PALERMO- La corrispondenza ebbe inizio così. Il primo a scrivere fu Mario Spatafora, professore e primario della pneumologia del ‘Cervello, innamorato pazzo del calcio, del Palermo, scrittore di deliziosi racconti con il suo-pseudonimo omaggio a ‘Bicicletta Chimenti’, Vitogol.
E Mario scrisse al giornalista Franco Lauro, morto ieri per un malore a cinquantotto anni: “Sono un medico di Palermo e voglio dirle, in primo luogo, che l’ho sempre ammirata da quando una domenica pomeriggio in ospedale vidi piangere un vecchietto che seguiva 90° minuto e che aveva appena ascoltato il suo abituale saluto a tutti coloro che seguono la trasmissione dagli ospedali e dalle case di cura e di riposo. Le sue parole suscitano sempre un sorriso in chi, come me, ha trascorso nella sua vita decine di domeniche e di festività in servizio”.
Sì – pensava il professore – figurati se quello risponde. Invece ‘fl’ – così si firmava – cioè Franco Lauro rispose. Lo ringraziò. Gli chiese, per favore di dare il suo abbraccio ai vecchietti e ai malati in corsia. E fu l’inizio di una bellissima storia di parole comuni.
Mario scriveva, Franco rispondeva. Mario parlava del suo amatissimo Palermo, di Pastore, di un’epoca che sembra ormai lontana galassie e anni luce. E Franco rispondeva, riconoscendo all’interlocutore penna e sensibilità.
Una volta, per esempio, rispose così e si firmò per esteso: “Caro Professore. Spatafora, lei riesce sempre a commuovermi. Le sono grato come operatore dell’informazione, ma soprattutto come essere umano. Sono lieto sempre di avere le sue missive e spero di essere sempre all’altezza della sua considerazione e di una stima che mi inorgoglisce. La ringrazio di tutto cuore. A presto Franco Lauro”.
E davvero non è un caso che questo giornalista-gentiluomo sia stato ricordato con accenti di autentica commozione dai suoi colleghi. “Ho appena avuto una notizia tremenda. Un amico con cui abbiamo diviso così tante avventure, non posso crederci”. Così Paola Ferrari su Twitter. E Massimo Caputi non è stato da meno: “Ho appena saputo della scomparsa di Franco Lauro sono senza parole”.
Ma le parole sono rimaste nelle mail, nel cuore nella mente. E sono quelle giuste per dire: ciao Franco e grazie. E’ proprio vero che si vive come si scrive.