Acqua allo Zen 1, lo Iacp bussa | Maxi bollette da 10 mila euro - Live Sicilia

Acqua allo Zen 1, lo Iacp bussa | Maxi bollette da 10 mila euro

L'istituto autonomo per le case popolari ha inviato alcune lettere per chiedere il pagamento degli arretrati con tanto di mora, altrimenti si riprenderà gli alloggi. Gli abitanti: "Noi mai stati messi in condizione di pagare, ora ci chiedono diecimila euro". Federico (Fi): "Non paghino le more".

PALERMO – C’è chi deve pagare quasi diecimila euro, chi undici, in alcuni casi anche di più. Le lettere arrivate alle famiglie che abitano 60 palazzine dello Zen1 hanno per mittente lo Iacp di Palermo e per oggetto “diffida per morosità”. E tutte, chi più e chi meno, riportano lo stesso testo: l’Istituto autonomo per le case popolari vuole indietro i soldi mai pagati per l’acqua.

Missive che hanno letteralmente fatto sbiancare chi le ha ricevute, visto che le somme comprendono praticamente tutti gli arretrati (in alcuni casi anche di 40 anni) maggiorati anche di oneri e sanzioni, da pagare entro fine mese oppure rateizzare, pena l’avvio delle procedure legali per il recupero coatto del debito. E se la morosità per l’acqua o il canone d’affitto continuerà anche in futuro, lo Iacp si dice pronto a tagliare l’acqua o a riprendersi le case popolari.

Gli abitanti però non ci stanno e chiedono di non pagare alcuna mora. “Noi non siamo mai stati messi in condizione di pagare l’acqua – dice Gaspare Picone, uno degli inquilini di via Leonardo Pisano – non ce l’hanno mai chiesta e non abbiamo i contatori a casa. La vogliamo pagare, perché è giusto, ma vogliamo pagare importi normali, cifre così alte sono incomprensibili. Se nella scala c’è anche un solo inquilino che non vuole mettere i singoli contatori, blocca tutti gli altri. Che colpa ne abbiamo?”.

La storia è antica e anche nota. A San Filippo Neri, quartiere sorto alla fine degli anni ’60 e in parte occupato dagli sfollati per il terremoto del ‘68, praticamente da sempre la bolletta dell’acqua è intestata allo Iacp, così come anche in altri complessi di case popolari. Istituto che negli anni ha provveduto a pagare, mentre agli inquilini dello Zen1 veniva semplicemente richiesto di contribuire, oltre che con il canone di affitto, anche con una spesa per l’autoclave vista la mancanza dell’acqua diretta. Ma quando alcuni anni fa la Regione ha provveduto a finanziare alcuni lavori per l’allaccio della rete idrica, l’autoclave è stato eliminato e al suo posto sono arrivati i contatori.

I contratti però sono rimasti a nome dello Iacp, con un singolo contatore per scala: in pratica era impossibile stabilire quanto consumasse il singolo inquilino e così pagava tutto l’Istituto. Una situazione che, a lungo andare, ha messo nei guai lo Iacp che non aveva in cassa i soldi per poter far fronte alle spese, visto e considerato che la vicenda si è ripetuta, in modo simile, anche in tutti gli altri complessi di case popolari di Palermo: dal Cep a Borgo Nuovo, passando per lo Sperone. “Lo Iacp deve all’Amap per i consumi idrici di tutta la città circa 10,5 milioni di euro – dice il consigliere comunale di Forza Italia, Giuseppe Federico – per ora ha tamponato con una transazione di immobili di 1,2 milioni, ma per lo Zen1 il debito ammonta a 3,8 milioni per il solo autoclave”. Lo Iacp ha addirittura subito tutta una serie di pignoramenti per questo debito e sta trattando per cedere crediti pari a tre milioni.

L’Istituto è stato così costretto a battere cassa con gli inquilini, calcolando i consumi d’acqua (in assenza dei singoli contatori) in base ai vani: ad oggi sono 316 gli alloggi in queste condizioni, mentre ad aver accettato di mettere il contatore sono stati solo una sessantina di famiglie e un’altra cinquantina ha avviato le pratiche di rateizzazione. “L’Amap non è mai entrata nel rapporto tra lo Iacp e i singoli utenti – spiega Michele Carabillò, responsabile dell’ufficio commerciale della società del Comune – a seguito di opere di razionalizzazione della rete idrica eseguite nel 2006, abbiamo dismesso il contratto unico e provveduto a collocare contatori a servizio delle singole palazzine sostituendo quello a servizio di tutte e 60, sempre intestati allo Iacp”.

“Ma noi nel 1998 abbiamo siglato un contratto con l’Amap per mettere il”, protesta Picone. Dall’Amap spiegano che nel 1998 in effetti questa era l’intenzione della società, che aveva avviato una ricognizione raccogliendo le richieste, ma alcuni problemi alla rete idrica bloccarono tutto. “Noi però avevamo aderito – continua Picone – e questo dimostra che noi i contatori li abbiamo sempre voluti, non è stata colpa nostra”.

“Sarebbe giusto non far pagare la mora, non è colpa loro ma dello Iacp che non li ha messi in condizione di pagare – dice Federico – inoltre chiediamo che l’amministrazione comunale adotti dei provvedimenti, non può stare solo a guardare. Ognuno deve pagare la sua acqua, è inammissibile che in città si eroghi il servizio a chi non paga e chi vuole pagare non venga messo in condizione di farlo. In molti si sono rivolti anche a dei legali per il ricalcolo delle bollette e lo sgravio degli interessi, costituendo un comitato”.

Ma mettere i singoli contatori non è così semplice, ci vuole infatti l’assenso di tutti gli inquilini. Gli impianti, infatti, prevedono un unico tubo che dal piano terreno sale verso gli altri piani con diramazioni verso gli appartamenti: per mettere un contatore a famiglia, bisognerebbe far partire singoli tubi dal piano terra e tutto a spese degli inquilini. Se uno obietta, si blocca tutto. E non regolarizzando la posizione, è impossibile anche vendere gli immobili. “Noi l’acqua la vogliamo pagare, sia chiaro – aggiunge Picone – ma il giusto. Noi abitiamo lì da 15 anni e ci è arrivata una richiesta di quasi 10mila euro, significherebbe dover pagare 600 euro l’anno di acqua con un consumo medio di 200 metri cubi. Fuori da ogni normale tariffa”.

“Noi chiediamo una conferenza di servizi – dice Antonio Giambona, consigliere della Settima circoscrizione – per permettere a queste famiglie di pagare l’acqua, ma il giusto e quanto devono. Agli inquilini non è mai arrivata alcuna bolletta in questi anni, alcuni hanno già fatto richiesta di rateizzazione”. Non è stato possibile ottenere una replica ufficiale dallo Iacp.


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