Processo Report, 35 imputati: Sammartino è stato stralciato - Live Sicilia

Processo Report, 35 imputati: Sammartino è stato stralciato

Il capitolo reati elettorali è in stand by. Intanto lunedì si apre il troncone principale. Davanti al gup esponenti dei clan Laudani e Santapaola.
L'UDIENZA PRELIMINARE
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CATANIA – Il suo nome non c’è. Luca Sammartino non compare nell’elenco dei 35 imputati del processo Report. Nelle 22 pagine dell’avviso di fissazione dell’udienza preliminare davanti al gup Andrea Filippo Castronuovo e nell’allegata richiesta di rinvio a giudizio firmata dai pm Marco Bisogni e Tiziana Laudani e dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo non c’è nemmeno il riferimento al capo d’imputazione di corruzione elettorale che vede il deputato regionale di Italia Viva indagato insieme a Lucio Brancato, indicato dagli inquirenti come il braccio destro del boss dei Laudani Orazio Scuto ‘u vitraru’.

La posizione di Sammartino è stralciata

La posizione dell’enfant prodige della politica siciliana è stata, dunque, stralciata. Lo scorso dicembre a Luca Sammartino gli è stato notificato – assieme ad altre 37 persone – l’avviso di conclusione indagine dell’inchiesta Report della Guardia di Finanza. L’avvocato Carmelo Peluso, legale del parlamentare regionale, una volta letti gli atti, ha depositato una corposa memoria con allegati documenti che dimostrerebbero (a parere della difesa) l’insussistenza dell’accusa mossa dagli inquirenti.

Il deputato ha respinto le accuse

C’è da dire che Sammartino fin da subito ha respinto le accuse, affermando di essere “consapevole di non aver commesso alcun reato”. Consapevolezza che gli farà affrontare con serenità (“sicuro di un’assoluzione con formula piena”) il processo frutto di un’indagine della Digos, per corruzione elettorale, che si aprirà il prossimo dicembre

Il capitolo “reati elettorali”

Le intercettazioni della Guardia di Finanza – che stavano monitorando la ricomposizione della cupola dei Laudani nell’acese – hanno portato ad aprire nell’informativa Report un capitolo “reati elettorali” con il coinvolgimento di Luca Sammartino. Mr 32mila preferenze avrebbe “siglato un patto” con Brancato per le elezioni regionali del 2017. La merce di scambio sarebbe stata la promessa di un posto di lavoro per il nipote dell’imputato e dello spostamento di una cabina telefonica davanti alla pizzeria di Mascalucia (dove Sammartino – secondo un dialogo intercettato di Brancato- si sarebbe presentato). La cabina telefonica alla fine è stata distrutta dall’esplosione di una bomba. 

Lo stralcio dal troncone principale

Il faldone difensivo ha fatto scattare una fase di accertamenti investigativi da parte della Guardia di Finanza, su richiesta della procura. Una volta concluso questo “lavoro integrativo” si apriranno due possibili strade per i pm: richiesta di rinvio a giudizio o istanza di archiviazione. Intanto il capitolo reati elettorali è stato diviso dal troncone principale – quello sull’organizzazione mafiosa, le estorsioni, le aste giudiziarie, le intestazioni fittizie –  che è andato avanti. 

Il clan Laudani alla sbarra

Lunedì prossimo, infatti, all’aula bunker di Bicocca si aprirà l’udienza preliminare (il 3 maggio c’è stato un rinvio) davanti al gup Andrea Filippo Castronuovo per 35 imputati, alcuni dei quali detenuti. Alla sbarra – tra gli altri – ci sono i componenti della cellula mafiosa dei Laudani, che avrebbero avuto come capo Orazio Scuto. Quest’ultimo nonostante la detenzione (condannato nel processo Viceré) sarebbe riuscito a inviare direttive all’esterno nascondendo missive all’interno di pacchetti di cioccolato o succhi di frutta consegnati ai suoi familiari durante i colloqui in carcere. La Guardia di Finanza è riuscita a ‘intercettare’ le lettere indirizzate ai suoi uomini di fiducia, Litterio “Rino” Messina e Lucio Brancato. E se c’era da dare una lezione ci avrebbe pensato Giacomo “Rocky il pugile ” Caggegi. Il Gico delle fiamme gialle ha fermato la fase di riorganizzazione dei Mussi i Ficurinia, che nel 2016 sono stati azzerati in ogni territorio. Attorno alla figura del boss Scuto ‘u vitraru’ si stava “facendo ripartire la vecchia guardia del clan”. Le mani dei Laudani sarebbero arrivate fino alle aste giudiziarie. 

Stralciato il figlio naturale del boss

Tra i 35 imputati non c’è il nome di Alberto Caruso, figlio naturale di Gaetano Laudani. Anche la sua posizione è stata stralciata. Il Tribunale del Riesame, accogliendo il ricorso della difesa, aveva già annullato l’ordinanza di custodia cautelare del gip emessa lo scorso dicembre.

I Santapaoliani

Nel filone estorsioni rischiano il processo anche esponenti dei Santapaola-Ercolano: come Salvatore Mazzaglia e Mirko Casesa, del gruppo di Cosa nostra di Mascalucia.

I nomi dei 35 imputati

Luca Anicito, Francesco Battiati, Venerando Battiato, Carmelo Bonaccorso, Rosario Bonanno, Girolamo Brancato, Giacomo Caggegi, Rosario Caggegi, Mirko Pompeo Casesa, Antonino Coco, Paolo Filippo Costarelli, Maurizio Pier Francesco Di Stefano, Francesco Gallipoli, Orazio Gallipoli, Fabio Gambino, Girolamo Genna, Alfio Giuffrida, Angelo La Rosa, Simona La Rosa, Rosario Mannino, Salvatore Mazzaglia, Litterio Messina, Francesco Paolillo, Antonino Pappalardo, Gianfranco Antonino Pappalardo, Vincenzo Massimiliano Pappalardo, Alessandro Pavone, Antonino Puglisi, Alessandro Camilla Scuto, Orazio Salvatore Scuto, Valentina Concetta Caterina Scuto, Rosaria Gabriella Sidoti, Adamo Tiezzi, Dante Giuseppe Tiezzi, Vera Torrisi. 


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