Covid, screening e disagi in Sicilia: 10 giorni per evitare il peggio

Covid, screening e disagi: dieci giorni per evitare il peggio

Il tracciamento sarà decisivo per non diventare zona rossa

PALERMO – Nella Sicilia classificata “arancione” iniziano dieci giorni decisivi. Bisogna innanzitutto evitare di colorarsi di rosso (significherebbe lockdown quasi totale), poi se si dovesse ottenere il giallo ancora meglio. L’individuazione e il tracciamento dei positivi al Covid asintomatici o paucisintomatici diventa fondamentale per arginare la circolazione del virus ed evitare maggiore stress per gli ospedali, trincea nella lotta al Covid già in grande affanno.

“Basta con le divisioni”

Il colore che il governo assegna alla regione fotografa la curva del contagio Covid e la capacità di reagire e resistere del sistema sanitario. I ritardi nella risposta siciliana ad adeguarsi ai 21 parametri stabiliti lo scorso aprile dall’Istituto superiore di sanità ci sono stati, ma come dice Renato Costa, commissario per l’emergenza Covid a Palermo, “non è il momento delle divisioni, le critiche ci stanno ma devono essere costruttive altrimenti sono solo dannose”.

“Pronti al peggio, ma siamo ottimisti”

Lo stesso Costa ammette che da un lato ci si prepara al peggio, persino “a sospendere le attività ordinarie e chirurgiche, utilizzando gli anestesisti per l’emergenza Covid”. Dall’altro, aggiunge: “Siamo ottimisti che le misure fin qui adottate faranno scendere la curva dei contagi e il numero dei ricoveri e così si potrà garantire l’assistenza a tutti i pazienti. Dobbiamo mantenere l’equilibrio tra nuovi ricoveri e guariti, ma serve responsabilità da parte dei cittadini nei comportamenti quotidiani. Utilizzo delle mascherine e distanziamento non devono mai venire meno”.

Screening di massa e disagi

Più aumentano i positivi e più cresce il numero delle persone che finiscono in quarantena domiciliare. Sono già migliaia e vanno seguite e assistite anche per evitare che vadano a intasare i pronto soccorso e gli ospedali sotto stress. Il numero è destinato ad aumentare, visto che è partito lo screening di massa. Prima alla Fiera del Mediterraneo di Palermo e ora anche in altre città siciliane.

Finora non è andato tutto bene. Anzi, si registrano casi limite di gente “prigioniera” in casa propria e di persone che fanno la fila nelle sedi Usca per chiedere un nuovo tampone per i parenti bloccati a casa. Le Unità Speciali di Continuità Assistenziale sono fondamentali per il tracciamento e l’assistenza domiciliare. Finora la Sicilia è rimasta parecchio lontana dallo standard di efficienza che prevede una Usca per ogni 25 mila abitanti.

Nuove assunzioni

Da Palermo, però, arrivano buone notizie. Sono stati reclutati 60 medici che consentono di aumentare il numero delle Unità da 25 a 43, comprese due Usca scolastiche ed una di Pronto Intervento H24. Ma ci vorranno ancora dei giorni prima che si arrivi alle 50 Usca necessarie per garantirne una ogni 25 mila abitanti.

La situazione a Palermo

Dall’Asp di Palermo parlano di “tempi brevissimi” anche per assumere 13 autisti stabilizzandoli fra gli ex contrattisti. Altri sessanta medici svolgeranno turni di 6 ore per lo screening. Ma è anche il ruolo dei medici di base che va rivisto e potenziato, dotandoli di mezzi e risorse. Il comitato tecnico scientifico siciliano è stato molto chiaro sul punto: non si può fare a meno di una rete territoriale efficiente, che al momento sconta lacune decennali.

La situazione a Caltanissetta

Due sono le linee guida dell’Asp di Caltanissetta nello screening Covid-19: flessibilità e ricovero zero. Il direttore sanitario Marcella Santino ammette che sul “tracciamento” sono “un po’ in affanno” e questo “comporta anche un ritardo nel tampone di controllo e soprattutto nell’esito”.

Attese e disagi, dunque, per i pazienti in isolamento domiciliare che attendono il check di controllo. Nell’ultima settimana i casi di sono decuplicati e questo ha causato delle criticità, che però “pensiamo di risolvere già dalla prossima settimana”, afferma Santino.

A differenza di altre province, l’Asp di Caltanissetta ha messo in campo delle squadre di medici “che si occupano esclusivamente di effettuare i tamponi, che si muovono in tutta la provincia e che sono autonome rispetto alle Usca”. “Queste squadre – annuncia il funzionario Asp – saranno implementate con nuove assunzioni che prenderanno servizio già da oggi”.

“Abbiamo qualche ritardo sul tampone di controllo ma abbiamo abilitato le Usca a comunicare il referto negativo al paziente in modo da poter sciogliere l’isolamento domiciliare. Abbiamo dato una mansione in più alle Usca proprio per alleggerire lo Spemp (servizio epidemiologico) da questo carico di lavoro”, spiega Marcella Santino.

In merito alla prima parte dello screening (e quindi i tamponi dei sintomatici richiesti sia dai medici di medicina generale che dall’utenza) il direttore sanitario assicura: “Siamo alla pari. Alle richieste riusciamo a rispondere in 24 ore. Per quanto riguarda la lettura dei tamponi molecolari noi ci siamo resi indipendenti e abbiamo un’attrezzatura che ci permette di leggere fino a 800 tamponi al giorno e quindi nel giro di 24 o 48 ore al massimo riusciamo ad avere il risultato, questi tempi si allungano un po’ nel fine settimana”. Purtroppo qualche intoppo arriva dai rapidi effettuati nei laboratori privati. “Molte volte le comunicazioni sui rapidi dei privati arrivano in ritardo e questo ci lascia un po’ interdetti. Ma non appena abbiamo la comunicazione sottoponiamo il paziente al tampone molecolare e così rientra nel nostro circuito”.

