Mozione di sfiducia a Schifani, si cercano crepe nella maggioranza

La sfiducia ‘impossibile’, opposizione in cerca di crepe nel centrodestra

Quota 36 inarrivabile, Palazzo d'Orleans "sereno" ma Schifani guarderà ai distinguo in Aula

PALERMO – È il giorno della discussione sulla mozione di sfiducia al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. L’appuntamento è fissato per le 14, quando l’Ars aprirà i battenti per esaminare il documento firmato dalle opposizioni compatte. Tempi contingentati a Sala d’Ercole, tutto si dovrebbe svolgere nell’arco di cinque ore.

Mozione di sfiducia, serve la maggioranza assoluta

Per Partito democratico, Movimento cinque stelle e Controcorrente il bersaglio grosso è lontano almeno dieci voti: ai 23 dell’opposizione, infatti, si aggiungerebbero i tre di Sud chiama nord, che pur in aperta polemica con i compagni di strada di un tempo, ha deciso di votare il documento nella piena consapevolezza che la strada verso la maggioranza assoluta è, di fatto, impossibile. L’asticella della maggioranza assoluta dell’Aula è fissata a quota 36, di fatto inarrivabile.

De Luca, Catanzaro e La Vardera alla presentazione della mozione di sfiducia

Caccia ai malpancisti del centrodestra

La partita si gioca allora sui numeri della maggioranza, che sulla carta dovrebbero essere 44. Da giorni si rincorrono voci su uno o due possibili clamorosi passaggi dal centrodestra al fronte contrario a Schifani. Un cenno a tal proposito è stato fatto da La Vardera alla presentazione della sfiducia: “Parlo con un paio di deputati di maggioranza, potrebbero votarla”. Difficile, tuttavia, che le confidenze fatte nelle segrete stanze di Palazzo dei Normanni vengano alla luce al momento dell’appello nominale previsto per la votazione della mozione di sfiducia.

Le sirene, però, in questi giorni non si sono fermate e la possibilità di una candidatura nel campo largo alternativo al centrodestra stuzzica più di un deputato di maggioranza. L’origine di questi ripensamenti è da ricercare soprattutto nell’overbooking che si registrerà nei vari collegi provinciali tra i partiti di centrodestra.

Riflettori sugli assenti al momento del voto

L’attenzione degli osservatori è così rivolta anche al numero di deputati che diranno ‘no’ al documento dell’opposizione (cos’è la mozione di sfiducia: qui il nostro approfondimento). Alcuni mal di pancia nella maggioranza, infatti, potrebbero trovare espressione non certo nel voto apertamente contrario al presidente della Regione, bensì in una strategica assenza dall’aula. Sarebbe il segnale politicamente più consistente all’indirizzo del governo.

Sala d'Ercole
Sala d’Ercole

Schifani: “La vita da governatore è tutta in salita”

Schifani, dal canto suo, ha atteso il 2 dicembre in con serenità. Il governatore ha sfiorato il tema sfiducia nel weekend, limitandosi ad anticipare concettualmente il contenuto dell’intervento da pronunciare in Aula. “La vita quotidiana del presidente della Regione non è semplice, non è una vita facile e non è una vita in discesa – le parole di Schifani -. È una vita tutta in salita, su questo mi soffermerò”.

Palazzo d’Orleans: “Massima serenità”

Il presidente della Regione, certo di avere dalla sua anche i deputati Dc dopo il via libera alle nomine di sottogoverno che erano state indicate dallo scudocrociato, ha trascorso un normale lunedì di lavoro nei suoi uffici della presidenza della Regione, dedicandosi in parte anche alle ultime limature del suo intervento che si preannuncia “ampio e a 360 gradi” sull’attuale situazione politica. Dall’entourage del governatore arrivano segnali di “massima serenità” in vista dell’Aula.

Palazzo d’Orleans, però, presterà massima attenzione alle sfumature degli interventi di maggioranza. Il punto è stato centrato da Cateno De Luca: “È dal contenuto degli interventi che dipenderanno il futuro, la prosecuzione e le modalità di prosecuzione di questa legislatura”. Dalle assenze, dai distinguo e dalle mezze frasi si potrà provare a decifrare il futuro a breve, ma anche a lungo termine, del centrodestra siciliano.


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