PALERMO – Prova di forza fallita. La maggioranza che al consiglio comunale di Palermo sostiene il sindaco Roberto Lagalla sbatte contro il muro di norme e cavilli eretto da Ugo Forello: sul consuntivo 2022, arrivato in Aula fra le polemiche, servirà un accordo con le opposizioni. Il centrodestra aveva provato a premere il piede sull’acceleratore ma il “blitz” non è andato in porto: il primo cittadino dovrà intervenire davanti ai consiglieri e convincerli che ci siano motivi di urgenza che giustifichino il taglio dei tempi previsti.
Marcia a tappe forzate
Ma facciamo un passo indietro. Venerdì scorso, con una mossa sorprendente, la maggioranza aveva convocato in un colpo solo tutte le sette commissioni consiliari, ottenendo i pareri necessari a iniziare l’iter in consiglio: uno stratagemma che aveva spaccato le opposizioni fra chi ha preso parte ai lavori e chi, invece, ha preferito puntare il dito contro il centrodestra. L’ordine arrivato dal sindaco era chiaro: approvare il consuntivo in tempi brevissimi, così da procedere alle assunzioni e alla spesa dell’avanzo “libero” pari a una trentina di milioni di euro. Una road map che la capigruppo di lunedì aveva confermato, prevedendo di chiudere la partita in non più di due giorni.
L’altolà di Forello
La maggioranza aveva però fatto i conti senza l’oste che, in questo caso, ha le sembianze del capogruppo di Oso, Ugo Forello. Con una e-mail inviata agli uffici e ai colleghi, il consigliere ha infatti contestato la “irregolare e illegittima convocazione” dell’Aula visto che, norme alla mano, gli inquilini di Sala Martorana devono avere almeno 20 giorni di tempo per poter studiare la manovra che è stata iscritta all’ordine del giorno solo giovedì scorso. “Pertanto l’inizio della sessione consiliare dovrebbe essere quella del 3 ottobre”, conclude Forello. Una tesi basata su un parere del ministero dell’Interno dello scorso 8 maggio.
La via d’uscita: un accordo unanime
La nota ha fatto saltare sulla sedia la maggioranza e gli uffici, scatenando il pandemonio: i lavori sono stati interrotti praticamente subito per una conferenza dei capigruppo in cui sono volate parole grosse fra gli alleati, alla ricerca del “colpevole”. Una scappatoia però potrebbe anche esserci: tutti i consiglieri dovrebbero dichiarare, unanimemente, di aver avuto a disposizione abbastanza tempo per esaminare la manovra e accettare quindi la riduzione dei 20 giorni previsti. Ma non è detto che tutti siano disponibili ad accettare un simile compromesso.
Il sindaco in Aula
La seduta è stata aggiornata e le minoranze possono cantare vittoria: non è detto che alla fine si arrivi a un accordo ma, intanto, il sindaco dovrà andare in consiglio comunale prima del prelievo dell’atto a spiegare i motivi di tanta urgenza, con tanto di relazione esplicativa da depositare. Uno scivolone per la maggioranza che adesso vede il cammino del consuntivo tutto in salita.