Il funzionario arrestato: "Nicastri si sbaglia, all'Ikea per dei piatti"

Il funzionario arrestato: “Nicastri si sbaglia, all’Ikea per dei piatti”

Marcello Asciutto chiede la scarcerazione. Indagini sul parere dell'assessorato regionale all'Energia

PALERMO – Da una parte la Procura di Palermo che lo ritiene un funzionario corrotto, dall’altra Marcello Asciutto che si difende, nega le accuse e tramite il suo legale, l’avvocato Michele De Stefani, presenta richiesta di scarcerazione al Tribunale del Riesame.

Dallo scorso 21 dicembre Asciutto, 58 anni, funzionario in servizio all’assessorato regionale all’Energia si trova ai domiciliari. L’ipotesi è che Asciutto abbia intascato una tangente da trentamila euro per agevolare le pratiche di Vito Nicastri e Paolo Arata che con la società Solgesta volevano realizzare a Francofonte e Calatafimi due impianti per trasformare le biomasse in energia.

“Non sono architetto”

Nicastri, divenuto il principale accusatore di Asciutto, lo ha definito un “architetto” in contatto con Giacomo Causarano, un altro funzionario ritenuto il collettore delle tangenti. Asciutto, nel corso dell’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari Guglielmo Nicastro, ha detto che Nicastri si sbaglia, visto che non lui è laureato in architettura ed ha conseguito solo la licenza liceale.

Il funzionario ha negato di avere preso tangenti e ricordato che sulle pratiche, in particolare sul contestato parere favorevole, c’era anche la firma di altri dipendenti. In particolare del dirigente pro tempore Calogero Gambino e del funzionario direttivo Mario Territo. Come dire: si è trattato di una decisione collegiale, non assunta dal solo Asciutto.

Gambino e Territo, sentiti nel corso delle indagini dagli agenti della Dia di Trapani, hanno però detto che è stato Asciutto ad occuparsi del parere perché era il solo ad avere le competenze necessarie.

“Mai preso tangenti”

Ci sono dei passaggi dell’interrogatorio di Asciutto che al momento sembrerebbero non convincere. Ha detto di avere avuto contatti con Arata, ma solo perché gli avrebbe chiesto delle informazioni sulla pratica (il figlio di Arata, Francesco, nelle intercettazioni si riferiva al funzionario chiamandolo con un confidenziale “Marcello”).

L’ex parlamentare

Così come Asciutto ha confermato l’interesse dell’ex parlamentare regionale dell’Udc Francesco Regina, sollecitato da Nicastri a richiedere informazioni sullo stato della pratica. Asciutto, però, avrebbe detto di avere informato Regina ma solo a titolo di cortesia nei confronti di un ex collega. Nulla di illecito.

Il misterioso “Roberto”

Nel corso dell’interrogatorio il funzionario avrebbe invece detto di non ricordare l’identità di “Roberto”, un imprenditore interessato ad alcune pratiche di cui Asciutto parlava spesso con Causarano.

“All’Ikea per un servizio di piatti”

Infine si è parlato della strana trasferta di Asciutto che il 22 dicembre 2019 è andato all’Ikea per fare rientro verso Palermo dodici minuti dopo il suo arrivo a Catania. Gli investigatori non escludono che avesse un appuntamento al parcheggio per ricevere soldi da qualcuno. Sul punto il funzionario ha spiegato le ragioni della sua trasferta: era andato a Catania per comprare un servizio di piatti, non lo ha trovato ed è andato via subito.

Il parere favorevole

Le indagini vanno avanti e si concentrano sempre sul parere favorevole che il 18 dicembre 2017 il servizio 7 del dipartimento Rifiuti ha dato alla Solgesta. Si sosteneva che bastasse un semplice nulla osta e non l’autorizzazione integrata ambientale. Dieci giorni dopo, però, lo stesso parere è stato revocato. Secondo i pm, ci sarebbe lo zampino di Causarano, il quale temendo che qualcuno si insospettisse per quell’errore marchiano fece in modo che il parere venisse ritirato per avviare la procedura Aia.

Le due e mail

L’interferenza e l’interesse di Causarano sarebbe confermata, secondo l’accusa, da due e mail inviategli da Territo il 13 ottobre 2017 e il 21 dicembre 2017 con i file allegati “Solgesta Francofonte parere doc” e “decreto Aia solgesta”.

Lo stop dei dirigenti regionali

La procedura della Solgesta non completò l’iter perché il decreto di autorizzazione non fu firmato né dal dirigente generale Gaetano Valastro, rimasto in carica per pochi giorni fino al 31 dicembre 2017, né dal successore Salvatore Cocina.

Il 22 dicembre 2017 Francesco Arata, reduce da un incontro con Valastro aveva informato Vito Nicastri della volontà dell’alto burocrate regionale di rimettere ogni decisione sui provvedimenti Aia della Solgesta a chi da lì a poco lo avrebbe sostituito nell’incarico: “… dice che non se la sente il direttore di firmare. Ci ha spiegato la situazione ma sono più chiacchiere che altro siccome se ne va siccome sa che se ne andrà non vuole firmare… che arriverà lo deve firmare chi omissis”.

Neppure Cocina diede il via libera. Il 26 giugno 2018 Paolo Arata riferiva all’ingegnere progettista dell’impianto che Cocina, durante la conferenza di servizi in cui avrebbe dovuto approvare il decreto Aia, si era rifiutato: “Ah no io questo non lo firmo, qui è sbagliato voi non avete fatto… voi dovevate cancellare il gassificatore…”.


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