PALERMO – Nel futuro della Sicilia c’è l’incompatibilità tra carica di assessore e l’ufficio di deputato regionale. Il primo passo per la cancellazione del doppio ruolo nell’Isola è stato compiuto a Roma, nell’Aula del Senato.
Il ddl di riforma dello Statuto
L’assemblea di Palazzo Madama ha approvato con con 77 voti favorevoli, 63 contrari e nessuna astensione, in prima deliberazione, il ddl costituzionale sull’incompatibilità tra i due ruoli. Il disegno di legge, che porta la firma del capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri e del collega meloniano Lucio Malan, interviene sull’articolo 9 dello Statuto della Regione Siciliana.

In Sicilia ci sarà il deputato supplente
La nuova norma prevede che se un deputato dell’Ars viene nominato assessore viene anche sospeso dalla carica di parlamentare a Sala d’Ercole. Al suo posto subentra un ‘supplente’, che a sua volta decade qualora il deputato eletto lasci la carica di assessore tornando al suo ufficio originale.
Le critiche del Pd, Forza Italia difende il ddl
Il ddl prevede l’entrata in vigore a legislatura regionale in corso, elemento che ha sollevato la protesta del Partito democratico. “La maggioranza ha presentato questo ddl come un atto di modernizzazione istituzionale, un tentativo di allineare la Sicilia alle altre regioni ma non è altro che un’operazione politica mascherata da riforma”, le parole del senatore dem Dario Parrini. Secondo l’esponente del Pd, dietro al ddl Gasparri-Malan ci sarebbe “la necessità di garantire una maggioranza instabile e in crisi”, quella di Renato Schifani.
Un emendamento dem proponeva di far entrare in vigore la riforma a partire dalla prossima legislatura, “in modo da evitare che venisse utilizzata per incerottare nell’immediato un presidente e una maggioranza – ancora Parrini – che fanno fatica a stare in piedi, specialmente nelle votazioni segrete”. Non la pensa così la forzista Daniela Ternullo, relatrice del ddl: “Favorirà una governance moderna e rispettosa dei principi costituzionali, separando l’attività legislativa e amministrativa dall’azione di governo della Regione”, sostiene.
Cos’è la procedura ‘aggravata’ per i ddl costituzionali
Difficile, ad ogni modo, che le nuove norme approvate in Senato abbiano il tempo di intervenire sull’attuale quadro regionale. La modifica dello Statuto, infatti, richiede un procedimento ‘aggravato’, come qualsiasi legge di riforma della Costituzione. Prevista, quindi, doppia lettura da parte di entrambe le Camere con un intervallo di almeno tre mesi tra le due votazioni. A conti fatti, la riforma potrebbe essere operativa non prima del 2027, con le nuove elezioni regionali ormai alle porte.
I 6 assessori-deputati del governo Schifani
Di certo, con queste novità in vigore, approvate in precedenza anche dall’Ars per il parere obbligatorio, una situazione di Giunta come quella attuale non potrebbe verificarsi. Sono sei, infatti, gli assessori-deputati del governo Schifani: i meloniani Alessandro Aricò, Giusi Savarino ed Elvira Amata, Luca Sammartino e Mimmo Turano (Lega), il forzista Edy Tamajo.

Regionali 2027, si rimescolano le carte
Scarsa possibilità di incidere sull’attuale situazione ma l’influenza sulle dinamiche di formazione delle liste per le Regionali, tuttavia, sarebbe molto forte. La possibilità di sostituire un deputato che andrebbe a ricoprire il ruolo di assessore, infatti, spingerà i candidati in bilico a giocarsi la partita elettorale nonostante la presenza nella stessa lista di nomi più forti. Risultare tra i primi non eletti può essere un buon trampolino per l’accesso nell’Olimpo di Sala d’Ercole in sostituzione di chi andrà in Giunta.

