Vaccini, Green pass in ufficio, posti letto: il piano di Razza

Vaccini, Green pass in ufficio, posti letto: il piano di Razza

Intervista all'assessore regionale alla Sanità. Cauto ottimismo per l'autunno

PALERMO – Nessuna previsione che rischia di essere smentita, ma c’è un cauto ottimismo nelle parole di Ruggero Razza per l’autunno ormai alle porte. L’assessore regionale alla Sanità parte dai numeri del Covid in Sicilia.

Dati, grafici, statistiche, tendenze. Tanti numeri, poche certezze: qual è la situazione oggi?
“Mi concentro su due dati: il primo è la diminuzione dei ricoveri e il secondo è una crescita importante delle prime vaccinazioni che hanno superato il 74%. Siamo vicini all’80% previsto dal target del commissario nazionale. Che secondo me, però, non sarà sufficiente, tanto che oggi si parla del 90% da raggiungere entro l’arrivo dell’inverno”.

Prima l’80, poi il 90%, la Sicilia resta indietro, ce la farà?
“Sul fronte delle vaccinazioni nei prossimi mesi avremo tre problemi da affrontare e risolvere. Convincere i siciliani che non si sono vaccinati, lavorare sulle terze dosi che doverebbero interessare i soggetti fragili, gli anziani e gli operatori sanitari in modo da riorganizzare le strutture in condizioni di maggiore sicurezza”.

Cosa ha provocato quella che lei definisce “crescita importante delle vaccinazioni” giunte al 74%?
“Due fattori: la preoccupazione derivante dall’aumento delle presenze negli ospedali e dei ricoverati in terapia intensiva e i contagi nuovi. E poi c’è l’azione mirata territoriale delle Asp e delle ordinanze settoriali del presidente Musumeci che senza dubbio hanno contribuito. Penso a Comiso (dopo il passaggio in zona arancione, sono aumentate le vaccinazioni) dove la sinergia fra sindaco, Azienda sanitaria provinciale e medici di medicina generali ha consentito una crescita importante”.

Perché non si è replicato il modello altrove?
“Si è fatto e si farà. La verità è che resta l’amarezza perché se alcune ordinanze adottate fossero state rese operative dai primi di agosto oggi la realtà sarebbe diversa (il collegio del garante della privacy a fine luglio ha bocciato l’ordinanza del governatore Nello Musumeci che disponeva il censimento dei lavoratori non vaccinati degli enti pubblici e dei servizi essenziali ndr) ed invece il garante della privacy ha agito su una fascia di lavoratori nella aree maggiormente colpite dal Covid”.

Non c’è altro da fare?
“Il Governo nazionale mi pare che voglia proporre quello che noi volevamo adottare già ad agosto. Accesso con Green pass nei luoghi di lavoro e nei servizi essenziali. Penso che oggi le proposte saranno sostenute da qualcuno che allora, quando lo diceva la Sicilia, ha avuto da criticare. Un giorno si capirà che la Sicilia sarebbe stata più protetta con l’adozione di certi provvedimenti”.

Dunque Green pass anche per i tanti lavoratori regionali?
“Governo e sindacati stanno lavorando ad un percorso comune. Il tema del Green pass è divisivo, sia fra parti sociali che forze politiche”.

Sul Green pass per i dipendenti regionali la Sicilia ha un margine di iniziativa autonoma?
“Purtroppo no. C’era possibilità di agire sul pianto del diritto del lavoro, ma non si può litigare con chi ha responsabilità in un momento del genere”.

Lei che ne pensa?
“Ho un approccio laico. Capisco chi dice che un uso eccessivo del Green pass serve ad andare verso un obbligo vaccinale senza dichiaralo. Questo è obiettivamente vero, allora forse per alcune categorie non ci sarebbe stato alcun problema a prevedere l’obbligo vaccinale. Sarebbe stato più leale. Governo, assumiti la responsabilità di renderlo obbligatorio. In altri casi il Green pass è uno strumento importante che non va demonizzato, ma va usato con chiarezza. Non è serio scrivere che se ti siedi a tavola in mensa aziendale serve il Green pass e per lavorare al fianco del tuo stesso collega nella scrivania no. È normale che qualcuno dica ‘ma che stiamo facendo?'”.

