La sentenza non lascia adito a dubbi: Del Piero è stato avvelenato. No, non si tratta del campione ex juventino neo australiano. Lui sta bene, per fortuna, guadagna e segna.
Del Piero era il nome dato al cane bianconero di casa presso la piscina comunale di viale del Fante. Adottato dal personale dell’impianto, lo trovavi stravaccato al sole nelle giornate calde, o rifugiato all’interno degli uffici nei momenti di pioggia e freddo. Non dava grandi confidenze, stava per i fatti suoi ostentando la sua indipendenza, difficilmente corruttibile solo con una carezza.
Di tanto in tanto lo vedevi transitare con un osso così grande da essere tenuto in bocca con difficoltà. Altre volte si avvicinava alle segreterie delle società sportive in cerca di croccantini e socializzazioni.
Adesso che ci penso non ricordo una sola deiezione visibile. Del Piero andava fuori dall’impianto per i propri bisogni, scegliendo aiuole dove non dare fastidio. Per un periodo qualcuno gli mise al collo anche il cartellino dei dipendenti comunali. Certamente come presenza sul luogo di lavoro non temeva rivali.
Non abbaiava quasi mai, e sopportava le angherie dei bambini piccoli, riconoscendoli come innocenti. Qualcuno ieri gli ha versato del veleno liquido nell’acqua, e lui è andato nel paradiso dei cani dopo atroci sofferenze. E pensare che per qualcuno il bastardo eri tu.
Oggi niente musica a bordo vasca, in ricordo di quel cane altero ed elegante.
Ciao Del Piero, ci rivedremo nella grande cuccia.