Vaccini obbligatori a scuola: "Roma sbaglia, ecco i numeri"

Vaccini obbligatori a scuola: “Roma sbaglia, ecco i numeri”

L'assessore Roberto Lagalla corregge il commissario nazionale. Così ci si prepara al ritorno in classe

PALERMO – Si programma il ritorno in classe e la Sicilia corregge i numeri del governo nazionale. Il tema caldo nel mondo della scuola è l’introduzione dell’obbligo vaccinale per il personale, docente e non. Il governo Draghi sta lavorando a un nuovo decreto anti Covid. In questa fase potrebbe prevalere una linea morbida, niente obbligo ma un’opera di persuasione.

Nel frattempo la Sicilia rivede i numeri sulle vaccinazioni che nei giorni scorsi, a Roma, piazzavano l’Isola all’ultimo posto in Italia con una percentuale del 53.6% di vaccinati. I numeri reali sarebbero molto più alti e sono contenuti in una circolare dell’assessore regionale Roberto Lagalla.

In Sicilia ci sono 129.640 operatori della scuola (docenti e non), di cui 105.641 ha ricevuto la prima dose (81,40%), 93.087 quelli a cui è stata somministrata la seconda dose o la dose unica (71,70%). L’errore nascerebbe dal numero di operatori della scuola che secondo il commissario nazionale per l’emergenza Covid sono 140 mila.

La circolare di Lagalla taglia corto: “In ogni caso, qualsivoglia possa essere la coorte di riferimento (140.000 o 129.640) la percentuale di vaccini, grazie al riallineamento degli elenchi, risulta ampiamente superiore a quella diramata per la Regione siciliana dalla struttura commissariale nazionale che, secondo fonti di stampa, dichiara valori nettamente inferiori (variabili dal 51,9% al 55,7%)”.

Quando si parla di scuola si deve guardare soprattutto agli studenti. Sono 398.000 i ragazzi tra i 12 e i 19 anni che frequentano gli istituti siciliani. Finora hanno ricevuto almeno una dose 175.120 persone e cioè il 44%. Sono dati che in assessorato guardano con positività e che fanno sperare ad un ritorno a scuola quasi “normale”.

Lezioni in presenza per tutti gli ordini, distanziamento e mascherine in classe saranno le regole. Per persuadere gli indecisi si pensa, non ora ma a settembre, di prevedere su richiesta del dirigente scolastico o per iniziativa concordata con le Asp, accessi sanitari all’interno dei plessi scolastici per completare la vaccinazione.


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