Skip to content
Sezioni
LiveSicilia
Cerca
Palermo
Catania
Trapani
Agrigento
Messina
Caltanissetta
Enna
Ragusa
Siracusa
Cerca
  • Home
  • Cronaca
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Cultura e Società
LiveSicilia.it / Politica / In rosso e al verde

In rosso e al verde

Quanto possono resistere ancora le categorie inghiottite dalla crisi economica? E' chiaro che serve un cambio di passo.
CORONAVIRUS
di Salvo Toscano
7 Commenti Condividi

Mentre la Lombardia protesta per la zona rossa che taglia le gambe all’economia, la Sicilia s’è vestita di rosso praticamente su richiesta, dopo che sindaci delle grandi città e Regione hanno chiesto al governo centrale di imporre all’Isola le misure di contenimento massime. Il governatore Musumeci, alla luce dei dati allarmanti sui contagi, valuta di applicare strette ancora maggiori (una è già partita e riguarda e visite, vietate, ai parenti) rispetto al dettato dello Stato.

Come siamo arrivati a questo è presto detto, lo abbiamo riassunto ieri: in primis le strategie fuori tempo del governo centrale, che impose due mesi di lockdown generalizzato all’intero Paese in primavera, quando il virus era concentrato in grandissima parte in un’area ben definita e molto lontana dalla Sicilia, e invece ha proposto il fin qui fallimentare schema dei colori colpendo di fioretto quando la pandemia era di nuovo sfuggita di mano e la chiusura totale sembrava l’unica strada; in secondo luogo con il sostanziale fallimento dei controlli di fronte a comportamenti irresponsabili, purtroppo non marginali, e qui il flop coinvolge in qualche misura anche i Comuni; e infine una fragilità del sistema ospedaliero non risolta se non sulla carta, come ha detto al nostro giornale un membro del Comitato scientifico, che ha spiegato come un conto sono i posti sulla carta, un altro quelli che effettivamente funzionano perché, tra le altre cose, hanno il personale necessario, e qui a essere chiamata in causa è la Regione. Ma il tracollo di mezza Europa in questi giorni è sufficiente per comprendere che i passi falsi di chi ha responsabilità di governo di fronte a un’emergenza sanitaria così paurosa hanno molte attenuanti.

Ad ogni modo, cosa fatta capo ha, o come si dice dalle nostre parti, questa è la zita. E con questa bisogna avere a che fare. Cercando di non perdere di vista che oltre ai preoccupati con la pancia piena che applaudono ogni chiusura – quella platea vasta di persone alla cui vita la crisi economica da Covid ha fatto un baffo – ci sono i preoccupati perché disperati per gli effetti devastanti delle chiusure. Intere categorie rovinate, per le quali i ristori sono stati pannicelli caldi, gente che ha stretto i denti per qualche mese ma a cui ormai si impone una traversata nel deserto di un anno, roba per la quale ci vogliono spalle larghissime che tanti purtroppo economicamente non hanno.

In questi giorni vi abbiamo accompagnato quotidianamente in un viaggio negli effetti della crisi da Covid, dando voce a storie emblematiche di vite travolte dagli effetti economici della pandemia. Dai ristoratori, messi in ginocchio dai divieti (leggi l’articolo), ai teatranti, finiti in un tragico e dimenticato limbo (qui l’articolo), dalle agenzie di viaggio rimaste deserte (qui la loro voce) agli alberghi (qui l’articolo) o alle ludoteche rimaste a secco (qui l’articolo). Un elenco solo indicativo e non certo esaustivo.

