Fontana contro i "mafiosi parassiti" e al fratello dice: "Devi parlare"

Fontana contro i “mafiosi parassiti” e al fratello: “Parla”

Prima parte della lunga deposizione dell'aspirante pentito. Equilibri mafiosi e investimenti

PALERMO – “Devi parlare pure tu, devi parlare, mettici un punto”, dice Gaetano Fontana rivolgendosi al fratello Giovanni che lo ascolta in video collegamento.

È uno dei passaggi della lunga deposizione del boss dell’Acquasanta, sulla cui reale intenzione di pentirsi la Procura nutre dei dubbi tanto che al momento è e resta uno degli 84 imputati. A chiedere l’interrogatorio è stato il suo legale, l’avvocato Monica Genovese. Al suo interrogatorio hanno condizionato la scelta del rito abbreviato alcuni imputati.

È un maxi processo quello che si celebra davanti al giudice per l’udienza preliminare Simone Alecci. Nasce dal blitz dei finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria del maggio scorso. Sotto processo i fratelli Gaetano, Giovanni e Angelo Fontana. Il ruolo direttivo viene contestato anche a Michele e Giovanni Ferrante.

“Mettici un punto, non ci sono più i mafiosi di un tempo”, ripete Gaetano al fratello. Attacca i mafiosi “sanguisughe e pezzenti” che chiedono il pizzo. Quando comandava suo padre, Stefano Fontana, “queste cose non c’erano”, perché se chiedi il pizzo “il popolo ti si rivolta contro”. Ed invece nella mafia di oggi sono tutti dei “parassiti”. Se la prende con il boss pentito dell’Acquasanta Vito Galatolo, che definisce “un ubriacone da taverna e truffatore”.

Poi inizia a parlare dei beni che ha accumulato grazie ai soldi sporchi del padre. Immobili, tabaccherie, bar intestati a prestanome. È solo il primo round, la deposizione prosegue mercoledì. Da cosa metterà sul piatto dipende il giudizio sulla sua reale volontà di cambiare vita. Parlerà degli assetti mafiosi e degli investimenti a Palermo e Milano.

Ad ascoltarlo anche la madre, Angela Teresi, pure lei imputata.

Mafia, estorsioni, intestazione di agenzie di scommesse sportive e corse dei cavalli truccati in giro per l’Italia: l’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Salvo De Luca e dai sostituti Amelia Luise, Maria Rosaria Perricone e Dario Scaletta è un grande contenitore di ipotesi di reato.

Ecco l’elenco completo di chi ha chiesto il rito abbreviato: Pietro Abbagnato, Cristian Ammirata, Lorenzo Badalamenti, Salvatore Badalamenti, Fabrizio Basile, Tommaso Bassi, Giulio Biondo, Antonino Bonura, Stefano Calafiore, Filippo Canfarotta, Fabio Chiarello, Andrea Giampallari, Salvatore Ciampallari, Salvatore Ciancio, Letizia Cina, Riccardo Colombo, Antonino Picelli, Giuseppe Corona, Paolo Attilio Remo Cotini, Gianpiero D’Astolfi, Danilo D’Ignoti, Lorenzo Di Salvo, Antonino Di Vincenzo, Giovanni Di Vincenzo, Charles Francesco Fabio, Laura Fabio, Francesco Ferrante, Francesco Pio Ferrante, Giovanni Ferrante, Ignazio Ferrante, Michele Ferrara, Angelo Fontana, Giuseppe Gambino, Nunzio Gambino, Giovanni Giannusa, Salvatore Giglio, Roberto Giuffrida, Ivan Gulotta, Domenico La Mattina, Filippo Lo Bianco, Giovanni Mamone, Davide Matassa, Sergio Napolitano, Domenico Onorato, Santo Pace, Gianluca Panno, Domenico Passarello, Emilia Passarello, Pierfulvio Pecoraro, Gaetano Pensavecchia, Luigi Pensavecchia, Raffaele Pensavecchia, Gaetano Pilo, Domenico Pitti, Vittorio Stanislao Pontieri, Michela Radogna, Massimiliano Regge, Carmelo Rubino, Rosolino Ruvolo, Daniele Santoianni, Monica Schillaci, Liborio Sciacca, Giuseppe Spallina.


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