Vendesi posti di lavoro in divisa: il libro mastro della corruzione - Live Sicilia

Vendesi posti di lavoro in divisa: il libro mastro della corruzione

Indagine su tre concorsi: poliziotto, agente penitenziario e vigile del fuoco

PALERMO – L’idoneità al concorso per vigile fuoco costava fino a 3.500 euro. Stessa tariffa per un posto da agente della penitenziaria. Il trasferimento in una sede gradita della polizia di Stato veniva pagato fino a 5.000 euro. Gli investigatori hanno in mano il libro mastro della corruzione.

Eccolo, secondo la Procura di Trapani, il tariffario delle tangenti applicato da Giuseppe Pipitone, finito in carcere con l’accusa di essere l’uomo chiave dell’inchiesta. Per quanto riguarda il concorso per pompiere giocava “in casa” visto che era direttore ginnico-sportivo dei vigili del fuoco in servizio al comando di Catania e faceva parte della commissione di esami. Per gli altri concorsi avrebbe sfruttato le sue amicizie, in particolare con alcuni sindacalisti. Tra cui Alessandro Lupo e Vittorio Costantini della Uil e della Usip.

L’indagine dei carabinieri e della sezione della Forestale presso la Procura di Trapani si è concentrata su tre concorsi. Quello per 250 posti di vigile del fuoco bandito nel 2016, quello per 1148 posti di agente della polizia del 2017 e infine 197 posti di agente penitenziario del 2019.

Secondo l’accusa, Pipitone, nominato in una delle sottocommissioni d’esame per le prove psico-motorie, avrebbe sponsorizzato alcuni candidati, che preparava anche atleticamente, ricevendo somme di denaro.

Un primo grave indizio saltò fuori durante una perquisizione il 29 maggio del 2019. Nel garage di casa Pipitone, ad Alcamo, gli investigatori trovarono 7.200 euro in contanti e un foglio di carta denominato
“Elenco discenti (Pipitone)”. Era una sorta di promemoria, con accanto a ciascun nominativo gli importi di denaro versati.

Il giorno della perquisizione Pipitone ricevette la telefonata dalla moglie: “Eh, non hai capito niente. Sono venuti qua, devo andare a casa a fare la perquisizione, noo… mi devo prendere il permesso, che notifica. Non hai capito niente praticamente”.

Il marito suggeriva di prendere tempo: “… allora digli che… non puoi uscire… è… quella cosa là, quella che ti dicevo io. Temporeggia un poco ah”. Niente da fare: “Hai poco di temporeggiare Giusè, aspettano me, l’unica cosa che posso temporeggiare e che gli ho detto di… che aspetto il mio responsabile… per darmi l’autorizzazione ad uscire, ma io devo uscire e devo andare là. Mi posso rifiutare? Devo andare a casa”.

La mossa successiva di Pipitone fu chiamare il fratello: “Veloce… vai a casa dalla mamma, prendi le chiavi, veloce però veloce… veloce… le chiavi di dentro di me, mi segui? Vai dentro da me… nel garage…aprendo… dove c’è il garage, ma veloce però, prima che ci arrivano… dove ci sono le… le divise appese. C’è uno scatolo che ci sono cose di plastica trasparenti e sotto c’è una  busta… prendi questa busta gialla, scopri le cose… la prendi e te la porti… stanno venendo a fare la perquisizione…”.

Quindi sono arrivate le dichiarazioni di qualcuno che si era rifiutato di pagare. All’inizio aveva sborsato una piccola somma come compenso per la preparazione atletica. Poi la richiesta si fece esplicita e illecita: ci volevano tremila euro per falsare il punteggio delle prove.



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