La convergenza Lega ed Mpa mette alle corde Pogliese - Live Sicilia

La convergenza Lega ed Mpa mette alle corde Pogliese

Mini rimpasto e crisi in giunta. Scosse di assestamento nella politica regionale che passano dalla città dell'Elefante

Lo schema che non ti aspetti è la convergenza dell’Mpa che definisce, assieme alla Lega, un inedito fronte ostile al sindaco di Catania Salvo Pogliese. Una mossa del cavallo che dà seguito a quel patto federativo Salvini-Lombardo’s che finora non aveva prodotto effetti visibili sullo scacchiere siciliano. Il nodo è capire qual è il punto di caduta.

L’ultima notizia in ordine di tempo riguarda le dimissioni dell’assessore all’Ambiente, il leghista Fabio Cantarella (membro peraltro dell’ufficio politico del Carroccio). Una decisione presa proprio nel momento in cui Catania rischia di ripiombare nell’emergenza rifiuti. Il motivo è però politico, non amministrativo. Cantarella va via da uomo di partito, in linea con la dura presa di posizione della sezione catanese della Lega che ha ritirato in blocco la delegazione dalla Giunta.  

La crisi

Riavvolgiamo il nastro. Ieri Salvo Pogliese ha deciso il subentro in Giunta di Andrea Barresi per Alessandro Porto. Una scelta già nell’aria da tempo, ma più volte rinviata anche per evitare che venisse giù tutta la baracca. Alla fine però la slavina è arrivata lo stesso. Ed anche lì, lo scontro, da amministrativo è divenuto subito politico. La coincidenza ha voluto infatti che il segretario regionale di FdI (Pogliese) congedasse il coordinatore provinciale di un partito alleato (il leghista Porto). 

Quest’ultimo infatti, nonostante sia entrata in giunta in quota Udc e lì è rimasto anche dopo il passaggio nel Carroccio, non l’ha presa bene. “Non posso nascondere una grande amarezza. Evidentemente – dice – la fame di consenso verso il suo partito l’ha portato a non aspettare l’incontro programmato con le altre forze politiche di maggioranza e a rimpolpare ulteriormente le posizioni al governo della città creando un’amministrazione quasi monocolore”.

Da quanto risulta, Alessandro Porto avrebbe dovuto comunque lasciare la giunta da qui alla prossima primavera per poter concorrere alle Regionali. Ma è quella parola “monocolore” a costringere i più a rispolverare i manuali della prima repubblica e studiare gli anni in cui la Dc non aveva bisogno di compagni di governo. Insomma, un’accusa pesante. E che rischia di avere conseguenze anche oltre la città di Catania. 

Gli autonomisti

La discesa in campo degli autonomisti Pippo Reina e dell’assessore regionale Antonio Scavone allarga ulteriormente la questione fino ai confini della capitale siciliana. I due hanno parlato esplicitamente di “mortificazione inferta da un dirigente regionale di un partito nazionale. Tali gravi decisioni e comportamenti sono in assoluto netto contrasto con il dovere di mantenere la necessaria lucidità e l’equilibrio che il sindaco, in ogni circostanza, è chiamato a garantire”.

Che gli autonomisti di Grande Catania siano da tempo insofferenti verso l’Amministrazione è un fatto più volte emerso in consiglio comunale a partire dalle richiese di un cambio di passo nella gestione dell’emergenza Covid.

Sotto il coperchio covano ancora i fuochi per la doppia vicenda che ha investito le partecipate dell’acqua Acoset e Sidra. E la defenestrazione di Francesco Vitale da quest’ultima per il subentro dell’ex parlamentare di An Fabio Fatuzzo. Da quanto risulta, non è previsto attualmente però alcuno strappo in Giunta. Giuseppe Lombardo lascerà sì l’assessorato ai Servizi sociali, ma per andare a concorrere anche lui alle Regionali. 

La presa di posizione dell’Udc

In questo fuoco incrociato, entra di sponda anche l’Udc. Che legge nel congedo di Porto uno sgarbo allo Scudocrociato catanese. Un partito che però non ha consiglieri a Palazzo degli Elefanti. Infatti, anche in questo caso, la questione tocca nuovamente i tavoli regionali. Lo dice esplicitamente, infatti, il coordinatore siciliano Decio Terrana. “L’Udc esprime rammarico – si legge in una nota – per l’esclusione di un Partito che è stato leale alla coalizione di centrodestra in tutti i tavoli regionali ed ha lavorato e contribuito alla vittoria del Sindaco Pogliese”. 

E aggiunge: “Nei prossimi giorni chiederemo un incontro ufficiale per capire se persistono le condizioni per una rinnovata collaborazione delle donne e degli uomini dell’Udc con la Giunta. E’ difficile, per noi, pensare che il Sindaco voglia tenere fuori una forza politica del centrodestra. È chiaro che dopo l’incontro con il Sindaco faremo le scelte politiche consequenziali”.

La voce della maggioranza

Dall’area Pogliese arriva l’intervento di Luca Sangiorgio, consigliere comunale e dirigente di FdI: “Il sindaco Salvo Pogliese in questi tre anni e mezzo alla guida dell’Amministrazione Comunale ha sempre mostrato massima lealtà e disponibilità al dialogo, peraltro mai venuto meno, con le forze politiche della maggioranza che sostengono questa esperienza di governo di risanamento e rilancio della Città e del Comune di Catania. In ogni sede pubblica e istituzionale ha sempre riconosciuto il ruolo decisivo per aiutare Catania dopo il dissesto di Salvini e Candiani e del viceministro dei Cinque Stelle Castelli; conoscendo la serietà e la limpidezza dei comportamenti di Pogliese è garantito che continuerà a farlo”.

Il contrappunto. “La Lega – continua Sangiorgio – avrà tutto il tempo per riconsiderare anche il valore, più unico che raro, delle scelte del sindaco di Catania di avere nominato un assessore leghista con appena l’1,7% dei consensi alle elezioni, senza contare la designazione del presidente della Municipalità di Librino che regge la più grande circoscrizione in quota al partito di Salvini. Alla luce del sole con riunioni e confronti, per otto mesi, si è chiesto di fare chiarezza, senza mai avere ricevuto risposte chiare, sulla permanenza di Porto nella giunta, originariamente designato dall’Udc e nominato assessore senza rappresentanza consiliare, rispetto a un palese disequilibrio di rappresentanza che durava da troppo tempo”.

I rapporti umani. “Spiace solo – sottolinea l’esponente di Fdi – dover sentire e leggere ricostruzioni dei fatti davvero lontane dalla realtà e apprendere delle forzate dimissioni di Fabio Cantarella che con entusiasmo e passione ha lavorato al fianco di Pogliese per fronteggiare le emergenze dei rifiuti, frutto della dissennata gestione del centrosinistra, una delle tante eredità avvelenate lasciate dal centrosinistra alla giunta e al consiglio comunale eletti nel giugno del 2018. Stiamo finalmente superando il difficilissimo guado in cui ci siamo ritrovati: Catania può guardare al futuro con più ottimismo e ci sono tutte le condizioni per farlo, raccogliendo i frutti unitariamente a quanti si riconoscono lealmente nel centrodestra”.Grazie per la collaborazione e buon lavoro”.


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