L’ultima trovata di Ikea è la “casa per profughi”. Un business dall’intento benefico varato dall’ala no-profit del colosso svedese (l’Ikea Foundation) di concerto con le Nazioni Unite. Si tratta di un kit per rifugiati di facile assemblaggio che, una volta montato (bastano 4 ore), viene isolato termicamente, può produrre energia elettrica attraverso dei mini pannelli solari ed ospitare sino a 5 persone grazie ad una superficie di 20 metri quadri.
Il risultato finale delle cosiddette “Refugee Shelter” è sicuramente migliore di quello offerto dalle case in lamiera o dalle tende, specie in relazione alle intemperie. Le casette prefabbricate, costruite in collaborazione con l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), hanno una vita di tre anni e sono facili da trasportare. Chissà se l’iniziativa umanitaria di Ikea servirà a rilanciarne l’immagine, dopo gli scandali delle polpette a base di carne di cavallo e dei batteri di feci rinvenuti nelle torte.