Costa: "Nuove varianti a Palermo, troppi rischi sul Covid"

Costa: “Nuove varianti a Palermo, troppi rischi sul Covid”

Cerberus e le altre sottovarianti. La situazione. In arrivo il vaccino antinfluenzale.
INTERVISTA AL COMMISSARIO COSTA
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Togliere le mascherine in ospedale? Solo pensarci è assurdo. E non mi pare nemmeno una buona idea quella di cancellare il bollettino giornaliero, magari pensando di cancellare il Covid che, purtroppo, ancora c’è”.

Renato Costa, commissario Covid per l’area metropolitana di Palermo, racconta anche questa ultima fase dell’emergenza che sarà sradicata del tutto con la chiusura della sua struttura il 31 dicembre. Lui è un primario e presta servizio presso un ambulatorio popolare a Borgo vecchio che ha organizzato gratuitamente. Le cose da fare non gli mancheranno. Ora lancia un rinnovato allarme.

Dottore Costa, che ne pensa dei passi presenti e futuribili del governo Meloni?
“Che rappresentano un rischio grave. Potremmo perdere il nostro vantaggio sul virus, frutto del lavoro, dei vaccini, del sacrificio, del green pass e della Fiera che ha protetto, con le somministrazioni, il 94 per cento dei palermitani”.

Ma i morti sono stati tantissimi in Italia, come sostiene chi condanna quel modello…
“Fermo restando che ogni vita perduta è una tragedia, in Sicilia siamo riusciti a contenere gli effetti peggiori della pandemia. Le tante vittime le spiego con la mancanza di strutture ospedaliere, di posti letto che poi si è cercato di colmare. All’inizio sono stati applicati comportamenti da medicina di guerra”.

E adesso la situazione, in Sicilia, com’è?
“Ho gli ultimi dati sottomano. A Palermo i contagi aumentano e ce ne rendiamo conto perché stiamo distribuendo molti più antivirali del solito. I ricoveri pure crescono”.

Ma quando la struttura commissariale non ci sarà più, chi distribuirà le terapie ai pazienti? Non si rischia un collasso degli ospedali?
“Questo è un discorso politico in cui non voglio entrare, anche se ho le idee chiarissime. Quanto prima avremo anche il vaccino antinfluenzale. Fino al 31 dicembre compiremo il nostro dovere, come è sempre accaduto”.

La famosa ‘Cerberus’ è arrivata a Palermo?
“Sì, ci sono due nuclei familiari coinvolti. Ma non è nemmeno Cerberus il punto”.

E qual’è?
“Che non siamo in grado di prevedere come saranno le prossime varianti. Se saranno soltanto più contagiose o anche con effetti più gravi perfino sui vaccinati. Ci sono moltissime sottovarianti che sequenziamo ogni giorno, sperando che non ne spunti una con un virus in grado di farci più male. Ci vorrebbe cautela”.

E non c’è?
“Tutte le volte che abbiamo coltivato la tentazione di dichiarare la fine delle ostilità il Covid è stato un passo avanti e siamo stati puniti. Che posso dirle? Incrociamo le dita…”. (Roberto Puglisi)


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