CATANIA – Crocettiano di ferro, dopo essere stato firrarelliano e lombardiano, ecco il profilo di Adolfo Messina, l’ex presidente della Pubbliservizi arrestato con l’accusa di corruzione. In provincia di Catania Adolfo Messina è noto per essere stato braccio destro di Pino Firrarello prima e consulente della Regione guidata da Raffaele Lombardo dopo, ma anche per essere stato intercettato con il mafioso di Forza Italia Carmelo Frisenna, con il quale era in strettissimi rapporti. Messina, però, ha sempre sottolineato di aver agito in buona fede. Dopo l’arresto di Frisenna, Messina ha mollato Forza Italia ed è stato scelto tra i consulenti dell’era Lombardo, alle ultime politiche è stato capolista dei Moderati al Senato e poi, sotto la bandiera della legalità crocettiana è stato nominato alla guida della Pubbliservizi, una nomina fortemente condivisa dai vertici del Megafono.
LE MINACCE – Nel giugno 2015 Adolfo Messina, proprio nel periodo in cui avrebbe commesso il reato di corruzione, subisce un attentato. La sua macchina viene presa a colpi di pistola e al vicepresidente della Pubbliservizi viene recapitata la testa di un coniglio con due proiettili conficcati. Fu proprio Crocetta a intervenire, convocando i giornalisti, al fianco del suo pupillo: “Deve essere stato toccato qualcosa di grosso dentro questa azienda – disse il presidente della Regione – e anche fuori da questa azienda, ho una grande capacità di intuizione, Adolfo ci ha messo la faccia è andato alla Procura, ha presentato dei dossier che denunciano fatti gravi, un sistema catanese che ha avallato queste porcherie”.
RIFONDAZIONE CROCETTIANA – Dopo le minacce Adolfo Messina ha partecipato alla fondazione di Riparte Sicilia, sempre in prima linea, al fianco di Rosario Crocetta.