Almaviva, Fiat e 118 | Giornata di proteste in Regione - Live Sicilia

Almaviva, Fiat e 118 | Giornata di proteste in Regione

DI ROSALIA BONFARDINO Lavoratori in sit-in a piazza Indipendenza. Un unico comun denominatore: le vertenze sul fronte dell'occupazione.

PALERMO – Lavoratori Almaviva, Ugl, Cobas, precari regionali, operai della Fiat di Termini Imerese e operatori del 118 fanno fronte comune davanti a Palazzo d’Orleans, sede della Regione, attraverso un sit-in permanente che vede molti dei rappresentanti uniti in una forma di protesta estrema, quella dello sciopero della fame. Per Nino Drago e Carlo Alagna dell’Ugl è iniziato già tre giorni fa. Altri hanno deciso di aderire allo sciopero tra ieri e oggi. L’obiettivo è quello di spingere il presidente Crocetta a un confronto e a trovare una soluzione per i tanti lavoratori a rischio. Se gli operatori del 118 protestano contro la riduzione delle ore lavorative, che presto protrebbe attuare il governo Crocetta, i metalmeccanici della Fiat vogliono risposte certe sul rilancio produttivo dell’area industriale termitana.

E proprio stanotte davanti a Palazzo d’Orleans è stato appeso un manifesto recante la scritta: “Ugl Telecomunicazioni – Una sede per Almaviva”. A manifestare il proprio dissenso, davanti al rischio di perdere il lavoro, sono infatti i 5000 lavoratori dell’azienda di telecomunicazioni. La particolare forma di contestazione, nel caso specifico, sarebbe dovuta a un problema meramente logistico. La società di elaborazione dati e call center, infatti, rischia di rimanere senza sede. “Si tratta di un problema imminente – spiega Claudio Marchesini, dirigente sindacale Almaviva -. Non possiamo fare scappare una delle ultime aziende produttive, in un Paese in cui sono stati raggiunti valori di disoccupazione troppo alti”. La richiesta dei lavoratori è rivolta quindi direttamente all’azienda: “Chiediamo ad Almaviva di non prendere decisioni affrettate, come quella di lasciare la via Cordova per andare nella sede di via Marcellini – cosa impensabile perché porterebbe 1500-200 esuberi e di farsi promotrice di un incontro con il presidente Crocetta. Noi non ci muoviamo da qui fino a che il governatore non solo non ci riceverà ma non troverà una soluzione certa”.

A dire la sua anche Nino Drago, che da tre giorni staziona davanti alla Regione per ottenere un confronto con Crocetta, che possa porre argine alla situazione di precarietà in cui vivono le fasce più deboli. “Non siamo qui per cacciare il presidente – tiene a precisare – ma per chiedergli di intervenire in modo serio. Il tema è quello della povertà della società siciliana. Crocetta dovrebbe solo occuparsi meno dei temi di cui si è occupato finora per prendere atto della situazione critica in cui viviamo. Personalmente ho iniziato lo sciopero lunedì, domani verrò monitorato, ma non mi sposterò da qui fino a che non verrò ricevuto”.

Una clima di precarietà che investe anche i lavoratori del 118. Tra questi, Carlo Alagna, coordinatore regionale Ugl Sanità Sicilia, che ha iniziato a digiunare tre giorni fa, si mostra intento a continuare fino a quando non avrà risposte concrete. “Da mesi – dice – vogliamo evidenziare alcune criticità sicuramente risolvibili, ma forse Crocetta è troppo impegnato ad andare nelle varie trasmissioni e non ha tempo per pensare a noi. Il consiglio di gestione ha azzerato le cariche degli Upp (uffici polivalenti provinciali), punti nevralgici dell’azienda e in cui tutti i dipendenti hanno dei referenti. Chi ieri gestiva i servizi non hanno più nessun potere”. Icastico Raffaele Faraci, rappresentante sindacale Cobas. “Crocetta – incalza – ci vuole togliere sei ore settimanali, con lo stipendio misero che già prendiamo adesso. Non siamo come loro, che addirittura hanno aumentato le loro remunerazioni. Se sarà il caso di agire con la forza, lo faremo”.

A protestare anche venticinque ex dipendenti del Policlinico di Palermo, che dopo dieci anni di lavoro – secondo quanto stabilito per legge – hanno visto interrompere i loro contratti lavorativi. “Dopo dieci anni – commenta Giuseppe Cusimano – ci ritroviamo per strada. Per due anni siamo stati prima in cassa integrazione, oggi invece non sappiamo più cosa fare. Dal Policlinico dicono che hanno bisogno di noi, in quanto personale speciliazzato. Chiediamo aiuto a Crocetta e speriamo capisca il nostro disagio”.


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