Sicilia, riforma Province: primi passi in commissione - Live Sicilia

Riforma delle Province: primi passi in Commissione all’Ars

L'obiettivo è giungere a un primo sì entro la pausa estiva

PALERMO – Eppur si muove. Il ddl Province è approdato in commissione Affari istituzionali all’Ars. Sono un centinaio gli emendamenti al testo che passeranno sotto la lente d’ingrandimento dei deputati a partire da martedì. I componenti della commissione hanno effettuato un primo briefing con l’assessore agli Enti locali, Andrea Messina, e il dirigente Generale del dipartimento Autonomie locali, Salvatore Taormina. Sono stati affrontati alcuni nodi di natura giuridica e organizzativa da sciogliere per evitare intoppi.

Il percorso del ddl

La road-map, annunciata nei giorni scorsi anche dal governatore Renato Schifani, prevede che il testo venga esitato prima della chiusura estiva. Il tutto per arrivare in aula e ottenere il via libera definitivo già a settembre, alla ripresa dei lavori del Parlamento. Un orientamento che Messina mette nero su bianco. 

Messina: “Procediamo con celerità”

“Le cose stanno procedendo rapidamente – spiega l’assessore agli Enti locali -. Il governo regionale ha dato un input per accelerare sull’approvazione della norma che dovrebbe arrivare in Parlamento già a settembre”. La necessità di chiudere la partita in tempi stretti è legata a doppio filo con lo scoglio di una possibile impugnativa.  Una recente sentenza della Consulta, infatti, ha dichiarato incostituzionale la proroga dei commissari delle ex Province (l’ultima è stata varata nella scorsa legislatura) e il conseguente rinvio delle elezioni di secondo livello degli organi politici degli enti di area vasta. La sentenza ha suonato un campanello d’allarme per l’analogo provvedimento recentemente approvato dall’Assemblea.

Scoglio impugnativa

Messina, tuttavia, si dice fiducioso.  “Stiamo accelerando per approvare il prima possibile il testo della legge visto che le condizioni rispetto allo scorso anno sono mutate perché la norma prevede l’elezione diretta e sarebbe quindi inutile procedere con l’elezione di secondo livello. Approvare subito la riforma ci consentirebbe di difenderci da una possibile impugnativa”. 


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