Accerchiato e ucciso alla Vucciria: nuovi particolari dell'omicidio

Accerchiato e ucciso alla Vucciria: nuovi particolari dell’omicidio

Vittima e carnefici probabilmente sgomitavano nel sottobosco della droga. Emergono nuovi particolari

PALERMO – Si erano preparati al peggio e il peggio è avvenuto. Tre colpi di pistola al torace di Emanuele Burgio, 26 anni, assassinato la notte scorsa alla Vucciria.

È stato un regolamento di conti quello di via dei Cassari, a Palermo.

Vittima e carnefici probabilmente sgomitavano nel sottobosco della droga. Ed è forse degli affari sporchi che dovevano discutere ieri notte intorno all’una.

Se si si trattato di un agguato o, come sembrerebbe, di una lite degenerata, è ancora presto per dirlo, di certo però l’assassino o gli assassini si sono presentati armati.

Ad avvertire i poliziotti è stato un residente della strada della vecchia Palermo. Ha sentito i colpi di arma da fuoco, si è affacciato al balcone e ha visto un uomo per terra.

Non è facile per gli agenti della squadra mobile, guidati da Rodolfo Ruperti, ricostruire la vicenda. Si stanno scontrando, infatti, con i silenzi di tante, troppe persone. E dire che di testimoni ce ne sono parecchi.

La ricostruzione fin qui fatta dagli investigatori racconta di un gruppo di persone, in sella a degli scooter, che ieri notte si sono presentate nella trattoria “Zia Pina” che la famiglia Burgio gestisce alla Vucciria. Hanno accerchiato la vittima e fatto fuoco. Burgio non era da solo, forse è anche per questo che si sentiva protetto.

Chi è Emanuele Burgio? Nessun precedente di rilievo, è figlio di Filippo Burgio. Il padre è stato condannato con sentenza definitiva a 9 anni per mafia, già scontati. Filippo Burgio, infatti, era l’uomo che teneva la cassa delle estorsioni della famiglia di Palermo centro, mandamento di porta Nuova. Ma è storico il suo rapporto con Gianni Nicchi, arrestato nel 2009 all’apice di una carriera criminale che lo aveva portato alla reggenza di un altro mandamento, quello di Pagliarelli.

Il profilo social di Emanuele Burgio aiuta investigatori a inquadrare il personaggio. Si è fatto immortalare mentre si allenava prendendo a pugni un albero al Foro Italico, senza paura di farsi male.

Forse è per questa sua indole che l’assassino o gli assassini si sono presentati armati ieri sera. Qualcuno ha tirato fuori la pistola e ha fatto fuoco. Resta da capire se ciò sia avvenuto subito, oppure dopo una breve discussione.

Inutile la corsa in ospedale dove Burgio, accompagnato da alcuni amici, è morto poco dopo il suo arrivo. Quando i poliziotti sono giunti nella strada dove si è consumato il delitto hanno trovato il basolato ripulito dal sangue.

Chi e perché ha fatto fuoco? Le voci della Vucciria raccontano di contrasti con persone del rione Borgo Vecchio, altra piazza di spaccio palermitana. Ecco perché non si esclude che Burgio possa avere pestato i piedi a qualcuno negli affari della droga. Credeva di potere alzare la voce alla Vucciria, rione in cui vive. Il caso è in mano alla Procura antimafia.


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