È inutile girarci attorno, abbiamo ormai chiaro che se l’autunno è stato difficile lo sarà anche l’inverno. E che solo la primavera, quando almeno gli anziani saranno stati vaccinati (se ce la faremo in tempi così stretti) potrà portare un sostanziale miglioramento. Ma a Roma, tra una profferta a un possibile “costruttore” e  un’altra, chi governa ha messo a fuoco che difficilmente questo esercito di disperazione potrà resistere così a lungo? Non è forse ancora evidente che servono ulteriori misure mirate a salvare dall’inevitabile chiusura questi mondi da cui nei prossimi mesi potrebbero venire fuori milioni di disoccupati? La prima priorità è l’emergenza sanitaria, è il salvare vite, ma la devastazione economica da virus travolge e distrugge vite in un altro modo e va considerata con la massima attenzione. E con un qualche cambio di marcia se è vero che l’Italia primeggia non solo per le vittime in rapporto alla popolazione ma anche per gli effetti negativi della pandemia sul Pil.

I soldi, certo, si dirà. Dove si trovano i soldi. Per pagare il monopattino elettrico anche al figliuolo del signore da centomila euro di reddito annui li abbiamo trovati. Magari un’idea arriverà. Forse, chiedere un piccolissimo aiuto a chi la crisi economica non l’ha vista manco da lontano (il rapporto dell’Osservatorio regionale sul credito ci dice che in Sicilia in un anno i depositi sono aumentati del 5 per cento) per lenire la sofferenza di chi c’è finito dentro mani e piedi, potrebbe essere un’idea. Magari, contestualmente, trovando il coraggio di ammettere che non possiamo vivere di sussidi statali sen­za creare reddito o che è una pia illusione tentare di difendere l’occupazione finanziando con fiumi di soldi pubblici aziende-carrozzone chiaramente senza futuro. 

Tags: coronavirus sicilia · ristori

Pubblicato il 17 Gennaio 2021, 06:0418 Gennaio 2021, 16:16
7 Commenti Condividi
Commenti
  1. E.T.A. 1 mese fa

    Plauso ad un commento come sempre lucido e crudo. Questa pandemia è una crisi epocale e selettiva che ha colpito poco o nulla alcune categorie, anche se non le definirei privilegiate in senso stretto e altre molto o moltissimo .
    Ci sono state scelte discusse e discutibili e nell’articolo ben si evidenzia che i governanti di questo paese, che anche in questi mesi hanno dato prova di impreparazione e confusione, non hanno tuttavia fatto nè meglio nè peggio dei governanti di altri paesi, più celebrati a livello di organizzazione generale  ma anche per i valori etici e il senso  di responsabilità di popoli, ben più abituati del nostro, al rispetto delle regole.
    Non è semplicistico affermare che la coperta è cortissima perchè l’uovo di colombo sarebbe mettere in campo controlli ferrei tali da garantire il rispetto delle regole e la sopravvivenza di chi chiede solo di lavorare e non morire. Ma chiunque sa che controllare significa prima di tutto avere acquisito  una cultura del controllo e possedere risorse, tante, per attuarlo e noi non abbiamo ne l’una e forse neanche le altre. Del resto come per la sanità non è certo in un periodo di emergenza che si può recuperare il tanto terreno perduto in anni di indecenza.

    Rispondi
  2. Gaspare Barraco 1 mese fa

    MULTARE SENZA PIETA’ E TIMORE I SENZA MASCHERINA O CHI STA CON NASO IN BELLA MOSTRA.Senza le maniere forti i contagiatori volontari e insensati faranno un favore eterno al Coronavirus.Zone rosse inefficaci.Ronde efficaci.Ing.Gaspare Barraco.Marsala.

    Rispondi
  3. Gnazio 1 mese fa

    In momenti difficili come questi, si dovrebbe avere la migliore classe dirigente, ma purtroppo non l’abbiamo poiché nel tempo, anche noi cittadini siamo stati complici di eliminarla, con le scelte elettorali. Ma aldilà di questa considerazione, oggi chi ci governa a tutti i livelli dovrebbe mettere da parte la competizione elettorale e fare le scelte che tengono conto delle urgenze primarie ( certo non possono essere i bonus di qualsiasi natura, che servono come giustamente evidenziato a chi può spendere) cioè concentrare le risorse per la sanità e l’emergenza economica per le categorie effettivamente colpite, poi dopo che siamo usciti dalla pandemia pensiamo a ricostruire con gli aiuti che provengono dall’UE. Ricordandoci che i fondi vanno spesi tutti per il rilancio dell’economia, no bonus, no fondo perduto , si prestiti in 30/50 anni a tasso zero con la garanzia dello Stato, no lo Stato imprenditore, si alle riforme che rivedano il sistema burocratico.

