PALERMO – Non avevano l’intenzione di commettere un omicidio. Salvatore e Giuseppe Sunseri si difendono dall’accusa di avere tentato di ammazzare a colpi di bastone il genero nonché cognato dei due indagati.
Nei giorni scorsi sono finiti in carcere per l’aggressione avvenuta in via dell’Olimpo. Il Gip ha convalidato il fermo. Secondo l’accusa, padre e figlio, di 64 e 22 anni, hanno visto la vittima di 46 anni in sella ad uno scooter elettrico assieme alla compagna. Lo avrebbero tamponato mentre era con la compagna. Una volta caduto per terra lo hanno colpito alla testa e alle braccia, e prima di andare via gli hanno lanciato del solvente sulla faccia. Il tutto è stato ripreso dalle telecamere. I poliziotti della squadra mobile e del commissariato San Lorenzo hanno acquisito le immagini.
I due indagati non ci stanno. I loro legale, l’avvocato Ludovico Bisconti, farà ricorso al tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione. Il padre, giardiniere della Reset, smentisce innanzitutto che fosse un’azione premeditata, che avesse inseguito il genero. Sostiene che l’incontro sia stato casuale. Quando lo hanno incrociato assieme alla figlia volevano tagliargli la strada per convincerlo a fermarsi e chiarire. Fanno riferimento a liti continue e furiose, a pesanti minacce subite nei giorni precedenti. Il clima era teso. Dissapori e incomprensioni caratteriali e per ragioni economiche.
Una volta scesi dall’auto, però – hanno raccontato – si sono accorti che la vittima era armata di un grosso coltello. A quel punto Sunseri senior avrebbe preso il bastone che teneva nel portabagagli. Era un suo attrezzo da lavoro. Che non avesse volontà di uccidere, secondo la difesa, emergerebbe dal fatto che ha deciso di andare via mentre l’uomo era a terra, quando cioè avrebbero potuto assestare il colpo di grazia. E il solvente? Lo teneva la vittima nel bauletto. Quando Sunseri ha visto che si era alzato per reagire glielo ha lanciato per fermarlo.