PALERMO – È la prima sfida con una grande dal ritorno in serie A: Palermo ha ritrovato il calcio che conta, dopo un anno di purgatorio in serie B, e sin da subito trova davanti a sé una delle grandi del calcio italiano. Contro l’Inter, reduce dalla goleada al Sassuolo e dall’affermazione in trasferta in Europa League, la squadra di Iachini dovrà cambiare marcia dopo la sconfitta di Verona e il pari-beffa dell’esordio in campionato contro la Sampdoria. Una costante, però, sarà l’assenza “scaramantica” di Maurizio Zamparini. Il patron rosanero, ormai storico assente nelle partite disputate al “Renzo Barbera”, confermerà questa sua usanza anche per il big match di questa sera: “La partita la vedrò registrata – ha affermato Zamparini a Sky Sport – non le vedo mai. Quando ci sarà la partita andrò a fare una passeggiata nella mia campagna”.
Lontano dallo stadio, ma di certo non dalla sua squadra. Zamparini è consapevole dell’inizio difficile di stagione per il suo Palermo ma contro l’Inter si aspetta una prova sulla falsariga del “vecchio” Palermo, quello che ai nerazzurri ha dato filo da torcere persino nell’anno della retrocessione in serie B: “Sfideremo una grande del campionato – ha ribadito Zamparini -. Mi aspetto una sfida dura, ma l’Inter è sempre stato un ostacolo che abbiamo superato. La loro forza è Mazzarri, è veramente un bravo allenatore”. Zamparini evita però domande sulle possibilità di vittoria del campionato da parte dei nerazzurri: “Non lo so, non sono competente. D’altronde, io non ho mai vinto uno scudetto”.
Dagli elogi a Walter Mazzarri, il presidente del Palermo passa ad una doverosa rassicurazione nei confronti di Beppe Iachini. I primi risultati stagionali non sono certo stati positivi, ma la sua posizione in panchina è salda. Parola di Zamparini: “Iachini può stare tranquillo, può perdere anche le prossime cinque partite di fila. Ma non le perderà, non andrà via. Lui è il mio allenatore”. In compenso, i consigli sulla formazione non mancano mai: “Su chi punterei tra Vazquez, Dybala e Belotti? Tutti e tre, un gol a testa. Non faccio pronostici, però. Sono superstizioso”. Per chi ancora, dopo oltre 10 anni di assenze “strategiche” allo stadio, non l’avesse capito.