PALERMO – Chi la conosce la definisce come una “semplice attivista”, che non ha mai avuto intenzione di andare in prima linea nelle competizioni elettorali. “Sposa tutte le idee del Movimento” ma la politica in senso stretto non fa parte della sua strada, nonostante nell’elenco dei candidati grillini alle Amministrative 2012 ci fosse anche il suo nome. Alice Pantaleone sembra avere un ruolo marginale in tutta la vicenda che sta scuotendo i pentastellati in Sicilia. In quella primavera del 2012 totalizzò sessanta voti, lo 0,9% della lista M5s.
Tra le amiche più vicine a Claudia La Rocca, la parlamentare regionale che con le sue rivelazioni al procuratore aggiunto Bernardo Petralia e al sostituto Claudia Ferrari ha alzato il velo su una vicenda sepolta sotto a una precedente archiviazione, Pantaleone non ha mai avuto incarichi o collaborazioni legate al Movimento. Psicoterapeuta, con esperienze di lavoro nel mondo della scuola, ha sempre visto il suo impegno tra i Cinquestelle come pura attivista: sempre in prima linea tra banchetti e manifestazioni. “Una che crede fortemente nei valori che diedero vita al Movimento”, è la descrizione che viene fatta di lei da più parti. Un impegno fatto di costante presenza nelle retrovie, che tuttavia le è costato la convocazione in Procura.