Agata, verifiche a Pachino: oggi l'udienza del Riesame - Live Sicilia

Agata, verifiche a Pachino: oggi l’udienza del Riesame

Saro Palermo è accusato di omicidio.
IL GIALLO DI ACIREALE
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Sembrava essere arrivata la svolta utile a identificare il luogo dell’uccisione di Agata Scuto, la giovane acese – con alcune disabilità – scomparsa nel 2002. Per gli inquirenti la 22enene sarebbe stata uccisa da Rosario Palermo, l’ex convivente della madre della vittima. Ma le verifiche dei carabinieri svolte, martedì pomeriggio e ieri mattina, in due casolari di Pachino non hanno purtroppo prodotto alcuna scoperta pregnante. In un rudere sarebbe stato trovato un pantalone verde, ma non potrebbe essere comunque della vittima in quanto è stato rinvenuto in un luogo diverso da quello dove sarebbe avvenuto il delitto.

I militari sono andati nelle campagne della capitale del ciliegino allertati dai giornalisti Rai della trasmissione Chi l’ha visto? che avrebbero avuto da una fonte la localizzazione dell’area. È stata una segnalazione al programma televisivo nel 2020 che ha portato in realtà ad aprire l’inchiesta coordinata al pm Antonio Fanara culminata con l’arresto di Palermo per omicidio. Non è un caso che gli investigatori siano andati a cercare proprio nelle zone rurali del siracusano. È lo stesso indagato, durante un monologo in auto intercettato dalle microspie dei carabinieri, a fare il riferimento ad un casolare di Pachino dove sarebbe stata uccisa “strangolata e bruciata”.

Il cadavere di Agata Scuto non è mai stato trovato: le prime segnalazioni localizzavano il corpo nello scantinato della madre. Ma il sopralluogo effettuato con la strumentazione di ultima generazione dai carabinieri però non ha portato a nulla. Quell’input si è trasformato però in un’inchiesta articolata che ha generato forti sospetti nei confronti di Rosario Palermo, che è stato già interrogato in fase di indagini preliminari.

L’uomo ha sempre respinto le accuse, ma ogni tassello del puzzle per i carabinieri ha portato a chiudere il cerchio su di lui. Il tentativo di creare un alibi collegato al giorno della scomparsa. Il piano di lasciare tra la vegetazione dell’Etna un bullone con le sue tracce ematiche per certificare una caduta durante la raccolta dell’origano. Per il gip il movente sarebbe da ricercare nella scoperta di una gravidanza non voluta.

Agata, che aveva un’ossessione per Saro Palermo tanto da essere anche gelosa della madre, avrebbe appuntato in un diario il ritardo del ciclo. L’indagato l’avrebbe uccisa per nascondere il fatto che la 22enne fosse incinta. In un’intercettazione la madre della ragazza scomparsa ipotizza addirittura che potessero esserci stati degli abusi.

Questa mattina, intanto, si è svolta l’udienza davanti al Tribunale del Riesame. Erano presenti il pm Antonino Fanara e l’aggiungo Francesco Puleio. Il difensore di Palermo, l’avvocato Marco Tringali, ha ribadito la richiesta di annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare. Il penalista ritiene ci sia una lettura alternativa degli indizi. Il tentativo di depistare ritiene possa essere collegato alla paura di essere incastrato in conseguenza delle pressioni mediatiche e non per una reale responsabilità. E inoltre ha evidenziato che i dialoghi a tratti deliranti non possano essere considerate delle confessioni, visto che una volta manifesta terrore per un possibile ritrovamento ma  in altre occasioni addirittura costruisce un dialogo immaginario con un giudice dove lui è libero ed è stato arrestata un’altra persona. La Procura ha ribattuto punto su punto, ricostruendo il quadro accusatorio. L’esito è atteso per lunedì. 


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