CATANIA – Il Telefono Rosa si è costituito parte civile nel processo per l’omicidio di Valentina Salamone, la diciannovenne biancavillese trovata impiccata in una villetta di Adrano nel luglio del 2010, per il quale imputato è Nicola Mancuso. La richiesta è arrivata ieri, prima dell’apertura del dibattimento, ed è stata accolta insieme a quella avanzata già a febbraio, nel corso della prima udienza, dall’Associazione antiviolenza Thamaia.
“La nostra Associazione è portatrice di un danno diretto derivante dal femminicidio di Valentina Salomone. Infatti, perché oltre alla lesione del diritto alla vita della donna, il femminicidio costituisce una profonda ferita per la società tutta”. Con queste parole Antonella Caltabiano, presidente del Telefono Rosa di Bronte, sede da cui è partita l’iniziativa, commenta l’accoglimento della richiesta. “Il Telefono Rosa – continua l’avvocato Samantha Lazzaro che ha presentato l’istanza – persegue lo scopo di aiutare le donne vittime di violenza. Nel caso di Valentina non è stato possibile, perché lei non c’è più. Ma un omicidio come questo, l’eclatanza che ha avuto, il fatto che si sia cercato di denigrare questa ragazza, adducendo anche il suicidio, ci ha spinto a volerci costituire parte civile per tutelare almeno la sua memoria e per lanciare un segnale importante affinché si diffonda sempre di più la conoscenza dell’antiviolenza e la consapevolezza, in tutte le donne, che c’è qualcuno che può aiutarle”.
Si aspetta ora la prossima udienza che è stata fissata per il 24 luglio.