Capizzi, il vescovo nel paese a lutto: “Violenza cieca e folle” VIDEO

Capizzi, il vescovo nel paese a lutto: “Violenza cieca e folle” VIDEO

Monsignor Guglielmo Giombanco ha celebrato le esequie a San Giacomo

CAPIZZI (MESSINA) – “Giuseppe è stato privato della vita con un gesto di cieca e folle violenza. Nessuno di noi ha il potere di cambiare quanto è accaduto, ma possiamo chiedere a Dio di accogliere questo giovane tra le sue braccia, di trasformare il dolore in speranza e la disperazione in fede”.

Con queste parole monsignor Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti, ha aperto la sua omelia nel santuario di San Giacomo di Capizzi. Qui tante persone commosse hanno tributato l’ultimo saluto a Giuseppe Di Dio, il sedicenne vittima di un delitto, sabato scorso, che ha sconvolto l’intera comunità. Giuseppe era in giro con amici quando un ventenne, Giacomo Frasconà Filaro, è piombato in piazza e ha cominciato a sparare all’impazzata, dopo aver chiesto invano di un giovane con cui aveva litigato.

Un popolo in lacrime

Un intero popolo questo pomeriggio si è radunato davanti alla chiesa, nel cuore del piccolo centro, con il parroco, don Antonio Cipriano, il sindaco Giuseppe Leonardo Principato Trosso, e tutte le autorità militari e civili. “Questa morte – ha detto il sindaco – ci lascia un senso di sconforto e di abbandono”. C’erano i compagni di scuola di Giuseppe, dell’istituto alberghiero di Troina. C’erano i sindaci di Troina e Nicosia, Alfio Giachino e Luigi Bonelli, e altri amministratori dell’hinterland.

“Un fatto terribile, totalmente inaccettabile: non ci dimentichiamo che Giuseppe è una vittima innocente – ha detto Federico Mascali, presidente del Comitato studentesco dell’Istituto Don Bosco di Troina –. Abbiamo organizzato per domani una fiaccolata a Capizzi per dare un po’ di luce in questo buio”.

Il vescovo: vicini ai genitori

Nel silenzio composto della chiesa, il vescovo Giombanco ha espresso la vicinanza della Chiesa e della comunità diocesana ai genitori Antonio e Marisa, al fratello Emanuele e a tutti i familiari “che piangono con il cuore spezzato e straziato dall’angoscia, dall’incredulità e dallo smarrimento”.

Con voce ferma ma commossa, Giombanco ha invitato tutti a riflettere sul valore della vita e sulla deriva della disumanità che può nascere dalla rabbia e dalla vendetta.

Le parole di monsignor Giombanco ai giovani

Il vescovo ha poi rivolto un pensiero speciale ai giovani di Capizzi, compagni di scuola e amici di Giuseppe, invitandoli a non lasciarsi travolgere dall’odio:

Comprendo la vostra incredulità, nutrita dal dolore e dalla rabbia. Potranno nascere sentimenti di vuoto, di smarrimento, persino di vendetta. Ma la morte di Giuseppe non deve essere una sconfitta per la vita — ha ammonito —, bensì un invito a riscoprire la bellezza della vita stessa, la sua sacralità, la sua fragilità.”

La luce della fede

In una chiesa avvolta dalle lacrime e dal silenzio, monsignor Giombanco ha ricordato che la fede può diventare luce anche nel buio più profondo. “Giuseppe, come tutti i ragazzi, sognava un futuro bello. Il nostro futuro non è la morte, ma la vita. Siamo nati per vivere e vivere per sempre in Cristo. Con la morte la vita non è tolta, ma trasformata, perché Dio ci ama e l’amore vero dura oltre il tempo”. Oggi il presunto assassino avrebbe tentato di scagionare il fratello e il padre.

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