Emerge una prima criticità nella sanità siciliana che affronta l’emergenza Coronavirus. Dei pazienti contagiati finora nessuno è stato ricoverato in terapia intensiva. In realtà un paziente in terapia intensiva c’è ed è il carabiniere in servizio al Comando provinciale di Palermo, ma c’è finito, così denuncia il sindacato Cimo, perché all’ospedale Civico mancano i posti liberi di isolamento nei reparti di malattie infettive. Sono sette e sono già tutti occupati.
Al Civico, il più grande ospedale palermitano, hanno dovuto arrangiarsi. È stata garantita la sicurezza ma il militare è stato prima isolato in una stanza del pronto soccorso e poi trasferito in terapia intensiva senza che in realtà ne avesse bisogno. C’è finito solo perché i reparti di malattie infettive sono al completo. Il carabiniere è rientrato a Palermo il 25 febbraio ed è andato subito in quarantena volontaria. Poi ha iniziato ad avere lievi sintomi influenzali con qualche linea di febbre. Quindi si sono manifestati dei problemi respiratori. Da qui la necessità di eseguire il tampone che ha fatto emergere la positività al Covid-19. Le sue condizioni sono discrete. A scopo precauzionale i colleghi che hanno avuto contatti con lui nelle poche ore trascorse al rientro in città sono ora tutti in auto isolamento.
I numeri in Sicilia non sono allarmanti, ma ci si deve fare trovare pronti in caso di emergenza. Ed ecco la critica del Vino: “L’occupazione impropria di un posto letto di terapia intensiva, per carenza di posti letto di isolamento in malattie infettive, non sarà più giustificabile, quando, si raggiungerà il picco di infezioni ed il conseguente numero di pazienti che necessitano di assistenza rianimatoria; in quel momento, come verranno gestiti i pazienti sintomatici che non necessitano di assistenza rianimatoria?”.