La situazione è definita ancora ‘non allarmante’, ma certo non si può stare tranquilli. La Terapia intensiva Covid dell’ospedale ‘Cervello’ di Palermo ha subito un brusco aumento di ricoveri di pazienti, ovviamente, in condizioni critiche. E non è, almeno ufficialmente, l’effetto di Omicron. Siamo ancora ai risultati della vecchia variante Delta che colpisce i non vaccinati.
La terapia intensiva, la prima e la seconda di otto posti letto ciascuna, sedici in totale, ha, al momento, dieci pazienti. Fino a qualche settimana fa erano quattro o cinque. E non si riescono a ridurre i carichi, anzi la tendenza sembra in crescita. Era un dato anche atteso, per via dell’inverno, che conferma l’efficacia del vaccino. Otto pazienti su dieci sono non vaccinati. “Non è ancora un allarme, perché riusciamo a gestire – spiega il primario, il dottore Baldo Renda -. Ma i numeri cominciano a preoccuparci, soprattutto guardando alla attesa diffusione della variante Omicron, che ancora da noi è presente in pochissimi positivi, al freddo. Temo che a gennaio potrebbe esserci una ondata, speriamo che non metta in crisi le strutture sanitarie”.
In realtà l’eco delle preoccupazioni si diffonde. Da più parti si sottolinea il rischio che viene dalla combinazione di feste eventualmente vissute in un certo modo, senza attenzione, e la nuova variante. E i vaccini? Il professore Antonio Cascio ha risposto alle domande di LiveSicilia.it. Ecco cosa ha detto, quando gli abbiamo chiesto se siamo più vulnerabili: “Sì sembrerebbe così. Non voglio creare il panico, abbiamo bisogno di ulteriore osservazione. Ma non possiamo essere sereni”.