colpiva le vittime con pugni, calci e ginocchiate e usava armi improprie procurate al momento come sedie in legno, tavolini, bottiglie di vetro e suppellettili varie. Per gli inquirenti il branco sarebbe stato “accecato da una rabbia bestiale, immotivata, resa ancor più deplorevole dalle frasi che inneggiano all’odio razziale”, come “siete africani di merda… non dovete più parlare perché siete di colore… noi vi ammazziamo, qui non avete il diritto di stare… e qui siamo a Marsala in quanto africani e nivuri”. Il gruppo, numeroso secondo gli investigatori, agiva come una vera e propria squadra punitiva contro chiunque si fosse opposto ai loro commenti, come nel caso di un commerciante che in una circostanza prese le difese di una vittima che tentava di sottrarsi agli aggressori.

Vittime intimorite

Intimorite dalla ferocia del gruppo criminale, nessuna delle vittime ha collaborato alle indagini, alcuni hanno pure rinunciato alle cure mediche. I tre arrestati fanno parte dei tifosi ultras degli ‘street boys/nucleo ribelle’ del Marsala Calcio e già sottoposti a Daspo. Nel corso della perquisizione in casa di Salvatore Crimi, la polizia ha trovato una pistola semiautomatica priva di tappo rosso con relativo caricatore, marca Bruni, modello “New Police” cal.8 mm K, 9 cartucce a salve cal.8 mm e 1 cartuccia cal.7.75. Le indagini proseguono per risalire agli altri componenti del branco.

I precedenti

Hanno precedenti penali e di polizia due dei tre arrestati a Marsala con l’accusa di essere stati i principali protagonisti delle aggressioni e dei pestaggi a sfondo razziale in danno di giovani africani. La notte del 6 febbraio 2018 Antony Licari fu arrestato dalla polizia perché colto in flagrante mentre con un altro giovane, Francesco Dardo, stava tentando, secondo l’accusa, di rubare un ciclomotore in un garage condominiale. A sentire i rumori e ad intervenire fu un poliziotto che abita nel palazzo. Sempre Antony Licari, nel dicembre 2015, fu arrestato per il furto di un altro ciclomotore. Anche in quell’occasione, a bloccarlo, in via Trapani, furono agenti del Commissariato. Natale Salvatore Licari, anche lui con precedenti penali, il 22 gennaio 2017 fu arrestato dalla polizia allo stadio municipale di Marsala con l’accusa di avere violato il Daspo triennale subito nel 2015. Poi venne assolto da questa accusa. I suoi legali, infatti, sostennero che il tifoso avrebbe voluto allontanarsi dallo stadio prima delle 13, ma che ciò non gli fu possibile proprio perché il custode dell’impianto sportivo aveva già chiuso le porte. (ANSA).

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