Era il giugno dell’anno scorso, proprio in questi giorni, quando Fratel Biagio Conte cominciò a morire. Anche se forse il termine non è adatto: più che una morte, quella di Biagio, è una strada che continua come aveva avuto inizio. Non stava bene, il missionario laico. Era tornato da uno dei suoi eremitaggi e riposava in una zona appartata della Missione di via Decollati. Le sue condizioni peggiorarono.
Il ricovero in ospedale
Venne il giorno – oggi, un anno addietro – del viaggio verso il pronto soccorso dell’ospedale ‘Buccheri La Ferla’. Un radiologo sconvolto mostrò ai fratelli più cari della Missione gli esiti fin troppo chiari degli esami. Il medico, per primo, non si capacitava. “Fu il momento più terribile – raccontano -. Nessuno si aspettava una cosa del genere, lo smarrimento era grande”. Ancora qualche giorno e si cominciò a scrivere. Ma erano notizie incomplete rispetto al dramma che incombeva e che venne chiarito da una nota del 27 giugno. “Fratel Biagio – si leggeva – tiene tanto adesso a comunicare a tutti le sue condizioni perché allo stesso tempo vuole chiedere a tutti di pregare per lui. Fratel Biagio ci dice di comunicare che gli è stata diagnosticata una neoplasia del colon”.
Le parole dei medici
Quello che arrivò fu un percorso tremendo, inframezzato da una speranza incredibile. Un settimana prima della morte di Fratel Biagio, l’oncologo che lo aveva in cura, il dottore Nicolò Borsellino, disse a LiveSicilia.it: “Gli ho comunicato la diagnosi. Pensavo che avesse, come è normale che sia, un attimo di smarrimento, una reazione emotiva. Lui ha benedetto tutti quelli che erano nella stanza. Abbiamo pregato insieme. Poi mi ha detto: Nicolò, penso ai miei poveri, ma so che Gesù non li abbandonerà mai”.
Aggiunse, il dottore Roberto Garofalo, che si occupava delle cure palliative: “Biagio ci ha accolto con un sorriso, era già molto provato. Ci ha quasi gridato: ricordatevi che pure la vostra è una missione… Poi ha stretto le mani a ognuno di noi, ha voluto salutarci e abbiamo pregato insieme”.
Il lutto e la speranza
Il 12 gennaio del 2023 Palermo si svegliò con la notizia della morte del missionario laico. La sera prima, durante una visita in via Decollati, si era intravisto il cammino verso una conclusione imminente. La Missione, oggi, continua la sua opera benefica, sotto la guida di don Pino. I fratelli di carità di Fratel Biagio portano avanti il suo insegnamento, con il dolore nell’anima. Ma c’è sempre una speranza che questa morte la chiama vita. (Roberto Puglisi)