Unict, processo per i concorsi: Enzo Bianco si difende - Live Sicilia

Unict, processo per i concorsi: Enzo Bianco si difende

L'ex sindaco ha rilasciato dichiarazioni spontanee nel corso dell'udienza preliminare del secondo troncone dell'inchiesta Università Bandita

CATANIA – Enzo Bianco, ex sindaco di Catania, decide di prendere la parola e di fare dichiarazioni spontanee davanti alla gup Simona Ragazzi. È stato questo uno dei momenti che ha caratterizzato l’udienza preliminare del secondo troncone del processo relativo alle modalità – ritenute illecite dalla Procura – di alcuni concorsi accademici banditi all’Ateneo di Catania.

Il senatore è coinvolto nell’episodio relativo alla cattedra di Storia delle Istituzioni giuridiche dell’antichità assegnata a Orazio Licandro, dopo una procedura di ‘chiamata esterna’. Bianco respingendo qualsiasi ipotesi di condotta illecita, in prima battuta ha voluto spiegare le ragioni che lo hanno portato da sindaco di Catania ad affidare il ruolo di assessore ai Saperi e alla Bellezza al professore Orazio Licandro, “personalità preparata e stimata a livello internazionale” e con spiccate “sensibilità” relative al mondo della cultura. L’ex ministro ha evidenziato come Catania, durante gli anni in cui Licandro è stato assessore, si sia arricchita di eventi culturali di grande rilevanza. Eventi che hanno trasformato la città in un’importante vetrina per il turismo culturale. Entrando poi nel cuore del processo, Enzo Bianco ha voluto precisare che nel corso delle sue interlocuzioni (anche di carattere istituzionale) con i vertici dell’Università non vi è stata mai alcuna “pressione o interferenza” da parte sua per la cattedra poi vinta da Licandro.

Oltre a Bianco hanno rilasciato dichiarazioni spontanee anche Pietro Pavone, Alessandra Maria Ragusa, Salvatore Saccone e Giampiero Leanza. Ognuno di loro ha chiarito la propria posizione processuale respingendo la tesi accusatoria. Al centro dell’inchiesta della Digos Università Bandita, coordinata dai pm Marco Bisogni, Raffaella Vinciguerra e Santo Di Stefano, molteplici ‘episodi’ riguardanti gli iter dei concorsi accademici che secondo la Procura sarebbero stati cuciti su misura ad un candidato già prescelto. In questo troncone processuale sono 45 gli imputati che rischiano il rinvio a giudizio. I reati contestati a vario titolo sono turbativa d’asta, corruzione e induzione a dare e promettere utilità. Nello stralcio principale, invece, sono imputati i due ex rettori Francesco Basile e Giacomo Pignataro insieme ad altri 8 prof, uno dei quali sta affrontando il rito abbreviato. Ai dieci è contestato il reato associativo.

Il pm Santo Di Stefano, presente in aula, ha già consegnato alla gup l’elenco delle ventotto posizioni che saranno analizzate nel corso della prima delle due udienze riservate alla discussione dell’accusa. E saranno affrontate le vicende collegate all’ex sindaco Enzo Bianco e al già procuratore di Catania Vincenzo D’Agata. La requisitoria dei tre sostituti procuratori sarà incentrata sulle contestazioni mosse nei confronti di Laura Ballerini, Antonio Barone, Enzo Bianco, Antonio Giuseppe Biondi, Paolo Cavallari, Umberto Cillo, Agostino Cortesi, Vera D’agata, Vincenzo D’Agata, Stefano De Franciscis, Francesco Di Raimondo, Marcello Donati, Calogero Guccio, Alfredo Guglielmi, Giampiero Lanza, Massimo Libra, Orazio Licandro, Luigi Mancini, Marco Montorsi, Ferdinando Nicoletti, Maria Paino, Giuseppe Pappalardo, Vincenzo Perciavalle, Giovanni Puglisi (per due capi d’imputazione), Stefano Giovanni Puleo, Maria Alessandra Ragusa, Romilda Rizzo, Giovanni Schillaci. Le imputazioni nei confronti degli altri professori saranno invece affrontate il 10 giugno. Poi sarà la volta delle parti civili e delle difese.


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