Sul campo a Caltanissetta vi sono 6 Usca, 3 Usca scolastiche e 2 Usca pronto intervento. “Abbiamo messo in moto un modello molto flessibile in modo che possiamo spostare il personale a seconda delle esigenze”, spiega il direttore sanitario.

Pronto soccorso epidemiologico

Un punto di forza del sistema è l’aver allestito un pronto soccorso epidemiologico. “Questo permette a chi ha sintomi di non passare dal pronto soccorso normale o da zone grigie”, commenta Santino. “Il nostro obiettivo – aggiunge – e di non fare arrivare nessuno in ospedale e di lasciare i pazienti nelle proprie case con terapie a domicilio. Abbiamo un protocollo terapeutico in relazione alle varie sintomatologi: lieve, media e grave. Così possiamo monitorare l’ingresso in ospedale. Il responsabile delle terapie a domicilio è infatti – argomenta il funzionario Asp – anche il responsabile del Pronto Soccorso infettivologico”.

“Quella che si è conclusa è una settimana allarmante, i dati si sono decuplicati. Anche se la nostra provincia è sotto la media regionale. Abbiamo dei comuni al confine con la provincia di Palermo che ci preoccupano – chiosa Marcella Santino – ma abbiamo deciso di fare uno screening a tappeto sulla popolazione”.

La sindaca in trincea

Dal nisseno arriva anche l’esperienza di Elisa Carbone, sindaca del piccolo comune di Sommatino che conta 7000 abitanti. Sin dall’inizio dell’epidemia la 34enne ha deciso di fare la sua parte, così accompagna personalmente i medici dell’Usca per i tamponi e li supporta per il tracciamento dei contatti. “Siamo una piccola comunità e ognuno fa la sua parte. È importante evidenziare che il sistema sanitario, in mezzo a tante lacune, sta tenendo grazie all’impegno di tanti giovanissimi medici che sono in prima linea quotidianamente e con tutti i rischi che conosciamo. E poi c’è il lavoro anche dei volontari, anche loro giovanissimi”. “Quello che facciamo molti sindaci, soprattutto di piccole cittadine come questa – commenta la sindaca – è quella di fornire come possiamo il nostro supporto al lavoro dei sanitari. Questa epidemia non va sottovalutata, noi eravamo riusciti a uscire indenni con la prima ondata. Invece oggi abbiamo contiamo già diversi positivi”.

Cosa succede a Catania

Si corre ai ripari anche a Catania, dove i ritardi sul tracciamento e sui tamponi a domicilio sono fisiologici rispetto ai numeri galoppanti. “Gli sforzi in campo sono enormi”, assicurano i vertici dell’Asp etnea. La situazione dal punto di vista di tenuta del sistema sanitario è diventata allarmante nella provincia etnea: le fila di ambulanze nei pronto soccorso – immortalati dai cellulari dagli stessi medici – è l’immagine plastica della necessità di “fare presto” prima che la situazione precipiti.

Raddoppio delle Usca

Il commissario per l’Emergenza Covid Pino Liberti ha già predisposto il raddoppio delle squadre Usca in tutto il territorio provinciale. “Entro i primi giorni metteremo a punto il sistema”, spiega. Il piano di potenziamento prevede una differenziazione, con team di medici a cui sarà affidato il compito dei tamponi a domicilio.

Già la scorsa settimana un aumento delle Usca era stato avviato. Così come ha evidenziato qualche giorno fa a LiveSicilia Franco Luca, Capo dipartimento delle attività territoriali dell’Asp di Catania. “In tutta la provincia – spiegava – operano 14 squadre Usca, di cui 4 solo a Catania. Ma già abbiamo rafforzato il capoluogo con 2 nuovi team. In media un’equipe composta da due medici (o un medico e un infermiere) partendo alle 8 del mattino e rientrando alle 20 di sera riesce a eseguire 13 tamponi al giorno”.

A Catania inoltre è attivo il drive-in al Pta San Luigi in cui si effettuano i tamponi ai sospetti o a chi è entrato in contatto con positivi.

Potenziamento dei laboratori Covid

Ma non è finita, perché “l’Asp non sta lesinando forze e risorse nemmeno dal punto di vista dei laboratori che processano i tamponi. Stiamo facendo il possibile per poter potenziare il laboratorio di Caltagirone e di San Giorgio a Catania in modo da alleggerire – ha spiegato il dirigente Luca – il lavoro incredibile che stanno svolgendo al Policlinico etneo”.

Drive-in per gli studenti degli istituti superiori

Intanto si concluderà questa sera la tre giorni della campagna di screening per il Covid-19 rivolto agli studenti delle scuole superiori, oltre al personale docente e non docente e i loro familiari. Sono 4000 i tamponi che sono stati effettuati ieri nei vari drive-in allestiti in vari comuni della provincia. A Catania si trovano allo scambiatore di Nesima, al parcheggio Amt a Fontanarossa, nel parcheggio scambiatore Due Obelischi. Infine si trovano al Parcheggio di Capomulini di Acireale, allo Stadio di Adrano, nell’Area di Protezione Civile a Caltagirone, nell’area adiacente alla piscina a Paternò.


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