PALERMO – Si cerca il corpo a Cerda e a Brancaccio. Nel paese in provincia di Palermo c’è l’azienda agricola di Carlo La Duca, mentre nelle campagne della periferia di Palermo, in via Conte Federico, tra gli agrumeti, si sarebbero dati appuntamento l’uomo sparito nel nulla e uno dei suoi migliori amici, Pietro Ferrara.
Un amico capace, secondo l’accusa, del più macabro dei voltafaccia. Ferrara e la moglie di La Duca, Luana Cammalleri, sono accusati di omicidio e soppressione di cadavere. Il cadavere del trentaseienne titolare di un’azienda agricola, dove lo stesso Ferrara lavorava.
Ferrara e Cammalleri avevano una relazione sentimentale, di cui La Duca non era a conoscenza. Dietro il delitto, però, ci sarebbero interessi economici. Questioni soldi e non la relazione sentimentale tenuta nascosta, visto che la vittima aveva ormai una nuova compagna. Aveva deciso di voltare pagina.
“Sto andando da Pietro”, avrebbe detto La Duca il giorno in cui scomparve nel nulla. Il proprietario del terreno di Ciaculli dove si cerca il corpo è di proprietà di Ferrara. Doveva essere una tappa di passaggio, prima di spostarsi a Cinisi dove lo attendeva la nuova compagna. Era il 2019. Due anni di silenzi. Oggi la svolta investigativa.
Una lunga scia di episodi avrebbe preceduto il tragico epilogo. “Mi hanno fatto sparire i cani”, avrebbe confidato La Duca a un amico. Aggiungendo una frase che, alla luce di quanto emerge oggi, aveva il tono funesto del presagio: “Oggi ai cani, domani a me”.
Sospettava della moglie e non solo. Nessuno, però, pensava che si potesse arrivare a tanto.
“Pietro è un amico”, ripeteva l’uomo scomparso. C’era spesso Ferrara a cercare di ricompattare la lite fra marito e moglie che avevano deciso di separarsi. La sua era una presenza costante in casa. La Duca si era trasferito a vivere al primo di una palazzina nelle campagne di Cerda, assieme alla madre, lasciando che la moglie restasse con i figli al piano terra dell’immobile.
Era un rapporto ormai giunto al capolinea e si portava dietro degli strascichi delle relazioni finite male. A breve la donna avrebbe dovuto lasciare la casa e si dovevano ancora stabilire i dettagli della separazione. A cominciare dall’affidamento dei figli.
Tesi anche i rapporti fra Cammalleri e la suocera che avrebbe subito minacce. Qualche giorno prima della scomparsa c’era stata l’udienza in Tribunale. La suocera si era costituita parte civile. Come siano arrivati i carabinieri e la Procura di Palermo a contestare il reato di omicidio non è ancora chiaro. “Non conosco gli atti e continuo a credere nell’innocenza dei miei assistiti”, dice l’avvocato Giovanni Marchese.
Si parla di un piano ordito nei minimi dettagli, utilizzando utenze telefoniche segrete, come segreta era la loro relazione, e spostando la macchina della vittima fino a Cardillo, quartiere al punto opposto della città rispetto al luogo dell’ultimo incontro. Ci sarebbero pure degli audio agli atti dell’inchiesta. Frasi del tipo: “Ti faccio sparire, ti stacco la testa”.
La Duca non le aveva prese sul serio. Poi l’episodio dei cani lo aveva messo in guardia. Aveva iniziato ad avere paura, ma non pensava, se davvero Ferrara e la moglie lo hanno assassinato, che uno dei suoi migliori amici potesse tradirlo. Ed è andato ad un appuntamento trasformatosi in un agguato.
“È un momento drammatico per i familiari di Carlo La Duca, in quanto avere appreso che persone a lui vicinissime potrebbero essere coinvolte nella sua sparizione non fa altro che acuire il loro dolore”, dice avvocato Salvatore Pirrone, legale della famiglia, che mai ha creduto ad un allontanamento volontario. Era molto legato alla madre e, sopratutto, ai due figli di 9 e 13 anni.
Ora si cerca il corpo di Carlo La Duca, scomparso il 31 gennaio 2019. Potrebbe stato occultato a Cerda o Brancaccio dove sono al lavoro i carabinieri del comando provinciale di Palermo con l’ausilio dei metal detector. Presto si potrebbe iniziare a scavare.