CATANIA – Non è la prima volta che scene del genere arrivano ai nostri occhi. Il blitz Quadrilatero – scattato questa mattina (NOMI) – dimostra ancora una volta che i boss della droga non si fanno scrupoli ad utilizzare i bambini per i loro sporchi traffici. Diventando veri e propri ladri di innocenza. Appena qualche mese fa, a giugno, tra le immagini simbolo dell’inchiesta Piombai, sempre condotta dai carabinieri, c’era quella di una mamma con il braccio in figlio mentre vendeva dosi di stupefacente. Uno scatto dell’emergenza sociale che vive Catania ormai da troppi anni.
I baby pusher
Gli inquirenti sono molto precisi: “L’attività di spaccio avveniva anche in presenza e addirittura con il coinvolgimento di bambini di circa dieci anni che in alcune occasioni ritiravano il denaro indicando agli acquirenti il luogo dove poter ritirare lo stupefacente”. Un ruolo attivo insomma: il gruppo criminale – collegato a dire della Dda etna al boss Maurizio Zuccaro – avrebbero assoldato veri e propri baby spacciatori.
Le piazze di spaccio
Sono 20 le persone indagate (due al momento sono irreperibili) che sono finite nell’elenco dell’ordinanza emessa dal gip di Catania. Le accuse sono “tentata estorsione, estorsione in concorso, associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti”. Le indagini riguardano l’arco temporale “dicembre 2018- dicembre 2019”. I carabinieri di Fontanarossa hanno fatto chiudere bottega a 3 “piazze di spaccio” nella zona “San Cocimo” (piazza Machiavelli) che è storicamente roccaforte degli affiliati di Maurizio Zuccaro, cognato di Enzo Santapaola (figlio di Turi). Arrestata la sorella del boss ergastolano, Concetta Zuccaro.
Le indagini
L’inchiesta è partita grazie a una denuncia “di tentata estorsione sporta dalla titolare di un esercizio commercial”. Questa ha consentito “non solo di accertare – scrivono gli investigatori – gli episodi estorsivi ai danni di un imprenditore e di un privato cittadino (vittima di “cavallo di ritorno”), ma anche di far emergere un complesso ed articolato traffico di sostanze stupefacenti gestito da sodalizi criminali organizzati secondo un modello gerarchico, con al vertice i capi piazza che, avvalendosi del contributo degli associati in relazione al ruolo rivestito (vedetta, pusher, rifornitore e custode dello stupefacente), garantivano – argomentano i magistrati – l’operatività delle piazze di spaccio”.
Lo spaccio minuto per minuto
Grazie alle videoriprese i carabinieri hanno potuto seguire minuto per minuto gli affari delle piazze di spaccio operative in Via San Damiano, Vicolo Testai e Via Avola specializzate in crack, cocaina e marijuana.
I soldati della droga (che operavano a turni) si sono rivelati particolarmente abili nel rimodulare di volta le “strategie operative” dopo ogni intervento delle forze dell’ordine. Sarebbero riusciti a “spostare”le piazze di spaccio in diverse vie e vicoli e modificavano “le modalità di cessione” della droga.
Il signore della droga
La figura di rilievo è quella di Roberto Spampinato, che gli inquirenti ritengono un persona di “elevata caratura criminale e ritenuto vicino al gruppo di “San Cocimo” che ha come riferimento storico il boss Maurizio Zuccaro. Qualche anno fa, dopo la sua scarcerazione, gli avevano dedicato uno striscione che poi la polizia ha fatto rimuovere.