    Rispondi
  4. GUARDARE OLTRE 1 mese fa

    ALLA LUCE DI QUANTO RIPORTATO NELL’INTRUDUZIONE DELL’ARTICOLO, MI VIENE DA RIDERE PER NON PIANGERE, SE PENSO CHE IL COMUNE HA APPROVATO UN REGOLAMENTO CHE PREVEDE LA SOSPENSIONE DELLE LICENZE PER TUTTE QUELLE ATTIVITA’ CHE NON PAGANO I TRIBUTI.
    CONSIDERATE LE GIA’ CHIUSURE DELLE ATTIVITA’ PRE CORONAVIRUS, DA SOMMARE QUELLE IN PIENO CORONAVIRUS, A QUELLE SUCCESSIVE AL CORONAVIRUS, CHE COSA GLI RIMANE AL SINDACO ORLANDO DI CHIUDERE. QUEL REGOLAMENTO E’ SEMPLICEMENTE UNA VERGOGNA ED UN VIOLENTO SCHIAFFO DATO A PERSONE CHE ANCORA A PALERMO INCOSCIAMENTE VOGLIONO CONTINUARE A FARE IMPRESA.
    MA POI DOVE SONO LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIE?

    Rispondi
  5. nessuno 1 mese fa

    Il blocco di tutto è la cosa più facile e credo che sia l’ultima volta che si può fare, troppo tempo ormai sono sospese le garanzie costituzionali, la gente non ne può più, paghaimo gli errori della politica a tutti i livelli ed il loro immibilismo, si rischiano riveolte sociali che porteranno il paese nello sconcerto più totale, ma a questi signori lo stipendio arriva , per adesso

    Rispondi
  6. Marghetita 1 mese fa

    Concordo con il signor Barranco…basta chiusure..che ci lascino liberi di vivere e lavorare con gli accorgimenti e puniscano severamente chi non si comporta correttamente..quindi le somme impiegate per gli inutili aiuti si possono impiegare più proficuamente per le forze dell’ordine…aumentando numero di pattuglie e controlli serrati

    Rispondi
  7. Riflessione 1 mese fa

    La politica siciliana, contrariamente allo Stato, ha fatto scelte folli, clientelari e fasciste. E questi sono i risultati.

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Live Sicilia

Foto e Video

La necropoli punica scoperta a Marsala FOTO

Etna, il silenzio dopo l'esplosione: meraviglia nella notte

Sotto sequestro l'impero degli imprenditori Luca di Gela

Cep, quei ragazzi per strada "senza un obiettivo" VIDEO

Apple Premium Reseller
0 Commenti Condividi

R-STORE. Stessa mela ma su un grande albero

di Sponsorizzato
Palermo
Catania
Trapani
Agrigento
Messina
Caltanissetta
Enna
Ragusa
Siracusa

Direttore Resp. Salvo Toscano - Aut. del tribunale di Palermo n.39 del 17/10/2008
Sede legale: Via Giuseppe La Farina nr. 3 - 90141 Palermo - Ufficio Registro delle imprese di Palermo nr. REA 277361 - P.I. 05808650823 - Capitale Sociale: 50.000 euro interamente versati
Tel. 0916119635 - Email: redazione@livesicilia.it - amministrazione@livesicilia.it - commerciale@livesicilia.it
Livesicilia.it Srl è iscritta nel Registro degli operatori di comunicazione al numero 19965.

Privacy Policy
Contatti
Pubblicità
RSS LiveSicilia