Lei è per l’obbligo vaccinale?
“Se ci vacciniamo fino a raggiungere il 90% il tema dell’obbligo è superato. Se prevalessero il timore e la resistenza al vaccino siamo sicuri che il Green pass serva per superarli? Forse ci vuole un provvedimento legislativo. Non possiamo mettere a rischio la nostra economia e paralizzare l’attività ospedaliera avendo il vaccino a disposizione. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella è stato chiaro quando ha detto ‘non si invochi la libertà per sottrarsi dalla vaccinazione, perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e, in qualche caso, di mettere in pericolo la vita altrui’. Mi pare che non serva aggiungere altro”.

Che autunno dobbiamo aspettarci?
“Non è opportuno fare previsioni, ma mi auguro che l’impatto della malattia possa essere più contenuto grazie all’immunizzazione diffusa e alla tempestività delle cure”.

A proposito dei cure, si fanno oppure si pensa solo ai vaccini?
“Ci sono dei protocolli di cura sia ospedalieri che domiciliari. Sbaglia molto chi mette le cure in antitesi il vaccino. Si confonde la prevenzione con la cura”.

Sta iniziando la scuola. Circoleranno migliaia di ragazzi, siamo pronti all’impatto?
Abbiamo inviato una circolare che prevede vecchie regole e nuove iniziative. Ad esempio i test salivari, migliaia e migliaia di test nelle scuole per controllare il virus”.

Altra nota dolente: è di pochi giorni fa la notizia che all’ospedale Cervello di Palermo alcuni reparti sono stati riconvertiti al Covid. Un film già visto, dopo diciotto mesi siamo punto e a capo. Come è possibile?
“Si tratta di una situazione direttamente proporzionale al numero dei malati. Però mi consenta di dire che spesso si confondono dei concetti fra loro diversi. La conversione non vuole dire sospensione dell’attività ordinaria. Quando altrove sono sono state bloccate le attività di sala operatoria la Sicilia non lo ha fatto. Sia al Civico di Palermo che al Garibaldi di Catania c’è stata un’attività chirurgica superiore nel 2020 rispetto all’anno precedente. Se i nostri concittadini avessero raccolto prima l’invito alla vaccinazione avremmo oggi un impatto minore”.

I problemi nella quotidianità dei malati che soffrono di altre patologie sono, però, una realtà. Alcuni ricoveri vengono sospesi o dirottati altrove
“L’attività è più lenta, ma è bene ricordare che ci confrontiamo con una dimensione che è ancora pandemica. Se il Consiglio dei ministri e il Parlamento hanno prorogato l’emergenza fino al 31 dicembre 2021 ciò significa che non affrontiamo una questione ordinaria. Siamo in emergenza nazionale ed è inevitabile che vengano compresse alcune attività ordinarie”.

Magari si poteva evitare la compressione se si fossero realizzati più posti, ad esempio quelli previsti dal piano nazionale di cui la Regione è l’ente attuatore
“Rispetteremo i tempi per completare entro la fine dell’anno la maggior parte delle opere. Siamo più avanti di tutte le altre Regioni”.

Più avanti, ma sempre in ritardo
“Il piano non era immaginato dal governo nazionale e dal parlamento come legato alla sola emergenza ma alla trasformazione del rapporto fra numero di abitanti e terapie intensive, restituendo a tutta la regione un numero imponente di posti letto che prima non c’erano. Si corregge ciò che era stato fatto con il decreto Balduzzi che spingeva l’idea di una sanità pubblica che doveva diminuire l’assistenza ospedaliera senza confrontarsi con il peso dell’esigenza delle cure intensive nell’ambito dei posti letto. Alla fine in Sicilia sarà potenziata la rete per le cure intensive e sub intensive. Quando sono diventato assessore i posti letto erano 350, oggi in via ordinaria saranno più di 700. Presto avremo una condizione di sicurezza che mai abbiamo avuto in passato”.

Si attendono i soldi del Recovery per sistemare la sanità siciliana. Siamo pronti?
“Ho già adottato un decreto per il rinnovo delle tecnologie per 200 milioni di interventi, attendiamo la conferenza Stato-Regioni per le direttive. Siamo pronti, ad esempio, avendo predisposto i decreti sull’assistenza domiciliare integrata”.

Oltre che spenderli dovremo anche e soprattutto spenderli bene
“Difficile che possano essere spesi a pioggia, visto che i livelli di controllo sono altissimi. Bisogna anche aprire gli occhi per evitare infiltrazioni e corruttela”.

Per chiudere le chiedo ancora che autunno sarà?
“Spero che sia migliore di quello dell’anno scorso”.


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